Il circo a Parigi. Un secolo di meraviglie. E’ il titolo della mostra che s’inaugura (ore 18) a Tarquinia il 25 novembre e che si potrà visitare fino all’11 dicembre. Il luogo è quello della Sala Grande della Biblioteca Comunale di Tarquinia, nella storica Barriera San Giusto, e l’evento è promosso dall’assessorato alla Cultura del Comune di Tarquinia, dal Museo Parigino a Roma ed ha il patrocinio dell’Ambasciata di Francia in Italia e del Comune di Grenoble.
Il circo raccontato attraverso i grandi illustratori francesi, fra i quali non poteva mancare Toulouse-Lautrec, ma compaiono anche Chéret, Raffaëlli e Pal.
L’esposizione, ricca e coloratissima, “accoglie unicamente materiale d’epoca: manifesti, incisioni, stampe cromolitografiche, cartoline, disegni, programmi, fotografie”. I protagonisti delle immagini sono il Circo, la Fiera e la festa popolare parigina, ormai praticamente scomparsa o evolutasi in termini talmente diversi da far rimpiangere la poesia di un vecchio organino con tanto di scimmietta dispensatrice di oroscopi accattivanti.
Fra fiere e arte circense nel corso dei secoli si è sviluppata una perfetta simbiosi, soprattutto se si parla della Foire Saint-Germain, nata nel 1176 ad ovest di Parigi e poi sottoposta a vari traslochi ma senza mai perdere le sue caratteristiche di luogo di piaceri per l’occhio e per la gola, una delle prime fiere ad accogliere il circo, gli spettacoli teatrali, gli chansonniers, ma anche marionette, buffoni e saltimbanchi.
Nel 1749 nella Foire Saint-Germain apparvero anche i primi animali ammaestrati come scimmie, orsi, leoni tigri e, per la prima volta in Francia, i rinoceronti, insieme a nani e freak.
La mostra di Tarquinia permette di rituffarsi in questo clima di una Francia ormai lontana, segnata dall’Amphithéatre Anglais, celebre circo parigino fondato da Philip Astley, dal Cirque Olympique voluto da Franconi, e anche dal Cirque d’Eté des Champs-Elysées e, in anni successivi, dal Cirque d’Hiver. Tante le immagini che si possono ammirare al “Circo a Parigi”, compresi Amar, Pinder e tanti altri.
Infine, ma tutt’altro che per ultimo, il curatore dell’esposizione: Cesare Nissirio. Un personaggio assolutamente unico, direttore del Museo Parigino a Roma, studioso di cultura francese, creatore di eventi, fotografo, giornalista ma anche chansonnier, Nissirio vanta una sfilza di onorificenze per il suo ruolo di “ponte” fra l’arte e la cultura francese e l’Italia.