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Divieti ai circhi: fuochi di paglia a Faenza

Stefano Orfei Nones con Artù
Presentata dalla lista 5 Stelle (Grillo) “Fatti sentire”, il consiglio comunale di Faenza ha approvato a maggioranza una mozione su “utilizzo di animali appartenenti a specie selvatiche in spettacoli e altri intrattenimenti”. Nelle notizie di cronaca locale regna un po’ di confusione e si parla addirittura di “ordinanza votata nel consiglio comunale“, ma la sostanza è questa: il movimento 5 stelle, utilizzando contenuti da copia-incolla (si parla di circo con animali come qualcosa di “folkloristico”, e questo dimostra la crassa ignoranza che regna sovrana), e stando a quanto riferiscono sempre le solite cronache, anche parecchio lacunosi (vedremo perché), è riuscito nell’intento di far approvare una mozione che per il momento non ha alcun valore normativo. Si tratta solo di una mozione che “impegna il sindaco e la giunta ad approvare” un nuovo regolamento in materia di circhi e animali. La filosofia di base di questo regolamento è, appunto, riciclata da una serie di “suggerimenti” che gli animalisti avanzano da anni alle amministrazioni comunali e che quindi sono improntati a faziosità e scarsissima conoscenza del problema. Quel che stupisce è che amministratori preparati possano cadere in un simile giochetto. Già due Tar dell’Emilia Romagna, quello di Parma e di Bologna, hanno “cancellato” atti amministrativi molto simili, se non identici nella sostanza, a quello votato a Faenza. Il caso più clamoroso e recente è quello di Ferrara, dove il sindaco nel 2010 aveva introdotto una ordinanza di divieto all’utilizzo delle specie esotiche, riprendendo le linee guida Cites (che però dettano condizioni di mantenimento e stabulazione e non vietano), ma – impugnate dal circo Moira Orfei – è stato costretto a rimangiarsele e il famoso complesso circense ha potuto tranquillamente fare tappa a Ferrara. Dunque, che cosa spinge consiglieri comunali che dovrebbero possedere i rudimenti del diritto, a saltare a piedi pari i pronunciamenti dei Tribunali? Forse il fatto che le spese legali non le pagano consiglieri comunali, sindaci e assessori, ma i cittadini da loro amministrati? Se così stanno le cose d’ora in poi bisognerà, oltre ai ricorsi ai Tar, informare anche la Corte dei Conti per lo sperpero di denaro pubblico conseguente a certi atti amministrativi, in modo che chi vota determinate mozioni sia poi chiamato, una volta che siano diventate atti vincolanti, a risponderne di tasca propria. Nella mozione si leggono vere e proprie clamorose imprecisioni, come quella che indica i Comuni di “Torino e Ferrara” come realtà che avrebbero “approvato ordinanze o regolamenti il cui modello, similmente a quello proposto con questa mozione e adeguandosi alle valutazioni espresse dalla Commissione Scientifica CITES del Ministero dell’Ambiente (vedi Allegato – Prot. n. 34891 del 20.09.2011), concede l’attendamento ai circhi che non detengano animali il cui modello gestionale non sia stato trovato incompatibile con la vita in una struttura mobile”. Ferrara ci aveva provato, come è stato spiegato, ma è tornato ad essere un comune nel quale i circhi hanno libera cittadinanza. Torino non l’ha mai adottata, e il dibattito che si è sviluppato all’epoca del sindaco Chiamparino non ha portato alla introduzione di divieti. Divieti sussistono in alcuni pochissimi comuni solo perché nessun circo li ha ancora chiamati a rispondere davanti ad un Tar, fatta eccezione per Bologna, che proprio in questi giorni è sotto i riflettori dell’Ente Nazionale Circhi e le prossime settimane saranno probabilmente decisive.
Per gli amministratori di Faenza che avessero voglia di capirne qualcosa di più su circhi e animali, suggeriamo quantomeno di verificare anche altre fonti, come il parere della dottoressa Raffaella Cocco, esperta in comportamento animale e docente nella scuola di dottorato sul benessere animale dell’università di Sassari, di un veterinario specializzato in specie esotiche che risponde al nome di Marco di Giuseppe, del prof. Alberto Simonetta, zoologo, a lungo docente all’università di Firenze. La lista è molto lunga ma per ora potrebbero cominciare da qui.