Dal nostro inviato Alessandro Serena
È noto che gli eventi più importanti per il principato di Monaco sono il Gran Premio di Formula uno e il Festival del Circo. Molto diversi fra loro, con qualche punto in comune, soprattutto logistico. Gli appassionati di automobilismo lo sanno. Nel circuito della formula uno l’unica tappa che riposa un giorno è Monte Carlo.Ci sono le prove libere il giovedì, riposo il venerdì, qualifiche il sabato e la gara domenica. In questo modo il principato aumenta la durata della permanenza media di piloti, staff dei team, operatori e spettatori, aumentando di conseguenza l’indotto positivo su hotel, ristoratori, etc. e contribuendo ad aumentare l’atmosfera particolare ed il fascino inimitabile. La stessa cosa capita con il Festival del Circo: prima le gare di qualificazione si tenevano dal giovedì alla domenica e il lunedì era previsto lo spettacolo di gala con esibizione dei numeri premiati e consegna dei relativi trofei. Da qualche anno il lunedì è giorno libero e la serata di consegna delle statuette è stata spostata al martedì.
Così oggi è giornata libera al Festival del Circo. Del resto tutti gli artisti dovranno ben riposare dopo le emozioni di ieri sera. Come d’abitudine il comitato organizzativo ha invitato tutti i partecipanti e un gran numero (ma selezionato) di addetti ai lavori nella sala delle feste dell’Hotel Fairmont (proprio quello della curva del circuito di F1). La cena, quest’anno servita ai tavoli in un salone elegantemente addobbato, è un ulteriore momento di incontro fra artisti ed agenti, direttori di circhi, giornalisti. Anche se in realtà durante la prima oretta nessuno ha troppa voglia di parlare e si sente solo un leggero brusio. Si resta in attesa dell’ingresso della giuria, presieduta dalla SAS la Principessa Stephanie, riunita altrove in camera di delibera per decidere dei premi da assegnare.
L’ingresso della giuria è annunciato dalla consueta marcetta, da quarant’anni sigla ufficiale della manifestazione. E da quel momento il brusio diminuisce e la sala resta in trepidante silenzio.
Il direttore del comitato organizzativo, Urs Pilz, dopo aver ringraziato il suo gruppo di lavoro ed in genere tutti i partecipanti per l’ottimo lavoro svolto, legge il lungo elenco dei premi dei donatori, trofei speciali assegnati da importanti organismi, circhi o altro. Al termine passa il microfono alla Principessa che legge l’elenco dei premi più importanti: menzioni speciali e soprattutto i Clown, partendo dall’ultimo, il Bronzo, sino al primo, l’Oro. In quel momento il silenzio diventa assoluto. Per un artista conquistare un trofeo importante può determinare un cambiamento significativo della propria carriera.
Quest’anno la Principessa ha letto un elenco di 11 trofei, oltre ad una menzione speciale della Giuria, partendo dal basso. La menzione è andata agli acrobati ballerini ucraini della troupe Bingo. I sei Clown di bronzo sono andati agli sbarristi Flying to the Stars, al Duo Israfilov (ballerini alle cinghie aeree), ai due pattinatori francesi Skating Pilar, ai trapezisti Zuniga, al passo a due equestre degli Stipka e alla dimostrazione di forza e acrobazia della troupe mongola dei Khadgaa.
Tre Clown d’Argento. Ai leoni del ballerino di tip tap Vladislav Goncharov, alla troupe di acrobati all’altalena russa dei Vorobiev, e alle sorelle equilibriste Azzario.
Due Clown d’oro alla famiglia di Rene Casselly per i loro cavalli e soprattutto elefanti ammaestrati e alla Troupe acrobatica di Shanghai per la troupe di acrobati alla bascula e per lo straordinario equilibrista Cai Yong.
Per l’Italia, che non aveva artisti in gara, si tratta comunque di un ottimo risultato, perché l’Argento alle Azzario, diplomate all’Accademia d’Arte Circense di Verona, rappresenta un ulteriore aumento dei trofei nella bacheca dell’istituto di formazione scaligero.
Al termine del lungo elenco gli artisti premiati hanno esultato, chi più, chi meno. Alcuni entusiasti, altri convinti di meritare di più. Poi sono iniziate le danze, per alcuni celebrative, per altri di consolazione. Una delle principali osservazioni della critica è stata l’opportunità di attribuire ai cinesi della troupe di Shangai il Clown d’Oro per i due numeri presentati, perché in realtà il primo non aveva convinto, mentre il premio al giovane equilibrista Cai Yong è meritatissimo. Inoltre è rimasto fuori dai premi il giovane giocoliere prodigio Ty Tojo, forse punito per il successo dimostrato. Non hanno conquistato nessun premio importante il ventriloquo Marc Metral e l’acrobata Erika Lemay. Due star delle rispettive discipline, che però in effetti non avevano conquistato il pubblico dello chapiteau di Fontvieille. Alcuni critici avevano pensato che la giuria avrebbe comunque premiato un lavoro che negli anni ha meritato molti apprezzamenti, ma non è stato così. Il circo, nel suo circuito più prestigioso, è più spietato della Formula Uno e decreta verdetti a volte inaspettati.
I premi a volte possono lanciare un artista nel firmamento, meno spesso la mancata consegna di un premio lede una carriera. Se un artista è già affermato rimarrà celebre per quanto di buono ha fatto negli anni, se è in ascesa, questa non sarà interrotta, ma anzi spesso stimolata ad accelerare. Ci sono stati casi eclatanti in passato, due su tutti, che hanno mancato l’appuntamento con i trofei alla prima partecipazione ma poi sbancato vincendo un Clown d’oro: Anthony Gatto e i fratelli Pellegrini.
Certo, nella Formula Uno un buon cambio gomme dura pochi secondi, mentre nel circo ci vogliono a volte anni per sistemare dei dettagli. Ma qui sta molta parte della crudeltà e del fascino di questa arte.