Non è sempre vero che nemo propheta in patria. Daniele Finzi Pasca riceverà infatti il prossimo novembre l’Anello Hans Reinhart 2012, il riconoscimento della Società svizzera di studi teatrali (con il sostegno dell’Ufficio federale della cultura) “all’uomo di teatro a tutto campo che ha saputo imporsi nel mondo intero con spettacoli universali nella loro capacità di parlare direttamente all’animo umano”. Si tratta del premio più prestigioso in ambito teatrale assegnato in terra elvetica dal lontano 1957 e per ora si conosce solo il mese in cui è prevista la cerimonia, ma non il giorno. Si sa invece che è prevista anche la pubblicazione di un volume plurilingue dedicato al lavoro dell’artista e della sua compagnia.
L’attore, regista e coreografo svizzero divenuto famoso al grande pubblico per le sue creazioni di circo-teatro, è nativo di Lugano, cresciuto in Ticino, una terra priva di una tradizione teatrale consolidata e di quelle strutture in grado di supportarne l’attività nel lungo periodo. Eppure è da li che è sbocciato Daniele Finzi Pasca. “Fedele alla figura del clown, interpretata in chiave contemporanea ma con rispetto per la tradizione, il suo teatro attraverso le emozioni e la commozione lavora con le nostalgie, con il bisogno di tenerezza, con il bambino che è ancora in noi per ridestarne l’incanto. Quella di Finzi Pasca non è una fuga dalla realtà, ma una delle possibili interpretazioni della realtà. Il suo teatro, ironico e malinconico al contempo, interroga, non dà risposte: sull’amore, sulla differenza, sulla solitudine, sulla marginalità, sulla migrazione”, scrive la Società svizzera di studi teatrali nell’annunciare il premio.
In Svizzera, Finzi Pasca insieme al fratello Marco e con la musicista e coreografa Maria Bonzanigo, ha dato vita al Teatro Sunil elaborando una visione della clowneria, della danza e del gioco e una tecnica teatrale che battezzano “teatro della carezza”.
Fra i suoi primi spettacoli importanti «Icaro», del 1991, che con oltre 700 repliche viene regolarmente rappresentato in tutto il mondo. Con Maria Bonzanigo, con la quale il sodalizio artistico dura tutt’oggi, e con un nucleo sempre più solido di fedeli collaboratori dirige una ventina di spettacoli per il Teatro Sunil.
L’incontro con la compagnia Carbone 14 di Montréal porta nel 2000 alla creazione di «Visitatio» ed apre le porte ad un ciclo di grosse e spettacolari produzioni di circo-teatro. Fra queste Rain (2003), spettacolo prodotto dal Cirque Eloize per il quale ottiene la nomination come miglior regista per il Drama Desk Award a New York e che in otto anni di tournée sarà visto da 750 mila spettatori in oltre mille repliche. Nel 2005 scrive e dirige «Corteo» per il Cirque du Soleil, l’anno seguente è autore e regista della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali di Torino.
Sempre appoggiandosi allo stesso team creativo Daniele Finzi Pasca approda alla regia d’opera nel 2009 con «L’Amour de loin» per l’English National Opera di Londra, a cui nel 2010 segue «Donka», spettacolo commissionato dal Festival Chechov di Mosca in occasione dei 150 anni dalla nascita di Anton Chechov. Nel 2011 con la regia dell’opera “Aida” di Giuseppe Verdi per il Teatro Mariinsky di San Pietroburgo ottiene le nomination quale miglior regista e miglior opera lirica russa. Nello stesso anno con i compagni di lungo corso Antonio Vergamini, Hugo Gargiulo, Julie Hamelin e Maria Bonzanigo fonda la Compagnia Finzi Pasca. Lo scorso luglio il Teatro San Carlo di Napoli ha ospitato il nuovo allestimento di Pagliacci, la celebre opera di Ruggero Leoncavallo della quale Daniele Finzi Pasca ha curato la regia.
“Dalle mie parti, in Svizzera, il celebre Circo Knie, arrivava (ed arriva) ogni anno a cavallo di novembre e dicembre, nel periodo delle prime nevicate. Si muoveva per treno. Gli animali venivano scaricati dai vagoni e camminavano lungo le strade della città per arrivare al luogo dove era montato il tendone. Veder passare questo serraglio, sentire l’arrivo del circo, la sua partenza sono tra i ricordi di infanzia più belli. Il senso di un vagabondare di gente strana. Per me il circo è come se fosse venuto dall’oriente, da terre magiche. È sempre stato un po’ come il portatore di qualcosa di esotico, inaferrabile e allo stesso tempo profondamente umano. Per me il circo è semplicità. Quello che faccio non è circo ma gli è molto vicino”. Così ha raccontato in un’intervista ad Alessandro Serena il suo feeling col circo. Lo svizzero Daniele Finzi Pasca è oggi una risorsa per il mondo.