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Festival di Budapest: applausi ai vincitori e a chi lascia

dal nostro inviato Alessandro Serena


Istvan Kristov insieme ad Alain Frère (foto tratta dal sito del Museo del Circo di Frère)

Dopo le polemiche che avevano accompagnato le dimissioni del direttore artistico del Festival di Budapest, Kristian Kristof, l’applauso più grande da parte di tutti gli artisti in gara, ospiti, operatori, giornalisti o semplici appassionati che affollavano la sala ricevimenti dell’Hotel Benczur, nei pressi del circo stabile di Budapest è scoppiato fragoroso quando il nuovo direttore della Maciva (l’ente magiaro per il circo e il varietà) Zsigmond Kriza ha ricordato chi è stato il fondatore del Festival: Istvan Kristov. Alla vigilia della conclusione di un mandato durato per venticinque anni, l’affetto di tutti si è fatto sentire come meritato premio per un quarto di secolo di preziosa attività. È probabile che in futuro nei libri di storia il suo nome verrà ricordato fra i grandi del settore.

Kristian Kristof

Così come è probabile che il talentuoso figlio Kristian sia destinato a tornare ben presto a collaborare con il Circo di Stato, come si augurano molti.
Ma gli applausi sono andati anche ai vincitori di questa bella edizione di una rassegna che sempre di più focalizza l’attenzione del settore. Non sono bastati le recenti vicende politiche, la chiusura della compagnia aera di bandiera (la Malev) e il maltempo che imperversando in tutta Europa ha provocato la chiusura dell’aeroporto della capitale ungherese. Alla manifestazione erano presenti tutti gli artisti previsti in gara e numerosissimi operatori in un’atmosfera che, anche se turbata dai fatti sopra citati, è comunque fra le più cordiali ed informali fra tutte le kermesse del genere.
La giuria, composta da personaggi di spicco del mondo circense (fra i quali il nostro David Larible, in verità in parte sostituito dal padre Eugenio), ha deciso di conferire due Pierrot d’Oro, due d’Argento e tre di Bronzo.
Oro alla coppia di trapezisti a bassa altezza Chilly & Fly, canadesi, che hanno stupito con exploit tecnici rari a vedersi in una ancor più rara disciplina.

Troupe Rokashkov

Primo posto anche per i ballerini acrobatici alle barre parallele dei Rokashkov. Un quartetto di straordinari acrobati che trasformano gli esercizi di una disciplina sportiva in un tango romantico e suggestivo.
Pierrot d’Argento all’angelo nero del Kazakistan, Darkan, per la sua performance di cinghie aeree. E al giocoliere comico (e a volte bendato) Johan Wellton, rappresentante della nuova scuola di giocoleria svedese.
Pierrot di Bronzo alla algida e perturbante Elisa Khachtryan, che propone la classica icona circense della ballerina sul filo, danzando sulle punte a dieci metri di altezza.
Terzo posto anche per un virtuoso del diabolo proveniente dal Belgio, Sebastien Nicaise, che ha avuto l’astuzia di usare una musica tipica locale, una classica ciarda magiara che ha fatto scatenare gli spettatori.

Alexandre Lane

Ultimo Bronzo per il canadese Alexandre Lane, per i suoi passaggi nella ruota Cyr, una specie di “uomo di Leonardo” in elegante movimento.
È rimasto fuori dal podio il numero di felini di Andrey e Natalia Shirolakoff, un’originale creazione con pantere, ghepardi e tigri capaci di saltare su colonne poste ad altezze diverse. Si sono consolati con il Premio speciale David Larible per la performance più originale, ma sembravano meritare comunque di più. Del resto ogni kermesse del genere lascia sempre scontenti artisti o critica sulla bontà delle decisioni del consiglio giudicante.
Su una cosa tutti sono stati d’accordo, che agli operatori ogni singola sedia del circo, ogni singolo faro, ogni singola nota dell’orchestra del festival ha ricordato il lavoro di anni di Istvan e Kristian Kristof ed è a loro che sono stati dedicati gli applausi più forti.

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