L’architetto e scultore angloindiano Anish Kapoor ha installato nel cuore di Parigi, all’interno del Gran Palais, qualcosa che è difficile anche da definire, ma che servirà ad ospitare spettacoli di circo e teatro. Lui un nome l’ha messo alla sua opera, che non passa di certo inosservata, e anch’esso resta bene impresso nella memoria perché ricorda simboli biblici e filosofici: Leviathan. Come il mostro marino di cui parla la Bibbia e come la famosa opera seicentesca di Thomas Hobbes.
Di cosa si tratta? Ha la forma di tre palloni giganti (lunghi cento metri, larghi settantadue e alti trentatré) che occupano nell’insieme lo spazio di circa 72 mila metri quadrati protetto dalla vetrata che copre il Gran Palais, sui Campi Elisi. Anish Kapoor partecipa con il Leviathan alla quarta edizione di MONUMENTA che resterà aperta fino al 23 giugno. Dentro queste sfere di tessuto plastico unite tra loro e gonfiate da due ventole, che l’architetto ha dedicato all’artista cinese arrestato dal regime, Ai Wei Wei, possono trovare posto trecento persone. Un po’ poche per l’impatto di questo Leviatano (e chissà quanto è costato) ma di certo il fascino non manca.
Con questa strana geometria il circo cambia decisamente contenitore perché la forma somiglia a quella di un enorme bruco, e con il tendone non ha proprio nulla a che vedere, anche se all’interno di forme circolari Anish Kapoor ne ha ricavate.
Trama e ordito sono in poliestere, mentre la copertura è in polymer non allungabile. E’ un tessuto molto stabile che crea un’ondulazione misurata. Ci sono voluti sette giorni e trenta uomini per saldare insieme i pannelli di tessuto e per gonfiare la struttura.