MALTERS – La prima cosa che pensi quando arrivi in un paesino svizzero che ospita un circo è: ma chi vuoi che venga a vedere lo spettacolo se in giro non c’è anima viva!
Oltre ad essere smentiti dai fatti da lì a poco, lo stupore è rivolto principalmente all’organizzazione inappuntabile di questa piccola azienda viaggiante, composta prevalentemente da giovani e messa insieme da Johannes Muntwyler. Camminando tra i carrozzoni di varie epoche e dimensioni, tutti rigorosamente numerati, si respira una gioia e un’allegria contagiose.
Il Circo Monti è nato nel non lontano 1985, fondato da Guido Muntwyler. La prima tournèe partì da Wolhen, ancora oggi quartiere invernale e cantiere creativo. Lo spettacolo 2012 è all’insegna della coralità e adopera l’ironia come fil rouge.
L’ingresso di tre personaggi, preposti a distribuire ironia in maniera omogenea per tutta la durata dello show, dà inizio alla storia. Si tratta di
Manuel Shunter, Florian Vuille, Armelle Fouquerai, che, oltre ad essere le figure comiche di riferimento, hanno in comune un altro aspetto: provengono dalla scuola di circo di Verscio. Si presentano in scena tirando una corda, che sarà fonte di geniali gag concepite con invidiabile inventiva e spontaneità. Le loro gesta accompagnano e introducono l’elegante Avital Poshko alle cinghie.
L’orchestra dal vivo e le musiche originali donano un apporto fondamentale, così come la partecipazione costante in pista di tutti gli artisti, impegnati a coadiuvare chi in quel momento esegue la propria performance. Ed è così che si passa al mano a mano di Iris Pelz e Christopher Shlunk. Conosciuti per aver fatto parte del cast di “ID” del Cirque Eloize, eseguono un numero molto originale e dai tratti marcatamente sarcastici, quasi a voler schernire il classico e serioso mano a mano.
Dopo un’esilarante creazione dei tre noti mattacchioni, che li vede concentrati in una improbabile simulata partita di ping pong, arriva la giocoleria del giovane Mario Muntwyler insieme a Jochen Poshko. Il ragazzo dimostra una certa bravura e dinamicità con palline e clave, nonostante appaia ancora un pò acerbo.
Successivamente, l’interessante e umoristico numero alla scala libera di Simon Nadeau – anch’egli con un passato al Cirque Eloize – apre la strada all’esibizione alla corda aerea di due graziose e talentuose fanciulle: Charlotte de la Bretèque e Saphorine Pètermann. Dopo l’intervallo, dove non è raro incontrare gli sguardi degli spettatori visibilmente soddisfatti rifocillarsi allegramente, si ritorna con le illusioni comiche del padrone di casa Johannes Muntwyler.
In ogni edizione presenta un’esibizione diversa, e dopo la giocoleria e l’acrobatica degli scorsi anni, ben figura con uno strampalato e grottesco numero di magia. Si rivedono le peripezie dei tre simpatici clown in un tentativo maldestro di scalare l’impervia barriera, mentre si preparano sul trapezio per un gradito ritorno Avital e Jochen Poshko.
I conseguenti piccoli e armoniosi interventi comici d’insieme, aprono il campo al finale con Danny Vrijsen, Allan Sartori e Clèment Imbault ai salti alla basculla e l’acrobazia a terra. Tempi veloci e salti prodigiosi a tempo di musica breakdance dall’esito innegabilmente efficace. Applausi scroscianti di un pubblico simpaticamente urlante e felice salutano gli artisti che ricambiano con affettuosi inchini a passo di musica.
Si tratta chiaramente di un genere catalogabile al moderno e contemporaneo, con un linguaggio fruibile e una drammaturgia molto intensa, privo di tempi e momenti lenti e macchinosi, frequenti a volte, in questo tipo di spettacoli.
Michele Casale