Skip to content Skip to footer

dal nostro inviato Alessandro Serena

MOSCA – C’erano molte aspettative attorno al nuovo Festival Idol del Rosgoscirk e del Bolchoj Circus di Mosca. Non sono state disattese. idol-manifestoIn realtà non è nato un nuovo formato di Festival, il modello è quello classico dei due spettacoli A e B e la finale reiterata. Ma si tratta di una versione updated, un Festival 2.0 con tutto fatto al meglio. Non troppi membri di giuria, non troppi numeri, una selezione quasi sempre azzeccata, una direzione di pista mai macchinosa. Uno styling di gran lusso, con un’immagine azzeccata: la statuetta dell’Oscar in equilibrio su di una mano a testa in giù.
La direttrice del Rosgoscirk, Farzana Khalikova, ha affidato la parte artistica del festival ai due fratelli Edgard e Askold Zapachny, artisti celebri in Russia, due professionisti di talento. Askold è rimasto dietro le quinte, mentre Edgard ci ha messo la faccia indossando i panni del presentatore. In smoking, elegante ma senza fronzoli, capace di superare in maniera disinvolta i piccoli incidenti (due ragazze sono cadute dal trapezio, per fortuna senza lesioni particolari) o di fare da spalla al nostro David Larible.

Edgard Zapachny
Edgard Zapachny
Un’ottima orchestra (anche se purtroppo non sempre utilizzata). Un ottimo corpo di ballo che per l’occasione ha scelto uno stile post sovietico con costumi in qualche modo ispirati a stereotipi dei vecchi tempi dell’Unione (contadini, soldati, etc.) ma reinterpretati in maniera quasi futuristica, con l’uso di visiere con led incastonate nei costumi tipici, e musiche tipiche arrangiate e mixate in senso moderno. Confermato lo straordinario stato di salute russo per quanto riguarda il pubblico, il circo era infatti sempre esaurito in ogni ordine di posti (a poche centinaia di metri persino Kooza del Cirque du Soleil faticava a riempire).

Gli ospiti fuori concorso

Una statuetta d'Oro per David Larible, idolo del pubblico russo
Una statuetta d’Oro per David Larible, idolo del pubblico russo
Erano presenti due straordinari ospiti fuori concorso. Il clown dei clown David Larible, orgoglio nazionale e mondiale della clownerie. Uno dei più apprezzati artisti del suo genere nel mondo, almeno alla pari dei grandi della storia. È impressionante vedere con quale padronanza di mezzi sia riuscito, per l’ennesima volta, a conquistare il pubblico di Mosca, che lo vanta oramai fra i suoi beniamini. Si fatica a ricordare un clown la cui popolarità avesse varcato così tanti confini e con tali esiti. Qui ha presentato i “campanelli” e i “piatti”, quest’ultima creazione, in particolare, era vista per la prima volta in Russia. Pare sia conteso dai principali circhi stabili russi per il prossimo futuro.
Nikolai Pavlenko
Nikolai Pavlenko
L’altro ospite era Nikolai Pavlenko, l’Herbert von Karajan degli ammaestratori di tigri. Un artista poco trattato, perché non spesso apparso in occidente dai tempi del Clown d’Oro a Monte Carlo (1990). L’elegante ammaestratore (da poco settantenne) mantiene immutata la sua classe cristallina. In un elegante frak, armato solo di una bacchetta da maestro d’orchestra, accenna dei comandi ad un gruppo di 14 splendidi esemplari che lavorano in pratica da soli sin dall’inizio, quando devono prendere posto sui loro sgabelli. Subito dopo i passaggi alla barra orizzontale prima di una, poi di tutte le tigri. Fra le prime figure il debù e la camminata sulle zampe posteriori di due tigri per tutta la lunghezza della pista. Un esercizio che di norma chiude numeri di ottima qualità. Poi la chiamata a terra di tutti gli esemplari, ma sarebbe meglio dire la discesa, visto che arrivano da sole formando un lungo manto peloso che poi si alza e gira per la pista in perfetta sincronia fino a che, ad un segnale del Maestro, tutte vanno al loro posto. idol-pavlenko-tigriAlcuni esemplari lo raggiungono al centro per degli originali tableau. Poi i salti di almeno quattro metri da sgabello a sgabello e attraverso due cerchi di carta insieme, infine il cerchio di fuoco, con tutte le tigri (14!) che fanno a gara a saltare. Un’immagine arcaica. Due di loro salgono su sgabelli a due tavoli e danzano fra loro e con l’artista. D’un tratto le ultime tre tigri lo accerchiano e si fanno minacciose, lo attaccano e lo costringono con la schiena verso la gabbia. Ma ad un suo segnale si fermano e si mettono in debù, e poi via verso il meritato riposo. A Pavlenko non resta che occupare il centro della pista e salutare con un cenno della mano e del braccio che ha tutta la grazia ma anche tutta l’energia consapevole e controllata che sono servite per orchestrare i suoi 14 grandi felini.

