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Flavio Togni: “Gli elefanti sono destinati a scomparire dai circhi”

Flavio Togni sul podio a Monte Carlo come Clown d'Oro

La classe e lo stile di Flavio Togni fanno di lui un artista impareggiabile. Reduce dal successo di Monte Carlo, che gli ha fatto guadagnare il premio più ambito per un artista, il clown d’oro, dimostra di essere non solo un grande ammaestratore, ma soprattutto un uomo che, nonostante i ripetuti successi, non si è montato la testa, ma è rimasto semplice e “alla mano”. E forse, proprio la genuinità e l’umanità, unite alla bravura ed al talento, sono le doti che gli hanno consentito di arrivare così in alto nel firmamento circense.
Per Circo.it Flavio Togni si racconta con un pizzico di sana ironia.
Cosa fa un grande artista come lei, quando è a riposo, ovvero quando il Circo Americano è in pausa?
Pur essendo fermi con la stagione circense, non mi riposo mai. Rimango per la maggior parte del tempo a Verona, dove abbiamo la sede stabile dell’American Circus, ed insieme agli altri mi dedico alla preparazione degli spettacoli per la stagione successiva.

Flavio Togni nel quartier generale dell'American Circus a Verona fra animali di ogni specie

Com’è strutturata la sua giornata?
E’ una normale giornata di lavoro che inizia attorno alle 9. Lavoro con gli elefanti, i cavalli e le tigri, dato che proprio qui a Verona abbiamo la maggior parte dei nostri animali, e cerco di impostare al meglio i numeri che voglio proporre in pista.
Solitamente dedico un paio d’ore alle tigri (distribuite tra mattino e pomeriggio), una decina di minuti agli elefanti (perché hanno una memoria di ferro ed un’intelligenza da far paura, quindi non hanno bisogno di sessioni di lavoro lunghe) e circa 4/5 ore ai cavalli, sempre suddividendo il lavoro tra mattinata e pomeriggio.
Mi soffermo maggiormente sui passaggi del numero in cui vedo che l’animale ha più difficoltà. Ci vuole pazienza, ma alla fine il risultato è garantito. Il riposo per me esiste solo la domenica pomeriggio.
Quali novità sta preparando per la prossima stagione?
Non posso anticipare nulla, altrimenti rischio di rovinare la sorpresa… posso solo dire una cosa: sicuramente sarà una novità che piacerà molto ai bambini, perché ci sarà una parte dello spettacolo dedicata alla magia e alle grandi illusioni. Diciamo che sarà come entrare in una fiaba dove tutto diventa magico…
Con quali animali lavora di più?
La maggior parte del mio tempo la dedico ai cavalli, dato che il lavoro con loro risulta più difficile rispetto a quello con gli altri animali, per via del loro carattere e del loro temperamento. E’ più difficile addestrare un cavallo che non una tigre o un elefante. Poi, come dicevo, mi divido tra pachidermi e felini.

Flavio Togni e Stephanie di Monaco

Ne approfitta per vedere spettacoli di colleghi? Com’è il panorama dell’ammaestramento in Europa attualmente?
Certamente! Vedere il lavoro degli altri è la prima regola per costruire bene il proprio. Solo vedendo spettacoli altrui s’impara a diventare autocritici nei confronti del proprio operato, e magari a correggere quei piccoli difetti che potrebbero trasformarsi poi in errori. Credo che attualmente nel panorama circense si possano contare sulle dita di una mano le eccellenze nell’addestramento di animali.
Sono veramente poche le persone che sanno distinguersi in questo ambito: per me i migliori sono Fredy Knie (per il lavoro con i cavalli), Alexis Gruss junior e Lucien Gruss. Il motivo per cui c’è carenza di addestratori eccellenti, a mio avviso, è a causa delle polemiche che negli ultimi tempi (per via degli animalisti) hanno investito questa figura. Quindi da eroe della pista, l’ammaestratore è diventato l’aguzzino della situazione.
Come arrivano gli animali nei circhi?
I grandi felini nascono quasi tutti in cattività. La situazione è invece più delicata per gli elefanti, perché ora non si possono più acquistare. Prima si poteva importarli dal paese d’origine e quindi non ci si poneva nemmeno il problema di farli accoppiare, perché comprarli era sicuramente più facile e più veloce, ora invece è stato imposto un divieto sull’acquisto dei pachidermi. E questa è la causa principale della futura scomparsa degli elefanti dai circhi.
Mentre i cavalli?
L’acquisto dei cavalli avviene negli allevamenti specializzati: gli ultimi cavalli di razza araba che il nostro circo ha acquistato provengono da un allevamento che si trova in Campania. Abbiamo dei veri e propri “agenti” che ci fanno da tramite, ovvero individuano gli esemplari con le caratteristiche che ci interessano, ed una volta trovati ci avvertono affinché possiamo andare a visionarli direttamente sul posto. Tutto, naturalmente, avviene in maniera legale, perché ad ogni spostamento di un circo ci sono i controlli dei veterinari della Asl, della guardia forestale e dell’ufficio benessere degli animali. E’ un iter obbligatorio e necessario, e come si può ben capire non sarebbe possibile, neppure volendo, eludere questi controlli.
Valentina Ripa

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