Lunga e “trasversale” la tournée che riporta in Italia, dove ha trovato terreno fertile sin dagli anni ’90, Slava Polunin.
Dal 15 al 19 febbraio sarà al Teatro Goldoni di Venezia, dal 22 al 26 a Pordenone, dal 29 febbraio al 4 marzo al Duse di Bologna, per proseguire a Torino dal 7 all’11 marzo, a Catania dal 14 al18 marzo, Avellino (28 marzo – 1 aprile) e al Politeama Genovese.
E’ stato definito il “clown intellettuale”, un po’ Chaplin (“la passione per la clownerie mi è stata trasmessa da piccolo dal film Il monello“, ama ripetere) Beckett e Marcel Marceau, il “Pulcinella russo”, e il suo spettacolo Slava’s snowshow è qualcosa che si colloca fra circo e musical. A ben vedere questo ingegnere mancato somiglia molto al clown tanto amato da Fellini, anche se quello di Slava è un ibrido fra un pinguino, un koala e un pulcino, almeno nelle sembianze esterne. Dice di avere imparato tutto osservando i bambini giocare, ma il suo “spettacolo non è indicato per bambini di età inferiore agli otto anni”.
A 62 anni non si stanca di salire sui palcoscenici per proporre quella poetica tristezza che l’ha reso uno dei clown più famosi al mondo e che gli ha consentito di conquistare il Time Out Award nel 1994 (sono una decina i suoi riconoscimenti) e di approdare per per un periodo anche al Cirque du Soleil in Alégria.