Trentacinque anni fa, il 18 ottobre 1976, Milano rendeva omaggio al suo indimenticabile “gladiatore”. L’ultimo gladiatore. Così scrissero i giornali dell’epoca. La Basilica dei S.S. Apostoli e Nazaro non riuscì a contenere l’enorme folla accorsa per dare l’ultimo saluto a Darix Togni. Nel corteo interminabile (si stimarono circa 3 mila persone), dietro ai suoi familiari, c’erano tutti. Non solo la gente del circo con gli occhi umidi, ma anche tanti milanesi che lo avevano applaudito e che si erano emozionati partecipando agli spettacoli che dagli anni ’50 e fino alla metà dei ’70 Darix aveva pensato per Milano, per stupire la laboriosa capitale meneghina e per far divertire piccoli e grandi. C’è anche una via che lo ricorda, che ha due prosecuzioni: una si chiama via Vittorio De Sica e l’altra via Sergio Tofano, anch’esso attore e regista ma noto ai più per essere stato il creatore del “Signor Bonaventura” sulle pagine del Corriere dei Piccoli.
La storia di Darix Togni (raccolta anche in una tesi di laurea – dalla quale sono tratte informazioni e foto – discussa nell’anno accademico 2009-2010 alla Statale di Milano e che porta la firma di Valentina Maggio, relatore il prof. Alessandro Serena) è la storia di un ventennio di Milano. Un uomo di circo che ha intrecciato la propria vicenda artistica ed umana, ma anche quella familiare e imprenditoriale, con i milanesi e con i suoi rappresentanti istituzionali, che ha giocato un ruolo nella rinascita della città impegnata a lasciarsi alle spalle la seconda guerra mondiale e a guardare al futuro.
Darix “il domatore del secolo” fa già la differenza al Circo Nazionale Togni che negli anni Cinquanta “sbarca” a Milano per le festività natalizie e subito diventa una tradizione, come il panetun. Poi eredita l’impresa paterna (siamo negli anni 60) e cambia subito registro, innovando nella continuità. E’ l’esordio del circo Darix Togni e la prosecuzione di un grande amore con i milanesi.
Nel 1951 il Circo Nazionale Togni s’insedia in piazza Sant’Agostino e offre spettacoli a Milano per sei settimane, dal 20 gennaio al 4 marzo. L’anno dopo ai Bastioni di Porta Volta, arriva il 19 settembre e tiene la scena per dieci settimane, fino al 23 novembre, entusiasmando oltre 300 mila milanesi nonostante la concorrenza del circo Jarz in Corso Vercelli.
Darix Togni respira insieme ai milanesi. Sono frequentissimi gli spettacoli benefici che regala a fin di bene. Come quello organizzato dal Corriere Lombardo per raccogliere i fondi del «Pranzo dei diecimila» che viene offerto a Natale ai poveri milanesi.
Tra il pubblico personaggi famosi della cultura, del cinema, dello sport. O “la Befana dell’Unità”, il cui ricavato va invece ai bambini meno fortunati. Sotto il tendone del circo Togni fanno festa tutti, anche i figli dei lavoratori dell’Alfa Romeo.
Quando lascia il suo pubblico, Darix Togni, avverte lo strappo e “a nome di tutti: dai domatori alle ballerine, dai clowns ai cavalieri, dagli acrobati agli angeli volanti”, esprime riconoscenza e gratitudine, “memore delle calorose accoglienze riservategli dalla Cittadinanza di questa sempre più amabile metropoli, dal cuore veramente «grande così».”
Per il Natale del 1953 la famiglia Togni al gran completo conquista Milano: Ferdinando ai cavalli, Darix ai leoni, Cesare e Oscar al trapezio. C’è Ercole alla guida del Circo Nazionale Togni, e passa alla storia la grande sfilata per le vie della città: 178 carri, 200 artisti, oltre 500 animali. A Porta Volta il circo è sempre pieno.
E’ uomo da kolossal Darix Togni. Conquista le copertine la famosa traversata delle Alpi sulle orme di Annibale, accompagnato da tre elefanti, due cammelli, due lama, due muli.
Negli anni Sessanta il Circo di Darix torna a Milano dopo un’assenza di cinque anni con un circo tutto suo, gestito insieme al fratello Wioris. Dal cilindro tira fuori un altro colpo ad effetto: il Pistascope. E’ il 1959 quando debutta la nuova pista di 17 metri di diametro, pensata anche per migliorare la visibilità.
Il 29 dicembre 1962, quando il Darix Togni è attendato a Porta Volta da appena una settimana, la tragedia che sembra interrompere la lunga e fortunata avventura milanese: un incendio devastante polverizza il tendone. Darix è piegato ma non si spezza. Domato l’incendio, ai tanti che accorrono sul posto per portare la loro solidarietà e per chiedere notizie sul futuro, Darix risponde: “Il Circo non si ferma, annunciate pure che il primo gennaio lavoreremo».
Lo spettacolo riprenderà infatti secondo la promessa, ma nel Palazzo dello Sport che le autorità mettono a disposizione. Sul luogo dell’incendio va anche il card. Montini, futuro Paolo VI. E parte la gara della solidarietà che coinvolge tantissimi cittadini milanesi (ma non solo: le donazioni arrivano da nord a sud e anche dall’estero). Commuove l’Italia il bambino che decide di donare i suoi risparmi al circo andato distrutto perché possa riprendere lo spettacolo.
Il Corriere della Sera dà conto “dell’incontro affettuoso che c’è stato tra la gente di circo e il suo pubblico” e della “inattesa, curiosa trasformazione che ha visto il recinto della fiera di Milano aprirsi, anche con i suoi padiglioni, per ospitare un nugolo di artisti a due e a quattro zampe”. Darix riceve il gonfalone del comune e annuncia che per la solidarietà concreta che Milano ha dimostrato, il nuovo circo si chiamerà «Circo della Madonnina».
Nell’ottobre del 1963 l’inaugurazione del nuovo chapiteau, ovviamente a Milano: “Con l’aiuto dei bambini milanesi e di tutti i bambini d’Italia ho ricostruito il più grande giocattolo del mondo”.
Il gladiatore ormai è un uomo popolarissimo. Mike Bongiorno lo vuole con sé al quiz “La fiera dei sogni”.
Milano diventa la città più ambita dai circhi: dall’Americano all circo di Mosca, dagli Orfei a Cesare Togni, dal Circo Palmiri a Medini, dal Circo di Israele al Circo di Madrid.
Darix rientra a Milano il 18 dicembre del 1969 con uno spettacolo faraonico: il Circo nell’Acqua, dove la tradizione si sposa agli effetti speciali. Non solo artisti di caratura mondiale (come i cecoslovacchi Omankowsky del Circo di Stato di Praga, funamboli eccelsi, divenuti celebri per avere attraversato in equilibrio sulla corda tesa le cascate del Niagara) ma la novità che lascia tutti a bocca aperta: una enorme vasca con mille metri cubi di acqua con giochi di luce e navigata da una vera gondola.
Sono stati 25 anni di successi, seppure con qualche disavventura che non manca mai.
Il 15 ottobre del 1976, a pochi minuti dalla mezzanotte, una leucemia fulminante spegne per sempre Darix Togni quando è ricoverato al Policlinico di Milano. Sono i figli di Darix, Livio, Corrado e Davio, a raccogliere il testimone. Ma questa è un’altra storia.