di Piero Messana
Servizio fotografico di Luca Franchina
Va in scena dal 2010 ed ha girato mezza Italia passando anche dalla capitale. Si tratta dello spettacolo di teatro equestre “Equus, il sogno del Centauro” che stavolta, grazie al patrocinio del comune di Castelvetrano, ha ripreso vita in una splendida e suggestiva cornice: le Latomie di Selinunte. Il teatro delle Latomie è realizzato in una delle antiche cave da dove, secoli avanti Cristo, gli abitanti estraevano il materiale lapideo per l’edificazione degli edifici templari dell’antica città di Selinunte, una delle più grandi dell’epoca con ben 60 mila abitanti.
In un anfiteatro realizzato dinanzi ad un’alta parete delle ex cave, sormontata da decine di ulivi selvatici, l’opera ha ottenuto un grande successo con tre sold-out in altrettante serate.
Giuseppe Cimarosa, 30 anni, originario di Castelvetrano, ha vissuto a Roma dove ha studiato archeologia all’Università La Sapienza. Appassionato di cavalli sin da bambino, ha fatto la sua prima esperienza di teatro equestre nel 2006. Suo maestro ispiratore è stato il famoso Bartabas (all’anagrafe Clement Marty), fondatore del teatro equestre «Zingaro» in Francia. L’artista siciliano, lo scorso anno, ha vinto “Talenti&Cavalli” ed a novembre sarà ospite, a Verona, del Galà d’Oro allestito da Antonio Giarola.
“Il sogno del centauro” mette assieme tantissimi aspetti dell’arte: circo, canto, musica, mitologia, danza, luci, colori e suggestioni. Mondi diversi e apparentemente lontani possono talvolta incontrarsi, dando vita a realtà nuove. In questo lavoro le diverse forme espressive si confrontano e si uniscono in un canto che riemerge dal profondo dell’animo umano. Poesia, virtuosismo fisico, danza e musica ruotano attorno al cavallo ed il cavallo ruota attorno a tutte queste cose.
Le essenze opposte si avvicinano, fino a unirsi in un rapporto simbiotico fatto anche di bene e male. Da qui nasce il centauro, fusione tra uomo e animale, tra bianco e nero, tra cielo e terra. La strana creatura non riesce ad armonizzare le parti che lo compongono, combatte e soccombe.
Davvero ricco il cast di artisti in scena: tre cavalieri, dieci danzatori, due cantanti, un fuochista, due danzatrici aeree, due danzatori di Tai-tango.
Complessa la macchina scenica con tre cavalli (due frisoni neri e un lipizzano) e una gru di trenta metri per i numeri di tessuto aerei. In scena, oltre al deus ex machina dello show, Giuseppe Cimarosa (acrobazie a cavallo, alta scuola di equitazione ed anche danza), la cantautrice Eleonora Giudizi, in arte Velka, che ha realizzato i brani assieme allo stesso regista, l’attore Paolo Bono, la danzatrice Clelia Fumanelli. Nelle tre serate castelvetranesi, fra i danzatori, ha esordito da vero protagonista anche il giovane ballerino alcamese Enrico Valenti, formatosi a Milano all’Accademia “Deas”, vincitore del secondo premio al concorso nazionale “Taranto Danza” ed ora esponente di Hdemia Danzarkè.
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