All’inizio io ero anche fiducioso sulle modalità e sugli effetti della nuova riforma, perchè giudicavo in modo positivo lo sforzo richiesto ai circhi per dimostrare la propria qualità, la propria storia e in generale la propria importanza all’interno del panorama culturale italiano. Purtroppo però la classe dirigente italiana, che non si smentisce mai, pasticciona, incapace e superficiale quando si tratta di posti di lavoro, molto abile quando lo scopo è prendere soldi ai contribuenti (perchè sono le banche che fanno le leggi), sta riuscendo ad eliminare anche gli ultimi residui di tradizione, cultura e aggregazione che ancora sopravvivono nel nostro Paese.
Il trattamento riservato al circo ne è la prova: a prescindere da quella che è la risibile offerta di contributi in proporzione alle spese sostenute e al numero di persone impiegate nelle aziende circensi, sorge il dubbio che sia un preciso scopo politico quello di limitare il più possibile le occasioni di aggregazione.
La cultura fa paura ai politici, mentre l’isolamento delle persone gli fa comodo. A questo punto sarebbe stato molto meglio destinare i fondi del FUS per risolvere i problemi della fame (creati dalla politica stessa) e lasciare i circhi a sbrigarsela da soli. Questo non rispetto della dignità, del lavoro del circo, il fatto che alla fine non sia stato premiato chi si comporta onestamente ma chi agisce nell’illegalità, è avvilente: quante fra le società che hanno beneficiato del contributo sono società che essendo da più di 3 anni in perdita avrebbero dovuto essere già estinte per legge, mentre invece ce le ritroviamo come destinatarie dei contributi pubblici? Quante realtà inesistenti e di poco spessore sono risultate allo stesso livello di realtà importanti e consolidate che fanno parte della storia culturale del nostro Paese, solo perchè i professionisti hanno saputo manovrare e arrangiare le carte in modo furbo? E’ chiaro qual è il concetto di rispetto della legalità per le istituzioni italiane, d’altra parte lo vediamo tutti i giorni al telegiornale. A questo punto le cose sono due: o chiudiamo tutti, oppure cominciamo tutti a lavorare in maniera disonesta, invece che continuare a fare i fiori nel letame, perchè è forse l’unico modo che resta per far sopravvivere le nostre aziende e continuare a garantire il posto di lavoro che diamo a tante famiglie.
Senatore Livio Togni
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