di Alessandro Serena
BUDAPEST – Al Fovarosi Nagycirkusz, il Circo stabile di Budapest, è in corso la prima produzione dell’era del dopo Kristof. Il precedente direttore dello stabile ungherese, come già scritto su queste pagine, ha lasciato il timone di comando della struttura subito dopo la IX edizione del Festival del Circo, una creatura dello stesso Kristof. La Maciva (organismo ministeriale del circo e del varietà) ha cambiato il direttore che ora è Zsigmond Kriza, ed ha cambiato ufficio, scegliendone uno meglio attrezzato sempre nelle vicinanze dello stabile. Ad oggi sono rimasti vacanti il ruolo di direttore del circo e quello di direttore artistico. Si è preferito puntare su ruoli rispettivamente di “responsabile” e “consulente”. Il primo è stato affidato al ligio Georgy Eotvos, una brillante carriera di acrobata al trampolino elastico in tutto il mondo e da anni incarichi legati al coordinamento. Il secondo prevede al momento varie figure, ma si crede che possa essere focalizzato su una o due persone al massimo nel prossimo futuro.
Cirkusz a javából, lo spettacolo presentato nella capitale in questo periodo e destinato a rimanere per tutta l’estate, era in parte stato disegnato dal precedente direttore artistico, Kristian Kristof. Ma alcuni artisti, quando hanno saputo del suo allontanamento, hanno preferito rimandare ad un altro momento il loro ingaggio ungherese. Questo ha provocato alcune defaillance ma anche alcune piacevoli sorprese. Infatti, ad esempio, il clown americano Rob Torres è stato sostituito dai nostri Rastelli. Pur conoscendo l’incontestabile qualità dello statunitense (uno degli artisti del suo genere più richiesti negli ultimi tempi), la sostituzione ha provocato la gioia degli appassionati italiani.
È venuto fuori un programma classico, con nessuna concessione al circo di regia, neppure nelle semplici transizioni affidate alla figura, forse anche un po’ troppo didascalica, di un giovane seppur dinamico presentatore che si affaccia in pista tra un numero e l’altro. Persino il finale è semplicissimo con tutti gli artisti in pista a salutare il pubblico.
Eppure è l’ennesima dimostrazione che anche con una formula assai semplice, se c’è qualità il circo classico funziona. Del programma, accompagnato da una buona band di sette musicisti, fanno parte il giocoliere Henrik Veres con una dinamica routine di palline in bouncing con buona tecnica e temperamento. La troupe magiaro rumena dei Fortuna presenta due numeri alla bascula: uno comico in stile fine Ottocento (che deve molto al successo dei Fumaboys inventati da Roncalli) ed uno in stile balcanico con buoni exploit in quarta o quinta colonna. Poi la funambola americana Molly Saudek, di qualità eccelsa, forse la migliore al mondo nella sua disciplina, una ballerina jazz sulla fune con sicurezza, grazia ed uno stile per niente banale. A seguire il Duo Volokov con un romantico adagio ai tessuti aerei. E, sempre in cielo, la troupe brasiliana al trapezio volante dei flying Mendoza con il triplo salto mortale ed un doppio in plancia eseguiti in maniera impeccabile.
La seconda parte è aperta dal numero di felini di Andrey e Natalia Shirokaloff, con tigri, pantere e leopardi ed uno stile elegante e trasgressivo allo stesso tempo nel quale emerge anche la sensualità di Natalia. A rivederlo torna ancora più forte l’interrogativo di come sia stato possibile non attribuirgli premi importanti durante l’ultimo Festival di Budapest lo scorso febbraio.
La qualità è assicurata anche da un nucleo famigliare italo tedesco, quello di Bernard Saabel e Tiziana Vulcanelli che con le figlie Alexandra e Kelly presentano tre numeri, come del resto fanno da qualche anno in ottimi circuiti. Uno di alta scuola d’equitazione con movimenti coreografici che li vede impegnati anche su tre cavalli allo stesso tempo e con Alexandra in versione ballerina di flamenco al centro della pista. Uno presentato dalla forza femminile con una decina di cani husky in una interpretazione esquimese e divertente. Uno di equilibrismo presentato dalla sola Alexandra. Questa giovane artista, di soli 23 anni, ha un’ottima presenza scenica oltre ad una eccellente tecnica. Quest’ultima, per altro, l’ha costruita in pratica da autodidatta. Così come da sola realizza i propri costumi di scena e le proprie coreografie. Un talento da tenere sott’occhio.
La parte comica, si diceva, è affidata a Oreste e Vittorio Rastelli che, dopo due brevi e semplici riprese di servizio e di presentazione al pubblico, nella seconda parte presentano un condensato dell’entrata comico musicale che li ha resi celebri e che resta di sicura resa.
Il pubblico pare apprezzare lo spettacolo ed accorre numeroso con numeri che sono in costante aumento rispetto allo scorso anno.
Del resto si tratta di spettatori educati nel tempo e di strategie di marketing già avviate nella gestione precedente. Questa è la preziosa eredità lasciata dai Kristof, e l’augurio di tutti gli appassionati è che venga raccolta nel modo migliore per permettere un brillante futuro al circo ungherese e allo stabile di Budapest.