Per tanti, ed a ragione, Grock è sinonimo di clown. Uno dei maggiori di sempre. Non proviene da una famiglia circense, il papà era un orologiaio, e inizia la sua vita di artista in piccoli circhi o feste di piazza specializzandosi in funambolismo e contorsionismo. Charles Adrien Wettach nasce a Reconvilier, in Svizzera, il 10 gennaio 1880 e chiuderà gli occhi a Oneglia il 14 luglio 1959.
Il suo nome diventerà Grock quando subentra in un duo di comici chiamato Brick e Brock prendendo il posto del secondo. Inizialmente è un augusto in coppia con clown bianchi del calibro di Antonet, poi diviene solista, tutt’al più appoggiato dalla classica figura del direttore di pista o di scena (fra i quali Max van Emden, Alfred Schatz e Jerome Medrano). La sua maschera è fra le più note del secolo. La sua grandezza deriva forse dall’aver affermato uno stile unico, abbinando alla clownerie anche una enorme abilità con gli strumenti musicali. Suona pianoforte, violino, chitarra, clarinetto, sassofono, fisarmonica, trombone e concertina. Ha un’idea chiara in testa: “Non esagerare un effetto, per minimo che sia. Forse farà ridere meno, ma sarà apprezzato dagli intenditori. Talvolta resterò senza rispondere. Basterà il mio sguardo. Un sorriso ben recitato può sostituire una lunga frase. Basta un unico movimento per scatenare l’entusiasmo”.
Il suo numero, che rimane uguale per oltre 40 anni, dura sino a 50 minuti, nei quali mostra un repertorio di gesti vastissimo ed una voce flessibile e modulabile. Dirà: “Ci ho messo anni a definire il mio spettacolo, e non ho ancora terminato: il lavoro di limatura e perfezionamento non finisce mai”.
Vive lontano dal mondo del circo itinerante, esibendosi nei grandi circhi stabili come il Medrano di Parigi o nei più importanti teatri di varietà in tutta Europa, Sud America e Australia. E’ conosciuto ed apprezzato da reali e governanti, è amico di uomini di cultura e dello spettacolo, Charlie Chaplin, ad esempio.
Ha fama di clown intellettuale, ma Grock non asseconda chi la pensa in questo modo: “Né l’arte, né la filosofia m’interessano; io non sono un intellettuale: tutto quello che si dirà di me in questo senso è gentilissimo, ma non è vero: è della reclame abilmente inventata dai miei amabili amici e protettori, senza pensare a male. Io non me ne dolgo; un clown intellettuale ha più successo oggi di un semplice clown di tutti i giorni.”
Nel 1951 crea un proprio circo itinerante che si esibisce in alcune città europee con alterna fortuna. Termina la propria carriera il 31 ottobre 1954 ad Amburgo. Si ritira nella splendida Villa Bianca di Oneglia (Imperia), esempio perfetto di residenza costruita ad immagine e somiglianza del committente. Dopo anni di abbandono, un lungo e costoso (circa 4 milioni di euro) restauro a cura della Provincia di Imperia ha permesso nel 2006 di riaprire il parco e lo scorso gennaio anche gli interni della magica villa. Un vero monumento nazionale.