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Il circo a Matrix, fra verità e bugie

“Non si può parlare di animali senza menzionare anche i circhi, e anche su questo la polemica è molto forte”. Così nella puntata di ieri sera di Matrix, Alessio Vinci ha lanciato il servizio dedicato allo spettacolo della pista. La puntata è stata registrata prima della pausa natalizia, sarebbe dovuta andare in onda il 4 gennaio ma è stata trasmessa solo ieri in seconda serata su Canale 5. Gran parte del tempo è stato dedicato al tema “caccia e turismo” ma parlando di animali, si sa, è il circo che fa audience. In studio a confrontarsi sull’argomento, il vicepresidente della Federazione italiana della caccia Massimo Buconi, il ministro animalista del turismo Michela Vittoria Brambilla, il presidente Lav Gianluca Felicetti, l’onorevole del Pd Matteo Colaninno e il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca.
Il circo è stata solo un’appendice all’interno di un dibattito molto scontato, ma almeno Matrix non ha mandato in onda un servizio a senso unico (come fece il Tg1 sotto Natale) ed ha dato la parola ad un veterinario che ha espresso giudizi oggettivi, oltre che a Giorgio Montico, presentato come segretario generale dell’associazione dei circhi. Dopo aver mostrato le solite immagini ormai irreali, come l’orso che si esibisce in pista – mentre nei circhi italiani la scena non si vede da decenni perché l’Ente Nazionale Circhi ha deciso di sua iniziativa di non fare esibire questi animali negli spettacoli – la giornalista ha posto la domanda delle cento pistole: “E’ vero che gli animali del circo soffrono?”. Il veterinario intervistato, uno dei pochi che per la professione che svolge può esprimersi con cognizione di causa sulla materia, ha risposto: “Dobbiamo riconoscere che se sono addestrati correttamente, cioè con il gioco, sono animali che si divertono a interagire col proprietario ed è la soluzione meno peggio per l’animale quella di vivere giocando col proprietario.” Lei parla di animali cresciuti in cattività?, domanda ancora la giornalista. “Si perché ormai nascono tutti in cattività?” Ma chi può giudicare se un animale soffre o se sta bene? “Non è una cosa semplice valutarla e solo il veterinario può dire se ci sono o non ci sono condizioni di benessere o di maltrattamento”. Mentre ogni giorno l’animalista di turno si sente autorizzato a parlare di maltrattamenti e “torture” inflitte agli animali nei circhi, anche perché spera che il battage pubblicitario sfoci nel disegno di legge sponsorizzato dalle associazioni che si candidano ad accogliere – dietro lauti compensi – le specie esotiche e non, attualmente presenti nei circhi una volta sottratte ai tendoni. L’ha ripetuto ieri sera per l’ennesima volta il ministro Brambilla, ma il siparietto è stato molto interessante: mentre sosteneva che “il governo italiano ha espresso un parere favorevole alla dismissione degli animali nei circhi”, uno dei suoi tre cani (costretti a starsene sdraiati sotto i riflettori per tutta la lunga registrazione del programma) che si era portata in studio si è messo ad abbaiare ripetutamente coprendo la voce della ministra. Nemmeno i suoi amici a quattro zampe condividono ciò che dice. Anche perché ha detto una bugia. Il governo Berlusconi in quanto tale non si è espresso per nulla sull’argomento, e ci mancherebbe altro, ma semmai l’ha fatto qualche ministro a titolo personale in estemporanee dichiarazioni ai giornali. Così come altri, ad esempio Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, hanno invece difeso il circo e criticato la Brambilla, aggiungendo anche di non capire come faccia il ministro a scegliere fra gli animali da salvaguardare e quelli da cucinare, visto che lei alleva e commercia salmoni.
Ha detto la sua anche il presidente Lav, Gianluca Felicetti, e fortunatamente solo per pochi secondi. Ecco le sue parole alla domanda di Vinci “tutti i circhi maltrattano gli animali?”: “Innanzitutto in Italia abbiamo delle condanne, cosa che l’associazione dei circhi omette di ricordare. Così come non ricorda che tutti noi cittadini italiani paghiamo dai 5 ai 7 milioni di euro l’anno in contributi pubblici del Fus al maltrattamento degli animali nei circhi”. L’ha sparata grossa, visto che il programma era dedicato alla caccia.
Se ci fosse stato un rappresentante dei circhi in studio gli avrebbe potuto ricordare che però – guarda caso – la Lav non fornisce mai le cifre di queste condanne. Chissà perché? E gli avrebbe anche potuto ricordare che le associazioni animal-ambientaliste ricevono da anni dallo Stato molti più denari di quanto non vadano ai circhi, ma il quantum lo sappiamo solo per uno o due anni (nel 2006 ammontava a quasi 3 milioni e 500 mila euro) e a forza di interrogazioni parlamentari perché il dato è coperto da segreto (mentre i finanziamenti del FUS sono pubblici sul sito del ministero per i Beni culturali). Nel 2010 i circhi nel loro insieme hanno ricevuto meno di 2 milioni di euro. Le bugie hanno le gambe corte, anzi cortissime.

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