Non avremmo mai pensato che in Italia si potesse arrivare a tanto. Prima il caso di Imola, ormai ben noto a tutti, dove il sindaco ha preso a pretesto un danno provocato al circo per bloccare e penalizzare il circo stesso. Adesso Parma. Qualche giorno fa il sindaco Pizzarotti aveva comunicato con una nota ufficiale presente sul sito dell’amministrazione, che il circo di Aldo Martini era stato autorizzato relativamente alle competenze dell’amministrazione comunale. La notizia è stata pubblicata da Repubblica e da La Gazzetta di Parma e la trovate anche su Circo.it. Qui la trovate sul sito del Comune di Parma, reca la data dell’8 ottobre ma in realtà risale al 4 la decisione della giunta. Nel pomeriggio di oggi Aldo Martini si è visto notificare dalla polizia municipale di Imola una ordinanza che gli vieta di recarsi a Parma con gli animali. Il senatore Carlo Giovanardi ha già interessato il ministro dell’Interno perché la decisione di Parma palesa una precisa strategia: mettere “ko” i circhi per via di ordinanze sindacali che suonano come grimaldelli per vanificare una legge dello Stato, la n. 337 del 1968 che norma l’attività dei circhi e dello spettacolo viaggiante. Qual è il meccanismo pensato a quanto pare sistematicamente dalle organizzazioni animaliste? Organizzare il caso, inviare ai sindaci qualche decina di lettere di protesta contro l’arrivo del circo, inscenare una manifestazione, insomma, alzare più polverone possibile, in modo che il sindaco possa emettere una ordinanza sul “modello Imola”.
“Nell’Italia dove emergono ogni giorno bizzarie e surreali comportamenti degli amministratori degli Enti Locali, i comuni di Imola prima, e quello di Parma oggi, vietando contra legem l’entrata degli animali dei circhi nel loro territorio comunale, dopo avere concesso precedentemente tutte le autorizzazioni necessarie, distruggono una tradizione culturale e mettono sul lastrico migliaia di lavoratori del settore con decisioni arbitrarie assunte a seguito delle violente pressioni di vegani e animalisti fondamentalisti”, dice il senatore Giovanardi. “Ho rispettosamente chiesto al Ministro degli Interni se l’Italia è un paese dove ancora si rispetta la legge, libero naturalmente il Parlamento di cambiarla, o dove ognuno deve pensare di tutelare da solo il proprio lavoro e la libertà di impresa”. L’Ente Nazionale Circhi ha già attivato i propri legali per impugnare gli atti e per i prossimi giorni si pensa ad una mobilitazione su scala nazionale. A questo punto è chiaro che qualcuno sta tentando il “golpe”. Pochi, anzi pochissimi, i Comuni che si piegano ai metodi degli animalisti fondamentalisti, ma anche in questi pochi Comuni il rispetto della legge non può essere un optional.