Oltre ad essere smentiti dai fatti da lì a poco, lo stupore è rivolto principalmente all’organizzazione inappuntabile di questa piccola azienda viaggiante, composta prevalentemente da giovani e messa insieme da Johannes Muntwyler. Camminando tra i carrozzoni di varie epoche e dimensioni, tutti rigorosamente numerati, si respira una gioia e un’allegria contagiose.
Il Circo Monti è nato nel non lontano 1985, fondato da Guido Muntwyler. La prima tournèe partì da Wolhen, ancora oggi quartiere invernale e cantiere creativo. Lo spettacolo 2012 è all’insegna della coralità e adopera l’ironia come fil rouge.
Manuel Shunter, Florian Vuille, Armelle Fouquerai, che, oltre ad essere le figure comiche di riferimento, hanno in comune un altro aspetto: provengono dalla scuola di circo di Verscio. Si presentano in scena tirando una corda, che sarà fonte di geniali gag concepite con invidiabile inventiva e spontaneità. Le loro gesta accompagnano e introducono l’elegante Avital Poshko alle cinghie.
L’orchestra dal vivo e le musiche originali donano un apporto fondamentale, così come la partecipazione costante in pista di tutti gli artisti, impegnati a coadiuvare chi in quel momento esegue la propria performance.
Dopo un’esilarante creazione dei tre noti mattacchioni, che li vede concentrati in una improbabile simulata partita di ping pong, arriva la giocoleria del giovane Mario Muntwyler insieme a Jochen Poshko. Il ragazzo dimostra una certa bravura e dinamicità con palline e clave, nonostante appaia ancora un pò acerbo.
Successivamente, l’interessante e umoristico numero alla scala libera di Simon Nadeau – anch’egli con un passato al Cirque Eloize – apre la strada all’esibizione alla corda aerea di due graziose e talentuose fanciulle: Charlotte de la Bretèque e Saphorine Pètermann. Dopo l’intervallo, dove non è raro incontrare gli sguardi degli spettatori visibilmente soddisfatti rifocillarsi allegramente, si ritorna con le illusioni comiche del padrone di casa Johannes Muntwyler.
Si tratta chiaramente di un genere catalogabile al moderno e contemporaneo, con un linguaggio fruibile e una drammaturgia molto intensa, privo di tempi e momenti lenti e macchinosi, frequenti a volte, in questo tipo di spettacoli.
Michele Casale