Docente all’Università di Sassari, Raffaella Cocco si occupa da trent’anni della relazione uomo-animale, e da otto anni in maniera particolare anche degli animali presenti nei circhi. In questo video il suo intervento pronunciato il 9 marzo scorso a Palazzo Madama in occasione dell’evento promosso dal senatore Carlo Giovanardi. “Ho trovato all’interno dei circhi che ho visitato delle situazioni ideali per quanto riguarda la relazione uomo-animale, non solo da un punto di vista psicologico, ma anche metabolico”. “Parlare di maltrattamento perché si paragona un animale che nasce e vive in cattività, con un animale allo stato selvatico, ha poco senso. E’ come se paragonassimo quello che era il lupo al cane moderno, o i cani di 200 anni fa a quelli che vivono nella nostra società oggi: sono completamente diversi anche da un punto di vista etologico. Valutare i canguri sotto l’aspetto psicologico ed etologico senza conoscere l’etologia del canguro, o valutare l’elefante considerando stereotipia qualcosa che stereotipia non è, com’è capitato tante volte di vedere, o far partire una denuncia di maltrattamento perché sulla base di una fotografia di un cavallo magro è stata fatta la diagnosi di malnutrizione, mentre quel cavallo lo seguivamo noi e sapevamo che aveva quasi 30 anni, era cardiopatico e nessuno lo avrebbe tenuto in vita, se non delle persone che gli volevano bene, e dal punto di vista metabolica si otteneva il massimo che si poteva ottenere da quell’animale… quel cavallo è stato portato via dal suo ambiente ed è morto. Pensare al benessere o mettere un’etica dietro a questi comportamenti, per chi studia e ama gli animali, risulta difficile vedere una oggettività in questo, c’è soltanto una ideologia, e le ideologie sappiamo che molto spesso hanno portato a rovinare tante cose”.