
Ma siamo proprio sicuri che quello di Bologna sia un regolamento all’avanguardia? All’inizio della settimana sul tavolo del primo cittadino di Bologna arriverà una letterina molto precisa nella quale l’Ente Nazionale Circhi farà sostanzialmente notare agli amministratori pubblici che due sentenze del Tar di Bologna, una del 2010 e una recentissima, del novembre 2011 (riguarda il Comune di Ferrara), davanti ai divieti stabiliti da due Comuni della regione Emilia Romagna, che quelle ordinanze e regolamenti sono assolutamente “fuorilegge”. L’Ente Nazionale Circhi chiede dunque una modifica rapidissima al regolamento vigente sull’attività dei circhi a Bologna, nel senso che l’Amministrazione farà bene ad uniformarsi alla normativa vigente, come accade nel 99% dei Comuni italiani. Per ora Bologna si comporta come ha spiegato il neocardinale Antonio Maria Vegliò nell’intervista concessa ieri al nostro giornale: “… i circhi tradizionali devono far fronte alla politica di Amministrazioni pubbliche che contrastano l’impiego degli animali nello spettacolo, cosa che invece è apprezzata dal pubblico. Gli esercizi con gli animali sono tipici del circo classico, dove l’esibizione artistica dimostra che l’uomo può stabilire relazioni di intesa e di collaborazione con gli animali, grazie ad un addestramento rispettoso e positivo”.
Comunque il Comune di Bologna avrà un tempo abbastanza ristretto per uniformarsi alla legislazione nazionale e alle sentenze dei Tar, in caso contrario partirà un ricorso con annessa richiesta di risarcimento dei danni subiti per l’inattività dei circhi.
