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Gheddafi sotto la tenda, non sotto il tendone

Gheddafi col ministro Frattini

Circo è una parolaccia? La domanda purtroppo non è nuova, ma si è riproposta con il furore dell’attualità in occasione della straripante apparizione di Gheddafi in Italia. Certo gli ingredienti da “più grande spettacolo del mondo” il leader libico non se li è fatti – e non ce li ha fatti – mancare. Cavalli magnifici e rampanti capaci di ben figurare in qualsiasi competizione; “amazzoni” incaricate di svolgere più o meno la medesima funzione; e il tutto in obbedienza a una regia in base alla quale niente doveva accadere che non fosse sopra le righe. E subito i nostri giornali (la Repubblica, la Voce d’Italia, Il Giornale e altri ancora)

a titolare con la parola Circo l’accaduto con ciò bollando l’evento come quanto di più indecente si possa dare in un Paese come il nostro, in cui come è noto la quotidianità politica fornisce invece ogni giorno quei modelli di imperturbabilità, di impeccabilità, di correttezza nel linguaggio e nei fatti che tutti ben conosciamo. Sarebbe invece questa una buona occasione – se la turbolenza politica non tappasse occhi e orecchie – per domandarsi sul serio che cosa è Circo e che cosa non lo è. Circo è spettacolo che ci rimanda a millenni di felicità acrobatica, a millenni di reinvenzione dell’uomo nella posssibilità di giocare con il suo corpo e la sua fantasia. Due ore sotto lo chapiteau sono divertimento allo stato puro, sono due ore di sospensione nel tempo e nello spazio in cui tutto si può sognare come possibile. Chiunque si diletti di circo ha la felicità di scoprire che basta pagare un biglietto per ritagliarsi un “prima” e un “dopo” nella realtà di tutti i giorni, con tutte le sue grandi fatiche e con tutte le sue piccole miserie. In mezzo c’è quella interruzione di un paio d’ore che è interruzione vera, perchè è illusione di una realtà diversa rispetto alle tasse da pagare, ai lavori che attendono, alle mille sgradevolezze che passano sotto il nome di quotidianità. Ma questo cosa ha a che fare con Gheddafi? Fa spettacolo, è vero, questo leader africano che viene nella casa di San Pietro per squadernare la bontà dell’Islam: ma niente show, niente che faccia sorridere. Rappresenta, Gheddafi, la realtà drammatica di un mondo islamico che realmente vuol stabilire un rapporto di lavoro e di cultura con il mondo occidentale, ma per far questo deve pagare il prezzo di uno spettacolo destinato ben più alle platee di casa sua che non a quelle di casa nostra.  E questo non è festa, non è sospensione nel tempo. E’ richiamo a una realtà che dannatamente pesa sulla quotidianità del globo terrestre: l’esatto opposto del Circo.

Ruggero Leonardi

Short URL: https://www.circo.it/?p=1109

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