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Circo di Mosca: spettacolo e controinformazione

Un preshow dedicato ai bambini: è una delle novità introdotte da Larry Rossante sulla piazza milanese (le foto del servizio sono di Stefania Ciocca)
A due anni di distanza dall’ultima loro comparsa in piazzale Cuoco, luogo deputato al circo ormai da anni, gli artisti del Circo di Mosca tornano a Milano. Ritornano con un nuovo e ricco programma, con qualche esaltante riconferma, con il desiderio di uscire dalla crisi e con una rinnovata attenzione per i bambini. Proprio a questi ultimi è dedicato un preshow con un clown della famiglia Sterza che inizia a far divertire i più piccoli nell’area del circo che precede l’ingresso allo chapiteau vero e proprio. Nella pista in miniatura ricreata davanti al bar si assiepano tutti i bambini che, soprattutto le domenica mattina, affollano il circo per prendere parte a questo mini show fatto di semplici risate e di molta giocoleria. Il Circo di Mosca presta attenzione ai piccoli anche attraverso la scelta di inserire nello spettacolo due troupe di clown musicali, i Cuginetti e gli Sterza. Scelta dettata dall’esperienza secondo cui i bambini al circo vogliono vedere clown e animali e se uno degli appartenenti a queste due categorie manca viene subito notato. Una volta preso posto ai lati della pista, questa volta quella vera, grande e sgargiante nelle sue fattezze che richiamano la Piazza Rossa di Mosca, può iniziare lo spettacolo.
Il complesso della famiglia Rossante propone una scaletta in cui si danno il cambio in pista giovani rappresentanti di diverse discipline, a cominciare da una serie di numeri che vedono susseguirsi hula hoop, cinghie aeree e tessuti. Segue un numero di sapore tipicamente russo, come la sua affermazione, ovvero il trasformismo del duo Hamzayev che attraversa in pochi minuti una svariata cromia di abiti, dal rosso fuoco spagnolo al candore di un abito principesco. Un’esibizione che di recente al circo non si vede spesso è l’equilibrismo su filo teso, qui eseguito dalla bella Shannon che ripropone anche la splendida icona della ballerina equilibrista: prima aiutandosi con un ventaglio, poi con un hula hop, infine sulle punte ed eseguendo i passi tipici del funambolismo come il saluto (mettersi in ginocchio e sdraiarsi sul filo), la danza, o come la spaccata sempre in equilibrio sul sottile filo. Derek Coda Prin chiude la prima parte dello show con un numero di giocoleria ed equilibrismo su scale libere, anche se questo artista lo si è visto altre volte durante la prima parte dello spettacolo: è lui al numero delle cinghie aeree ed è lui che esegue i pezzi comico-musicali con i clown Cuginetti.
E i numeri con animali diventano l'occasione per spiegare le tecniche di addestramento in dolcezza.
Come da tradizione l’inizio del secondo tempo vede il numero dedicato agli animali feroci, in questo caso le quattro giovani e maestose tigri del Bengala di Armando Orfei. Qui vale la pena soffermarsi su un’altra scelta operata dal Circo di Mosca, che apparentemente sembra essere indirizzata ai bambini ma in realtà merita di avere un’attenzione ben più estesa: il numero delle tigri è commentato per tutta la sua durata dalle parole del direttore del circo, Larry Rossante, che spiega cosa si intende davvero per addestramento circense, che le tigri di Armando Orfei sono esemplari molto giovani, nati in cattività dentro al circo, che le si guida a svolgere esercizi (in questo caso le tigri offrono un’esibizione dei primi passi imparati da poco tempo a questa parte) per loro naturali come il gioco. Si insiste infine sulla spiegazione che, al di là dell’indole che le porta al gioco, le tigri, come del resto tutti gli animali nel circo, sono portati ad eseguire gli esercizi con carezze, con ricompense di cibo e che le fruste che si utilizzano servono solo per indicare comandi direzionali. Tutti questi elementi appartenenti all’addestramento sono ben noti a chi si occupa di circo per lavoro o per passione, ma data l’insistente propaganda che da molto tempo a questa parte investe i circhi definendoli come luoghi di crudeltà e costrizione per gli animali, il Circo di Mosca ha optato per una mossa intelligente e apprezzabile, ovvero evitare lo scontro con gli animalisti (che rischia di porre l’interlocutore allo stesso livello di chi accusa) e passare ai fatti mostrando direttamente come funzionano davvero le cose a coloro che poi decideranno se dare o meno credibilità a chi nel circo lavora.
I clown Cuginetti.
Poco chiasso, poca politica e pochi schiamazzi; solo un’esibizione e le parole di chi decide di spiegare e mostrare piuttosto che additare e accusare con livore. La grande gabbia circolare viene smontata e dall’alto cala un trapezio washington, altro simbolo del circo, al quale si esibisce Sharon. Prima del numero di chiusura affidato agli animali esotici di Elvis Coda Prin compare in pista Araz, dislocatore corporeo formatosi alla scuola del circo di Mosca e che già due anni or sono aveva lasciato il pubblico milanese stupito e impressionato. Dunque varietà e bravura, studio e ricerca di ciò che di meglio si possa offrire non solo in termini di spettacolo ma anche di attenzione e informazione; un buon dosaggio tra ciò che può attirare la risata dei bambini e ciò che invece suscita l’ammirazione e i consensi degli adulti. Ed entrambe le categorie di pubblico che stanno accorrendo sotto lo chapiteau del Circo di Mosca a Milano senza dubbio apprezzano, con applausi, partecipazione e complimenti alla fine delle esibizioni.
Stefania Ciocca

L’articolo compare sulla Rivista Circo di novembre 2012.