Il podio
idol-intervista-cavalliSono stati attribuiti due Oro. Uno alla troupe Galknysh di acrobati a cavallo in stile cosacco. Il numero che meglio ha rappresentato il festival e in qualche modo l’intero mondo circense. Dieci uomini, tre donne e un giovanissimo cosacchino con tanto di colbacco provenienti dal Turkmenistan. In questa scatenata performance c’è tutto. Il senso della famiglia, della tradizione che si perpetua da padre in figlio, dell’incontro con i paesi lontani, della necessità della creazione, pur partendo dalle radici più classiche, dell’attenzione ai particolari, alla musica, ai costumi. Infine, il senso del buon rapporto con gli animali. Dei bellissimi esemplari di Akal Teke, molti di color oro, che gli ospiti hanno potuto visitare a riposo nei loro comodi e moderni alloggiamenti nei locali del circo stabile.
idol-filoIl componente della troupe posto al centro della pista con il compito di tenere il ritmo del numero è armato di una lunga frusta bianca che fa girare tutto attorno, come in un balletto, uno spettacolo nello spettacolo, schiocca, esplode, ruota, e tutto questo senza mai toccare una volta un animale. Un trionfo per gli appassionati di circo, di discipline equestri, di spettacolo dal vivo. Con tutto il repertorio possibile della disciplina, passaggi sotto il cavallo, salti in groppa, la seconda colonna con la bandiera, la raccolta dei fazzoletti a terra, sempre con gli animali lanciati al galoppo, con un ritmo ed una gioia di vivere contagiosa.
Altro Oro per la stupefacente ballerina sul filo a grande altezza, Eliza Khachatryan, con ogni probabilità la migliore nel suo genere in questo momento. Ad oltre dieci metri dal suolo presenta sei minuti di danza sulle punte con movimenti del corpo per niente banali che fanno pensare ad una solista di Bejart o Pina Bausch. Uno splendido pezzo musicale (Amazing di Hakan Ludvigson) sottolinea perfettamente i vari passaggi del numero.
idol-basculaTre Argento. Due ad altrettante grandi troupe di bascule. La Watchdog del Circo Zapachny e la troupe Ruban. In entrambi i casi coreografie ben studiate con personaggi ben disegnati e costumi e musica efficaci. Certo, due stili del tutto diversi, il primo a metà fra Il Corvo e Dracula di Bram Stoker con musiche hard rock e movimenti in stile. Il secondo più felliniano con una dozzina di personaggi tutti diversi ma ben definiti. Più simile il catalogo tecnico con esercizi come il doppio in terza colonna, quadruplo con piroetta al paglione, doppio in araba, quintuplo. Poi i salti con i trampoli doppi: doppio con due trampoli, doppio con avvitamento con un trampolo solo, triplo con un trampolo.

La Troupe dell'Etiopia
La Troupe dell’Etiopia
Quattro Bronzo, fra gli altri alla Etiope Abissinia. Si tratta di uno sviluppo dell’acrosport presentato in otto artisti con impressionanti passaggi in stile volanti bassi, con l’uso di una seconda colonna al posto degli attrezzi. È la prima volta che si affaccia sulle scene in questa disciplina una troupe africana.
Bronzo anche al “mano a mano” dei russi Kotelnikov e Spirin. La scelta di una colonna sonora lenta, il torso nudo con addominali messi in risalto ricordano un po’, manco a dirlo, gli Alexis Brothers, punto di riferimento imprescindibile per la disciplina. Gli esercizi presentati sono ben eseguiti e peculiari, in particolare le lente figure di forza che l’agile esegue sulle mani del porteur come fosse agli anelli romani.

