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Festeggiata anche in Afghanistan la Giornata mondiale del Circo

I giovani artisti dell'Afghanistan per il World Circus Day

 

Centoventicinque eventi realizzati in quaranta paesi del mondo, che hanno visto il coinvolgimento di 160 partner. Decine di migliaia i partecipanti, soprattutto famiglie, bambini accompagnati da mamma e papà, ma anche tantissimi giovani e meno giovani.

La principessa Stephanie

E’ il bilancio straordinario della seconda Giornata mondiale del circo, voluta dalla Federazione Mondiale del Circo, che ha colorato e animato le città attraverso i “tendoni aperti” e una miriade di piccole e grandi manifestazioni in occasione del 16 aprile. La principessa Stephanie di Monaco, che ha patrocinato l’iniziativa, ha già espresso la sua gratitudine a tutti coloro che con passione, professionalità ed entusiasmo hanno contribuito al successo della Giornata. E non c’è niente di esagerato nelle sue parole.
Ad impreziosire il tutto, il messaggio del Pontificio Consiglio dei Migranti che ha ricordato agli Stati e ai Governi “il loro dovere di tutelare i diritti dei circensi, affinché anch’essi possano sentirsi, a tutti gli effetti, parte integrante della società”. Nel testo, firmato dal presidente del Pontificio Consiglio, mons. Antonio Maria Vegliò e dal sotto-segretario padre Gabriele Bentoglio, si chiede alle amministrazioni pubbliche “di riconoscere il valore socio-culturale dello spettacolo circense, contrastando ogni eventuale forma di marginalità e di pregiudizio nei confronti dei circhi”, e alle istituzioni pubbliche lo sforzo di “favorire la professionalità dei giovani artisti del circo”. Un accenno anche al tema degli animali, “dimostrando che l’uomo può stabilire con essi relazioni di intesa e di affascinante bellezza”, in un clima di rispetto e di “adeguato trattamento degli animali, tenendo conto del loro benessere”. Il circo, sottolinea la chiesa, è uno “spazio privilegiato per rompere la solitudine e superare l’anonimato, per apprezzare la bellezza di giochi ed esibizioni, di esercizi atletici e artistici, e per ridestare una speranza, che è apportatrice di pace interiore pur fra sofferenze, ansie e frustrazioni della vita”. Ma, ancora più importante, la chiesa riconosce “il valore sociale, culturale e pedagogico dei circhi, che fa di essi luoghi straordinari di aggregazione, ove i circensi possono svolgere un’azione educativa, peculiare della loro arte, soprattutto nel dialogo con i più piccoli”. Perché il circo favorisce “la socializzazione, aiuta a sviluppare creatività e fantasia”, fa nascere – come ricordava Giovanni Paolo II – il sorriso dei bambini e illumina lo sguardo disperato delle persone sole, attraverso lo spettacolo e la festa, rende gli uomini più vicini gli uni agli altri.
Circus Day all'Accademia (Foto Andrea Giachi)
Partiamo dall’Accademia d’Arte Circense di Verona per raccontare il coinvolgente contagio che il circo ha saputo mettere in campo in questa Giornata. Preparato dalla distribuzione di volantini recapitati a tutte le scuole della città scaligera, il programma si è snodato dalla mattinata (riservato alle scolaresche) al pomeriggio (aperto a tutti) con le esibizioni degli allievi interni e dei tantissimi esterni – soprattutto veronesi – che seguono con entusiasmo i corsi tenuti dagli istruttori. Particolarmente soddisfatti dell’esito e dell’affluenza sia il presidente Egidio Palmiri che il direttore Andrea Togni, visto anche l’eco mediatico ottenuto.
Guest star indiscussa, Flavio Togni, clown d’oro all’ultima edizione del Festival di Monte Carlo, che ha catalizzato i presenti con numeri di alta scuola nei quali è maestro.
Porte aperte anche al Cedac di Verona

Sempre a Verona il Centro Educativo di Documentazione delle Arti Circensi ha aperto la propria sede di via Garbini dalle 10 del mattino alle 18 con orario continuato a tutti coloro che hanno scelto di compiere una sorta di grande viaggio nel tempo attraverso la storia del circo dalle origini ai giorni nostri, ripercorrendo le tappe dei protagonisti più illustri della pista di sempre. Il Cedac, infatti, custodisce materiali preziosi che risalgono anche a qualche secolo addietro: volumi, manifesti, locandine, filmati e costumi.
I circhi, da nord a sud, si sono concentrati su ciò che da sempre catalizza la curiosità del pubblico: assistere alle prove degli artisti sotto allo chapiteau per capire come nascono i loro numeri e magari carpirne qualche segreto, vedere con i propri occhi come vengono ammaestrate le specie esotiche e non, e toccare con mano la vita degli animali che fanno parte dello zoo viaggiante. E dai fruitori dell’antico spettacolo della pista è arrivata una soddisfazione palpabile, insieme all’incoraggiamento alla gente del circo a tenere alta la loro tradizione artistica e culturale.
Fra i tanti appuntamenti che si sono svolti a livello internazionale, merita di esserne ricordato uno in modo particolare, sia per il suo significato e sia perché si è svolto in un paese che di festa e di divertimento ha davvero bisogno. Il World Circus Day è stato festeggiato anche in Afghanistan, grazie ai giovanissimi artisti del Mobile Mini Circus for Children di Kabul, in parte approdati a Bagnacavallo al “Circo della pace” e con i quali si era intrattenuto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo scorso gennaio nella prefettura di Ravenna. Nove le televisioni che hanno ripreso le performance dei ragazzi di Kabul, e ad applaudire c’era un pubblico molto eterogeneo formato anche da tante donne quasi interamente coperte dal velo e da tantissimi giovani. Un bel segnale di speranza per questa terra martoriata.
La splendida collezione di clown (immagine tratta dal sito del Cadec)

Fra le curiosità, che danno l’idea di una contaminazione che va ben oltre il cerchio dei circensi “per mestiere”, una bellissima mostra che ha esposto la collezione privata di clown del prof. Agide Cervi (del Club Amici del Circo, e il Cadec l’ha patrocinata), ben cinquemila, di tutte le forme e misure. Un evento nell’evento, che si è andato a collocare all’interno della “fiera di primavera” di Poviglio, in provincia di Reggio Emilia.