Illusione e meraviglia (Káprázat és Csoda), questo il nome dello spettacolo in cartellone fino al 28 agosto al circo stabile di Budapest, attivo nella capitale ungherese da oltre 120 anni. In questo spettacolo che viene dalla Russia, l’acqua è la regina incontrastata della scena, la pista è una grande piscina, da cui gli spruzzi arrivano generosi sulla prima fila di spettatori, che si possono salvare da un sicuro bagno alzando un lungo cellophane trasparente gentilmente fornito all’ingresso.
I bambini però sono entusiasti e non disdegnano affatto gli spruzzi provenienti dalla scena: quando il clown minaccia il pubblico con una pistola ad acqua e poi con un ben più potente spruzzino da giardinaggio, allungano le mani entusiasti. Le tribune sono gremite nonostante sia un normale pomeriggio della settimana e la risposta ai numeri sulla pista è appassionata e rumorosa. La tecnica non è eccellente, ma la troupe di ventinove artisti e la piccola orchestra dal vivo di otto elementi riescono a scaldare il pubblico con un tripudio di colori fluorescenti, abiti sgargianti, grandi numeri di insieme e luci colorate che si riflettono sullo specchio d’acqua.
I richiami al Cirque du Soleil sono più o meno dichiarati, dall’utilizzo di particolari attrezzi come un veliero volante di metallo, già in O, o sfruttando vere e proprie gag come la famosa Ne me quittez pas di Varekai, ma anche con il ricorrere di personaggi e costumi particolari. Uno dopo l’altro si alternano sulla scena una contorsionista, numeri aerei, intermezzi di giocoleria, un illusionista, un numero di hula hoop e un numero di mano a mano a tre, tutti legati fra loro dagli accattivanti e colorati momenti corali e dagli interventi di un buffo clown, che seppur non eccezionale è in grado di regalare momenti davvero esilaranti soprattutto nel suo costume da foca e in eterna lotta con un avvenente pirata a fargli da spalla.
Ricordiamoci che siamo all’interno di un circo di tradizione che non ha paura a volte di osare con il nuovo, ma che non disdegna la tradizionale struttura degli spettacoli e la presenza degli animali, stelle incontrastate della pista e beniamini preferiti del pubblico soprattutto più giovane. In questa produzione si comincia dai gatti, che nonostante sia risaputo non amino l’acqua, riescono a divertire e stupire con le loro grandi doti di equilibrismo, per passare poi ad un lungo e sinuoso serpente in grado di solcare le acque e un piccolo coccodrillo in grado di esibirsi in un esercizio di “verticalismo” con il suo addestratore. Finendo poi con due simpatiche foche, regine incontrastate dell’acqua in pista e un enorme leone marino a fare da “beato fra le donne”.
Se avete in previsione una visita a Budapest per l’estate, non mancate di acquistare i biglietti per questo spettacolo, ma se questa affascinante capitale europea avrà modo di conquistarvi più avanti nel tempo, approfittatene in ogni caso per assistere alle produzioni presentate da questo circo nazionale. Tre diverse nuove proposte ogni anno, scelte con la massima cura dal direttore István Kristóf, già clown d’argento a Montecarlo nel 1977 e alla guida di questa istituzione dal 1988. Kristóf parla con grande affetto del Circo di Budapest, per cui sceglie spettacoli sempre di generi diversi per poter accontentare un pubblico in larga parte composto da affezionati.
Nonostante l’architettura di questo circo non sia così accattivante e presenti alcuni piccoli problemi tecnici come un soffitto di qualche metro troppo basso per poter ospitare le attrezzature necessarie a imponenti numeri aerei o come la presenza di una sola uscita posteriore e poche porte per i corredi scenici, gli spettacoli che vi sono presentati sono di grande fascino e valore artistico.
Budapest, oltre a questo antico circo stabile, vanta inoltre la presenza di una scuola di circo (circa cento allievi a partire dai dieci anni di età) con una storia di sessanta anni alle spalle e un festival internazionale che viene organizzato ogni due anni da Maciva (Magyár Cirkusz es Varieté), la più antica fondazione culturale ungherese che si occupa della ricerca e la conservazione dei documenti e della memoria dell’arte del circo ungherese, oltre che del supporto allo sviluppo dell’arte circense e la produzione di spettacoli di alto livello qualitativo di cui promuovere la diffusione nazionale e internazionale.
Il festival, che István Kristóf definisce come il suo secondo figlio dopo Kristian, il direttore artistico della rassegna oltre che abile giocoliere gentiluomo, nasce nel 1996 con lo scopo di presentare gli artisti ungheresi al resto del mondo ed edizione dopo edizione attira in città un gran numero di addetti ai lavori e artisti provenienti da nazioni differenti, diventando una vetrina importante di incontro e un’interessante opportunità di lavoro per tutti i partecipanti.
Budapest grande capitale del circo, dunque. Anche per la presenza dell’importante Fovarosi Nágycjrkusz, lo stabile cittadino, dell’antica scuola, del biennale festival internazionale e di quartieri invernali ben attrezzati per la preparazione di numeri e artisti. L’amore per questa arte è vasto a Budapest e Maciva lo dimostra anche con l’impegno a livello europeo nella collaborazione alla realizzazione di alcuni progetti: oggi questa fondazione è infatti uno dei partner impegnati nella realizzazione di Senza Casa, spettacolo di teatro acrobatico balcanico in via di creazione a cavallo fra Italia, Ungheria e Polonia, che sarà presentato durante le feste natalizie a Bagnacavallo, vicino Ravenna e aspira in seguito a circuitare in tutta Europa.
I finanziamenti statali che fino a poco tempo fa avevano largamente sostenuto Maciva e il circo in Ungheria negli ultimi anni sono stati drasticamente ridotti e oggi questa fondazione che impiega oltre cinquanta persone nelle sue attività, teme per il futuro e si affida in larga parte ai successi di botteghino del circo stabile. Tagliare la cultura sembra essere diventato un must, ma fortunatamente il pubblico qui non demorde e affolla la pista.
Rebecca Magosso