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Fus, Expo, 1° Maggio: è un’Italia che non mi piace

Il presidente Enc, Antonio Buccioni

Il presidente Enc, Antonio Buccioni

La Consulta dello Spettacolo, nella seduta di giovedì u.s., ha proceduto alla ripartizione del Fus per il 2015 assegnando al Circo e allo Spettacolo Viaggiante la cifra di 4.468.519 euro, pari all’1,1% dello stanziamento complessivo, il minimo storico. Ineccepibili le motivazioni tecniche addotte, inequivocabile tuttavia il segno politico che vede il Circo italiano mortificato in patria ed esaltato a pochi metri dal confine nazionale, leggasi Monte Carlo o Città del Vaticano. Indiscutibile testimonianza di deprimente medio evo culturale e socio-culturale, orchestrato da chi ha portato la considerazione verso la cultura popolare italiana più a livelli di Ghana che di Francia o di Germania.
Parlare di semplificazione suona nel caso del nostro settore quale una bestemmia. Fingere di non comprendere che l’apparato amministrativo di un esercente Circo o Spettacolo Viaggiante sia anni luce lontano da quello del Teatro alla Scala un autentico e premeditato oltraggio. Introdurre norme che scoraggino o rendano pressoché impossibile la positiva evasione di una pratica, si rivela un perverso disegno per dirottare poste di legittima spettanza verso porti meglio protetti da classe politica e poteri forti.
Quanto alle singolari opzioni culturali dell’Expo di Milano, persino la nobile interpellanza parlamentare dei senatori Carlo Giovanardi e Roberto Formigoni nei fatti non ha meritato la dignità di una risposta. Dicono a Napoli “parlo coo’ muro”. A questo punto non mi rimane che intraprendere la via estrema della verifica in sede giudiziaria e ciò, sia ben chiaro e a scanso di equivoci, legittima, ritenendo la proposizione sul mercato da parte del Cirque du Soleil, con la cui Organizzazione auspico un ulteriore decollo e un consolidamento di rapporti.
Riscontro attonito, da parte del presidente del Consiglio dei Ministri, l’esplicita minaccia di precettazione nei confronti dei lavoratori del Teatro alla Scala che intendano celebrare il prossimo 1° Maggio la propria sacrosanta festa di lavoratori. Al di la dei toni, che personalmente mi rievocano Scelba e la più arrogante delle esternazioni craxiane, mi chiedo, da immerso nelle tenebre ed in cerca di fari nella notte, ma gli scienziati geniali, architetti di questa epocale iniziativa che già tanto lavoro ha fornito a competenti autorità di vigilanza e di controllo, non potevano forse, dimostrando un elementare sensibilità nei confronti del mondo del lavoro, prevedere la rappresentazione della Turandot per la serata del 30 aprile? Considerando anche che il 1° Maggio, a meno che ciò non venga autoritariamente impedito, milioni di lavoratori italiani celebreranno la loro festa nelle più famose piazze delle più importanti città italiane, contendendo in tal modo all’apertura dell’Expo la maggiore attenzione dei media.
Questa non è la mia Italia.

Antonio Buccioni, presidente Ente Nazionale Circhi

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