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Circo Medrano: i gradi di giudizio sono tre e le valutazioni “impressionistiche” non reggeranno

Il circo Medrano in una immagine di Andrea Giachi
Il circo Medrano in una immagine di Andrea Giachi
Com’è noto il Tribunale di Padova si è pronunciato nel giudizio di primo grado. Inutile dire che la sentenza apre molti interrogativi. Anzitutto, stride con la decisione del Tribunale (che, ripetiamo, è solo il primo grado e quindi non definitiva) l’esito del sopralluogo svolto dal veterinario dell’Asl di Padova che, come ricorda l’avvocato difensore del Medrano, Francesco Mocellin, aveva rilevato “eccellenti condizioni psicofisiche degli animali”. Lascia molto dubbiosi anche il fatto che nelle “piazze” precedenti a quelle di Padova, non solo i veterinari dell’Asl ma anche – in un caso – gli agenti del Corpo Forestale dello Stato (questi ultimi, fra l’altro, nel corso di un sopralluogo non programmato) avevano svolto sopralluoghi con esito positivo: è accaduto a Brescia e a Vicenza, pochi giorni prima che il complesso dei Casartelli arrivasse a Padova. L’8, il 14, il 22 e il 29 novembre gli animali stavano perfettamente (secondo Asl e Corpo Forestale), mentre ai primi di dicembre alcuni animali presentavano comportamenti stereotipati?
“Attenderemo il deposito delle motivazioni prima di procedere alla doverosa impugnazione del provvedimento”, dichiara l’avvocato Mocellin, il quale precisa anche che “non è stato disposto alcun “sequestro” contrariamente a quanto riportato dalla stampa”.
“Per ora ci limitiamo a sottolineare che appare paradossale – prosegue – come non sia stato dato credito alle dichiarazioni dei veterinari dell’ASL padovana – assolutamente neutrali – così come siano stati ignorati i pareri dei veterinari specializzati che seguono costantemente il circo e pure come, evidentemente, non sia stata presa in considerazione la dettagliata relazione scientifica di una ricercatrice universitaria indipendente, esperta etologa, che aveva escluso qualsiasi segno di stress cronico per gli animali. Per contro, l’accusa ha basato i suoi assunti sull’expertise di un veterinario membro della L.A.V. – ostile al circo per definizione – che in soli 55’ minuti di ispezione – senza alcun contraddittorio tecnico e senza effettuare neppure un test clinico – ha stabilito che qualche animale del circo sarebbe stato vittima di condizioni di stress. Evidentemente si è trattato di un processo basato su valutazioni “impressionistiche” piuttosto che sui fatti e sulle evidenze scientifiche. Siamo certi che la Corte d’Appello, a suo tempo, avrà diversi argomenti da vagliare”.
Commenta anche il presidente Enc, Antonio Buccioni: “In ogni caso la Suprema Corte di Cassazione, dove a mio avviso finirà da ultimo il processo, ha sede a Roma e, grazie a Dio, è aliena da condizionamenti ambientali. Ne sapremo riparlare”.