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Flavio Togni “tecnico” di calcio

Flavio Togni (foto Andrea Giachi)
Ma cosa sono mai, cosa significano mai «gli occhi da tigre»? Perchè da qualche settimana che sia Iachini che Malesani, ripropongono con insistenza questa immagine. Con qualche differenza, in verità: il tecnico blucerchiato, dopo la gara col Bari, ha gridato: «Non ho visto nei miei ragazzi gli occhi da tigre…». Mentre Malesani, dopo la gara col Novara, soddisfatto e felice ha ribattuto: «Ho visto nei miei ragazzi… gli occhi da tigre!».
Chi poteva spiegare questa immagine se non un grande domatore italiano, uno dei più grandi davvero? È proprio a lui, Flavio Togni, domatore del Circo Americano (sarà a Genova a febbraio), abbiamo chiesto questa morbosa spiegazione.
Togni, lei che di tigri se ne intende, cosa significa «occhi da tigre»?
«Interessante domanda – ribatte lui sorridendo – significa che la tigre, quando ha davanti a s´ il boccone lo vuole difendere a tutti i costi e nessuno può toglierlo dalla sua bocca».
Ma l’affinità con il calcio?
«Secondo me il pallone, è il “boccone” per il calciatore, che lo deve difendere come una tigre. E quel pallone lo si deve difendere con occhi di fuoco, come sono quelli della tigre».
Normalmente la tigre non è… aggressiva e cattiva?
«No, assolutamente, quando non ha il boccone tra i denti è un simpatico gattone, che non farebbe male ad alcuno».
Lei Togni è sportivo, fa il tifo per qualche squadra, forse il Cesena, da buon romagnolo?
«Faccio tifo solo per l’Italia e quando vinse i mondiali tutti avevano sì “gli occhi di tigre”, possiamo ben dirlo. Difendevamo quel pallone come le nostre tigri».
Insomma, abbiamo chiarito. Il pallone come il «boccone» per il tigrotto. Questi occhi vorrebbero vedere Iachini nei suoi uomini, mentre Malesani li ha già scorti contro i novaresi. Il problema però rimane uno solo: oltre agli occhi, bisognerebbe che questi rossoblucerchiati assomigliassero davvero più a una tigre che ad un somarello. Occhi a parte.
Il Giornale