Uomini e animali

Dan Zapachny e lo scimpanzé Malta
Dan Zapachny e lo scimpanzé Malta
In un Festival che è stato aperto con una conferenza sugli animali del circo non poteva mancare un’ottima parte dedicata a loro. Numeri originali, divertenti e con esemplari, manco a dirlo, in ottime condizioni di salute. Per altro bastava che durante la presentazione venisse citato il nome delle varie specie per produrre nel pubblico un sospiro di approvazione ed aspettativa. Per cui si sono visti un gruppo di animali acquatici con pinguini, foche e un tricheco. Un numero di babbuini in stile corsaro. Un rarissimo numero di ermellini ammaestrati. Molto simpatico il numero di Dan Zapachny e lo scimpanzé Malta. In pratica un buffo mano a mano durante il quale i due continuano affettuosamente a prendersi in giro uno con l’altro.
Altri numeri pur interessanti sono finiti fuori dalla zona premi.
idol-bici-cinesiUn gruppo di icariani ciclisti dalla provincia dello Hebei. I cinesi fanno ormai degli Ogm anche al circo. Uniscono due discipline nelle quali sono già abituati a raggiungere risultati di livello e le mescolano ottenendo un numero del tutto originale. Tre ragazze guidano ciascuna una bicicletta con una trinca posizionata sopra la testa (montata sullo scheletro del velocipede) altre tre vi si siedono sopra nella classica posizione degli antipodisti ed altre tre, più giovani, piccole ed agili, eseguono i loro esercizi da icariani mentre le biciclette girano incessantemente per la pista. Gli esercizi più complessi sono eseguiti (giustamente) con il supporto di “longie” di sicurezza e quindi i cinesi hanno dovuto inventare un complesso meccanismo appeso alla cupola che somiglia ad una giostra e che permette di non interrompere il giro delle bici. Il repertorio mostrato è completo: salti mortali con arrivo in piedi, serie di salti in plancia, e alcune figure inedite come i passaggi da una porteur all’altra. Fino alla classica coda di pavone ma con una serie di salti icariani a tempo. L’ennesima originale invenzione dei cinesi.
Molto interessante anche il nuovo numero di Laslo Simet e Olga Denisova, qui con Diana Bakk. Laslo si è fatto un nome con i suoi numeri al filo alto e alla ruota girando in ottime case e lavorando per gli eventi speciali del Cirque du Soleil. Ora ha voluto mettersi in gioco con un numero che unisce le due discipline. Un attrezzo utilizzato decenni or sono proprio in Russia dalle sorelle Koch (verso le quali è in effetti una sorta di tributo). Il meccanismo ricorda un po’ la ruota della morte ma lungo il cui bordo gli artisti presentano un repertorio tipico dei funamboli a grande altezza come la sedia, la seconda colonna, etc. Per il tema e per la macchinosità dell’attrezzo pare di tornare ai tempi dell’Unione Sovietica. La conquista dello spazio. Ma la buona regia di Ganeev riesce a mantenere la tensione in un numero che rischierebbe di essere un po’ lento. La scelta di musiche e costumi, così come quella dei movimenti lenti degli astronauti, cioè in assenza di gravità, riescono a dare un effetto ipnotico. L’ultima scena in due sulla bici con l’altra astronauta sotto con movimenti lenti è a metà fra ET e Apollo 13 o il più recente Gravity.
idol-giocolieriMolto originale la presentazione della troupe Imperatrice di giocolieri. Non solo perché utilizzano tre lunghe pertiche dalle sommità delle quali si lanciano le clave uno con l’altro, oltre ad un’altalena sulla quale siede la splendida ragazza, anch’ella impegnata nel passing di clave. Ma anche perché lo stile è estremamente particolare e anche questo creato da Ruslan Ganeev, uno dei registi più interessanti e prolifici del panorama russo.
Francis Perreault ha presentato Odissey, un numero davvero ben pensato alla ruota Cyr. Su questo attrezzo, uno dei pochi a conservare il nome del creatore (Daniel Cyr) si sono cimentati artisti creativi già nel recente passato. Questa versione comprende un’originale introduzione area seguita da eleganti movimenti danzati. Quasi un Roberto Bolle acrobatico, per altro con costume adamitico e fisico scolpito.

Da un Festival all’altro

Francis Perreault alla ruota Cyr
Francis Perreault alla ruota Cyr
Ci sono stati alcuni difetti e lacune. Per esempio l’eccessiva presenza di artisti russi o di ex repubbliche sovietiche. Soprattutto non ha funzionato la comicità. Il veterano dei palcoscenici e dei festival di teatro comico di tutto il mondo, Paul Morocco, non è riuscito a far risaltare i meccanismi di solito perfetti della comicità musicale del suo gruppo, gli Olè! Evidentemente dovrà esplorare più a fondo la circolarità della pista. È un brutto segnale per il circo che a Mosca si faccia fatica a trovare qualche buon clown.
Ma nel complesso si è trattato di un’ottima manifestazione con delle punte entrate nella leggenda del circo ed altre di ottimo livello. Soprattutto sono stati premiati dei numeri “rotondi”, ovvero capaci di unire tecnica con messa in scena. È questa, oltre a quella della pista, la rotondità di cui il circo ha bisogno.
Ora la grande maggioranza della tribù di operatori del settore, direttori e giornalisti che hanno seguito Idol si trasferiranno a Latina, dove sta per iniziare un altro appuntamento molto seguito che già preannuncia grande qualità, in un’amichevole, ma per gli appassionati gustosissima, sfida di qualità.