Quello che segue è l’editoriale che compare sulla rivista “30 giorni” a firma del presidente Fnovi, Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani, Gaetano Penocchio.
Tutto il mondo animalista ha letto e giudicato con favore il position paper della Fnovi sulla sperimentazione animale. Quel documento non è interpretabile, né strumentalizzabile e porta, fra le altre, la firma di Massenzio Fornasier.
La Fnovi non prende lezioni di deontologia da chi non ne ha. Buttati i messaggi più beceri, ho conservato questo, che ben rappresenta lo stereotipo di un atteggiamento frequente, quando rivolto ai medici veterinari. Infantile, egocentrico, privo di realismo, chiuso ad ogni prospettiva logica, ma anche etica: ..sono uno dei tanti affidatari dei cuccioli di beagle di Green Hill. Ho sem- pre desiderato un cane. Ieri ho finalmente coronato la mia scelta… Non avendo un veterinario di riferimento ho chiamato un po’ dei suoi colleghi e dopo aver annunciato di aver preso in affido un cucciolo di Green Hill … mi è stata scandita in modo freddo la parcella; se questo è l’apporto che la vostra categoria dà, vuol dire che siamo messi proprio male e che alla fine si bada solo ed esclusivamente al Dio DENARO …. quando si tratta di badare ai propri interessi non si guarda in faccia a nessuno. Di questo scandalo il filantropo mette “in conoscenza” il Gabibbo. E l’umanesimo va diritto in soffitta.
Forse non nuoce chiedersi perché questo signore, che da sempre desiderava un cane, ha aspettato un cucciolo di beagle di Green Hill e non ha adottato uno delle migliaia di cani incrocio ricoverati nei canili rifugio del nostro Paese. Forse sarebbe educativo per lui riflettere sul suo altruismo, più che dolersi di quello altrui. Qui la cultura viene uccisa, vive sotto falso nome. O semplicemente non la vediamo accecati dalla “nullocrazia”. A migliaia di medici veterinari rendiamo encomio per i loro atti di deliberata generosità, ma alla commedia di quelli che fanno del bene agli animali e con il bene degli altri e contro gli altri non ci stiamo più.