Ricordate l’allarme lanciato dalla Lav e da altre associazioni animaliste nei giorni più difficili del “nevone” e del gelo siberiano? “L’emergenza freddo che sta investendo l’Italia in questi giorni mette in seria difficoltà persone e animali: il grave precipitare delle temperature, rischioso anche per gli esseri viventi “abituati” al rigore invernale, può però mettere in serio pericolo gli animali dei circhi”, scriveva la Lav il 2 febbraio mettendo l’accento sulle specie presenti nei circhi. “Elefanti, leoni, rinoceronti, zebre o giraffe – ricorda la LAV- sono animali che vivono in natura a temperature molto alte. Si pensi agli animali della savana, che si trovano oggi prigionieri di un container circense a temperature di gran lunga sotto lo zero: il maltempo è per loro fonte di grande sofferenza”. I fatti hanno dimostrato che l’allarme degli animalisti è andato totalmente fuori bersaglio. I circhi, come sempre accade, si sono presi cura dei loro animali, favoriti dal fatto di vivere praticamente insieme a loro. L’hanno fatto non senza difficoltà, soprattutto quelli che si sono trovati nelle regioni particolarmente colpite dalla neve, ma garantendo spazi riscaldati, cibo adeguato e tutte le cure necessarie. Mentre però gli animalisti gridavano “al lupo al lupo”, anzi “al circo al circo”, e richiamavano l’attenzione dell’opinione pubblica sui circhi, il dramma si verificava per altri animali e forse proprio su questi si sarebbe dovuta da subito indirizzare l’attenzione di chi ripone nella cura degli animali la propria mission, ricevendo per questo anche soldi pubblici e di privati cittadini. Il freddo infatti è stato “micidiale” – per usare le parole degli animalisti – non per gli animali nei circhi ma per altri. Il bilancio, drammatico e purtroppo non definitivo, lo stila Coldiretti: “Sono oltre 10mila tra passeri, cardellini e altri uccelli che, insieme a caprioli e cervi, sono rimasti vittime dell’ondata di maltempo che ha colpito la penisola. La neve e il freddo hanno fatto una vera e propria strage anche negli allevamenti, dove migliaia di mucche, pecore, cavalli, conigli e polli, sono morti a causa del crollo di centinaia di stalle”. Coldiretti ha lanciato anche l’allarme sul rischio che l’emergenza maltempo possa mettere in pericolo almeno un milione di animali allevati che potrebbero rimanere senza cibo per le difficoltà di garantire l’approvvigionamento dei mangimi. “La neve – dice Coldiretti – sta ostacolando le operazioni di soccorso degli animali rimasti privi di ricovero, ma anche le consegne dei mangimi necessari per l’alimentazione. Chi è riuscito a raggiungere gli allevamenti in molti casi non può consegnare il latte munto quotidianamente che rischia di essere buttato”. La situazione non è stata migliore nei parchi, come quello d’Abruzzo, per non parlare dell’emergenza faunistica in Emilia Romagna e in altre realtà. Riferiscono infine le cronache che “per salvare gli animali in pericolo sono intervenuti in molti casi la Forestale e la Protezione civile, ma per pulire le strade secondarie e garantire l’alimentazione degli animali si sono mobilitati anche molti agricoltori della Coldiretti con trattori utilizzati come spalaneve e spandiconcime adattati per la distribuzione del sale contro il gelo”. Queste le forze in campo nel momento del bisogno.