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Cittadini del mondo, circhi senza frontiere… nonostante i “caporali”

Mi stavo occupando di tsunami per la rivista “BBC History Italia” di cui è direttore editoriale l’amico Salvatore Giannella ed ecco che irrompe sul mio tavolo la notizia proveniente dal Lussemburgo. La corte d’appello di quel Paese europeo ha confermato la sentenza, già emessa da tribunali di grado più basso, in base alla quale non è riconosciuta alla città di Lussemburgo l’autorità di vietare circhi con animali. Sono lieto per il circo Krone, che dal provvedimento di interdizione era stato colpito, e per tutti i circhi che di questa sentenza beneficeranno in futuro. Ma perchè ho parlato di tsunami? Perchè questo sconvolgente fenomeno sismico, tornato d’attualità dopo la tragedia che ha messo in ginocchio il Giappone, ci ricorda ancora una volta come la sopravvivenza umana nel mondo vada in direzione di una condivisione universale sempre meglio definita e definibile. La tragedia di quel Paese da noi geograficamente lontano non è, in realtà, una tragedia lontana da noi. Non lo è dal punto di vista del sentire umano, non lo è dal punto di vista politico e commerciale. Il nostro “particulare” si fa sempre più ristretto, ed è giusto che sia così. E a questo punto non mi pare audace ricollegare il discorso anche alle più modeste dimensioni delle vicende circensi. Basta con i particolarismi, basta con i caporali che si promuovono generali sul campo emanando ordini arbitrari volti a bloccare, o comunque sminuire, una disciplina artistica che nel mondo sempre è esistita e sempre esisterà come quella circense. Il caporale faccia il caporale, e si misuri nel metro quadrato della sua disponibilità avendo presente che oggi più di ieri e meno di domani il nostro destino è quello di cittadini del mondo. Il circo da sempre è in marcia su questa strada. I caporali si adeguino.
Ruggero Leonardi