“Il circo è sempre stata la mia passione. Attratto da bambino da quella piccola città viaggiante, circondata da quei cancelli che sembravano una barriera insormontabile tra me ed il mondo dei miei sogni. Il circo alzava le sue tende, allora, in piazza Valentino e tornando a casa dalla scuola elementare Bollini era d’obbligo una deviazione per respirare l’aria del Circo”. E’ questa la scintilla che non si spegne e che ha fatto nascere in Vittorio Marini, che oggi fa parte anche del “Club Amici del Circo”, l’idea di realizzare una esposizione di manifesti, programmi, biglietti, articoli e di tutto ciò che – dice lui stesso – lo fa “sentire vicino al fantastico mondo della pista”. Il risultato, fresco ed emozionante, lo si può vedere a Novara il 21 e 22 aprile alla Barriera Albertina, col titolo Il circo appeso, una iniziativa che vede protagonisti anche l’associazione culturale Dimidimitri presieduta da Gian Mario Trapletti, e il Franco Agostino Teatro Festival, con il patrocinio di diverse associazioni ed enti pubblici, dalla Regione Piemonte ai comuni di Novara e Vespolate.
E’ stato realizzato anche un piccolo catalogo della mostra, per il quale Alessandro Serena ha scritto una presentazione che contestualizza molto bene il tema: “… in un battibaleno, senza apparenti ragioni, non solo un piazzale, ma la città intera cambia volto e dei colori germogliano sopra mura grigie, come fosse scoppiata la primavera, anche a novembre. Quello che capita ha dello straordinario e sembra legato alla conquista pacifica di un regno. Un manipolo di circensi, quasi dei soldati di ventura, si aggira nottetempo per la città. Ne conosce le piazze più note e centrali ma anche gli angoli più nascosti e meno accessibili. Si sposta su furgoni ultimo modello o su mezzi barcollanti grondanti colla. Si arrampica su alberi, lampioni e scale portatili. Armato di scoponi dai manici lunghissimi e di bidoni di collante fatto in casa, carta bianca da fondo e il tesoro di centinaia di manifesti variopinti. Questa guerriglia urbana è poi accompagnata da un’azione più palese che avviene alla luce del sole: la propagazione in tutta la città di locandine da affiggere nelle vetrine dei negozianti, atto che sottintende una reciprocità fra coloro che propongono il materiale pubblicitario e quanti lo accettano come “espositori”, spesso gratificati con biglietti omaggio. Anche questo contribuisce a cambiare un po’ il volto della città, come se si fosse messa un trucco leggero da clown, una spolverata di cipria e il naso appena dipinto di rosso. Parliamo chiaro: il fatto può provocare allegria ma anche irritazione, non sempre infatti i circensi dimostrano di saper scegliere i posti più adatti dove affiggere i propri annunci di carta. C’è qualche analogia, ma solo nel metodo aggressivo, con le campagne elettorali, perché pare questione di vita o di morte esporre i propri simboli ovunque, persino sopra le imposte di qualche appartamento ostruendole. Ma le similitudini finiscono qui, la propaganda politica culmina in una disfida con vincitori o vinti, quella circense in una festa collettiva”.
Si perché, spiega sempre Serena, “i manifesti sono una delle caratteristiche più connotative del circo” e “pochi altri generi dello spettacolo sono così legati alle modalità di enunciazione dell’impresa”.
“Si calcola che la regina del circo, Moira Orfei, per altro illustre ospite della raccolta di Novara, abbia sorriso 50.000.000 di volte affissa sui muri di tutta la nazione (e altrove)”.
Sono passati quattro decenni ma alcuni manifesti mantengono intatta la loro forza magnetica, mentre ce ne sono affissi su plance e tabelloni ai giorni nostri, che proprio non conquistano. Fanno capolino nel Circo appeso alcuni dei più importanti circhi italiani che hanno fatto a tappa a Novara: Casartelli, Bellucci, Togni, “molti circhi Orfei, alcuni noti, altri meno, alcuni parenti, altri solo o neppure omonimi”, scrive Serena. “La lista fa venire anche un po’ di malinconia con i nomi di alcune casate che hanno per anni rappresentato una parte importante della nostra arte circense e che ora non girano più, come i fratelli Triberti. E poi produzioni kolossal e da sogno, come Il circo delle mille e una notte dei fratelli Liana, Nando e Rinaldo Orfei accanto a Pippo, banana e fagiolino”.
La mostra fa riflettere anche su un aspetto interessante: “L’itineranza del circo non è solo per il paese o per il mondo, ma anche all’interno delle città visitate, dove i luoghi deputati ad ospitare tendoni grandi o piccoli (o più in generale lo spettacolo viaggiante) cambiano se non di anno in anno, almeno di lustro in lustro. Ciò avviene sia per motivi di crescita urbana, sia per il mancato rispetto di una legge statale del 1968 che prevede che ogni comune italiano si doti di un’area fissa e ben attrezzata per ospitare i circhi”. E così sulle strisce dei manifesti affissi a Novara scorrono via Chinotto, piazza Campo sportivo, piazzale Valentino e corso Vercelli, parco dell’Agogna (piscina coperta) e parco viale Kennedy (bocciofila), palazzo dello sport e Sporting village di corso Trieste. E tutto questo risveglia ricordi, dice ancora Alessandro Serena, non solo fra i circensi ma anche nei cittadini di Novara, “ricordi ed immagini di una città che cambia, insieme alla società stessa”.