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Il circo è un cerchio al centro del quale meraviglie si dispiegano, alcune di esse scrivono la storia, altre affascinano per il tempo effimero di un’esibizione; quel cerchio, piccolo ma anche grande, ha saputo talvolta triplicarsi mantenendo comunque intatta la sua peculiarità spettacolare ma chi non ha frequentato questo mondo dal punto di vista storico e teorico non può certo sapere che per arrivare dentro a quel cerchio ci sono stati individui, uomini, donne, leggi, divieti, contesti storici e culture differenti che hanno percorso molta strada per riuscire a formare questo cerchio delle meraviglie. E altrettanti non immaginano che dopo secoli altri individui, altri uomini e altri artisti sono fuoriusciti da quel cerchio per raccontare storie diverse, per conservarne l’arte e il sapore e per esprimerli in altri luoghi, sotto forme diverse ma sempre influenzate dal linguaggio circense, quasi fosse archetipico.
L’inizio del 2012 vede la pubblicazione di un nuovo libro, curato da Alessandro Serena e realizzato grazie al contributo di diverse personalità che hanno affrontato lo studio della materia per restituirne le origini, il gusto, le suggestioni e le influenze.
Difatti il volume, edito da Mimesis e intitolato Il Circo oltre il Circo, è tripartito in “Prima della Pista”, “Attorno alla Pista” e “Oltre la Pista”.
Nella prima sezione si raccolgono i saggi di impronta più storica scritti da studiosi ed ex laureati in Storia del Circo quali Guido Toresella, Francesco Mocellin, Marco Martini, Massimo Locuratolo e Stefania Bianchi, rispettivamente impegnati in saggi riguardanti la spettacolarità precircense nel periodo ellenico e durante l’impero romano, la storia e l’evoluzione dell’ammaestramento, l’analisi della tecnica antipodistica come emanazione dello sport, il focus su Joey Grimaldi considerato il creatore della figura del clown e, infine, il varietà milanese durante la belle époque.
Nella seconda sezione si entra in pista e si respirano le usanze e i rimandi che l’arte circense ha operato su tradizioni popolari ed altri linguaggi come ben si evince dal saggio di Emanuela Morganti dedicato alla rivista satirica L’Asino; dalle influenze che il circo ha avuto sia sui fratelli futuristi Ginanni Corradini illustrate da Maria Vittoria Vittori o sulle avanguardie russe, specialmente sul poeta Majakovskij, come spiegato da Filippo Ferraresi. Conosciute sono le luci che il circo ha gettato sul cinema come dimostrato da Agnese Cavalieri e Roberto Barbieri, la prima concentrandosi sul cinema americano degli anni ’30 e il secondo analizzando il grande Fellini che al e dal circo ha dato e preso molto.
Infine ci si appresta ad uscire dalla pista, si va oltre, ci si munisce della valigia del clown, titolo del saggio scritto da Simona Lisco e che conclude la sezione; si procede oltre la pista e si vola in Kazakistan a conoscere le tradizioni di un circo di Stato, spiegate da Daulet Dosbatirov, un circo che cura e nutre il suo passato; si approda all’Arcipelago Circo Teatro sede della compagnia Pantakin analizzata da Rebecca Magosso, si ritorna a scuola grazie al saggio di Francesca De Bernardi dedicato al dilagante fenomeno delle scuole di piccolo circo e infine ci si dedica allo studio vero e proprio (perchè ora il bagaglio si è fatto consistente) grazie al saggio scritto dalla ricercatrice Valeria Bolgan che illustra la presentazione di due progetti di ricerca avviati dal CEDAC, il Centro Educativo di Documentazione delle Arti Circensi di Verona.
A conclusione si hanno gli strumenti per avere una visione di insieme, ci si può approcciare al circo in maniera più attenta e si può quindi meglio cogliere il saggio di Alessandro Serena, curatore del libro e docente di Storia del Circo e dello Spettacolo di Strada presso l’Università degli Studi di Milano, che ci porta dritti all’incrocio dove si possono scegliere quattro vie, quella del circo classico, antico, ricco di valori e tanto malleabile da essere giunto a noi intatto eppure sempre diverso; il circo sociale come via all’aiuto nei confronti della comunità; la strada del circo contemporaneo in grado di proporre una nuova visione e la via, quella vera, del circo di strada appunto. Ovunque si vada non mancheranno le emozioni e gli insegnamenti, ma attenzione: non è un viaggio facile, non è certo un volume che si affronta con leggerezza, ma del resto nessuno dice che i viaggi siano semplici, soprattutto quelli che portano ricchezze tutt’altro che materiali.
Stefania Ciocca