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di Alessandra Borella

“Le donne e gli elefanti non dimenticano mai un torto subito”. Così recita un antico proverbio. Sarà vero? Non lo si può confermare, né per le une, né per gli altri. La cosa certa è che il rapporto tra il gentil sesso e il pachiderma è consolidato nella storia, più che dalla presunta e condivisa memoria lunga per le offese, dalla disciplina circense che coinvolge domatore a animale domato, sulla quale si fondano le origini del circo tradizionale, evolutosi dallo spettacolo equestre.
Vi chiederete cosa c’entrino in questa sede donne ed elefanti. Si parla di stile, non di tecniche di addestramento, né tantomeno di corteggiamento amoroso o di sterili polemiche animaliste. Niente paura. Non è nemmeno la storia di Susy, la ragazza dalla “pelle di elefante” nella Berlino di inizio Novecento, una sorta di versione femminile di The Elephant Man, il protagonista deforme del celebre film di David Lynch del 1980. E’ solo che l’altro giorno, navigando sulla scia delle immagini di Fashion Circus, mi sono imbattuta in uno scatto che mi ha incuriosito: un servizio fotografico di André Häfliger per il marchio svizzero Grieder allestito nella pista del circo Knie. Guardatela bene (foto 1):

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Non vi ricorda qualcosa? Un elefante, una modella che lo sfiora quasi con ardire, l’ambientazione circense. Ma sì, come dimenticare la fotografia di Richard Avedon al Cirque d’Hiver nel 1955, battuta recentemente all’asta per più di 800.000 mila dollari? Una delle mie fotografie preferite, di cui abbiamo parlato in Dovima e gli elefanti e di cui mostriamo qui anche una seconda versione, meno conosciuta (foto 2 e 3).
Le somiglianze con lo scatto di Avedon, senza nulla togliere a quest’ultimo, la cui fotografia è nettamente superiore da un punto di vista artistico, sono più d’una:
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la donna che si appoggia all’animale, in questo caso Sophie Strobele e l’elefante Ceylon (in Avedon la modella Dovima è immortalata tra due elefanti) con lo sguardo rivolto lontano dall’obiettivo. Lo scatto di moda è volto a mostrare, esaltare, pubblicizzare l’abito (nello scatto di Avedon lo stilista è il giovane assistente di Christian Dior, Yves Saint Laurent).
Il binomio donna-elefante, e più in generale donna-animale del circo, è passato nel tempo dall’essere parte di una disciplina circense, l’ammaestramento degli animali, a oggetto di scatti di moda, vero e proprio protagonista di un’espressione stilistica che porta la firma dell’ispirazione circense e della sua atmosfera.
Facendo un percorso a ritroso, vorrei partire da alcuni scatti pubblicitari o di moda che rappresentano una moderna relazione tra il genere femminile e il grosso e tenero animale, immortalato talvolta in ambientazioni circensi, altre volte immerso nella natura, per giungere all’origine di questo antico rapporto, testimoniato da immagini di repertorio che ritraggono le artiste vere del circo d’altri tempi (quelli delle nostre nonne).
Pian piano l’estetica dell’immagine lascia spazio alla tecnica della disciplina, cambiano i soggetti e la funzione stessa delle fotografie: da modelle a intrepide signore dello spettacolo, da manifesto pubblicitario a documento storico, da finzione a realtà.
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Vediamo su Vogue, nel dicembre 2009, una modella che “cavalca” indossando Chanel (foto 4), nel maggio 2011 Reese Witherspoon, immortalata da Peter Lindbergh in “A day at the circus” per promuovere il film “Come l’acqua per gli elefanti” (foto 5 e 6) e l’indossatrice Jessica Stam nel servizio fotografico per una campagna di moda Autunno/Inverno 2006, comodamente seduta sulla proboscide che la avvolge, sollevata ad almeno due metri da terra (foto 7).
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Da notare il prestigioso Calendario Pirelli, edizione 2009, ambientato in Africa (foto 8): le modelle, davanti all’obiettivo di Peter Beard, sembrano passare in secondo piano rispetto agli elefanti che compaiono, possenti e quieti, in numerosi scatti.
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Seguono alcune immagini di moda poco conosciute in cui la modella appoggia una mano sulla zanna dell’elefante con disinvoltura, è in piedi,
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in equilibrio sulle zanne in riva al mare, dondola appesa ad esse o sembra riposare dolcemente, accoccolata sulla proboscide (rispettivamente foto 9, 10, 11, 12) e tre fotografie davvero particolari (foto 14,15,16). Le varianti della coppia sono l’elefante di pietra dal quale oscilla un abito di tulle nella foto 13 e una piccola donna che legge un libro, appollaiata sopra una “seggiola” davvero speciale (foto 16).
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Tornando indietro nel tempo, troviamo scatti in cui donna ed elefante si dividono la scena in alcune immagini di repertorio dedicate alle donne del circo, acrobate e addestratrici di animali (foto 17-23). Nella foto 24, datata 1956, la piccola circense Diana Benneweis abbraccia la proboscide del suo elefante, e nella foto 25, è l’elefante Anna May ad essere femmina, perché di fronte a lei c’è il piccolo Stormy Williams.
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Chiude la serie la celebre Helena Swoboda, meglio conosciuta come Hella “Medrano”, moglie di Renato Medini dal 1946. Lei e le sue sorelle sono state celebri cavallerizze nella Vienna degli anni Cinquanta (foto 26).
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Le fotografie qui pubblicate, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte ai sensi degli articoli 65 comma 2, 70 comma 1 bis e 101 comma 1, della legge 22 aprile 1941 n.633.