Un “certificato di appartenenza” che contraddistingue da subito i circhi aderenti all’associazione di categoria. E’ una delle maggiori novità presentate dal presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni, nel corso dell’assemblea generale che si è svolta nel pomeriggio di oggi nella storica sede romana dell’Agis, in via di Villa Patrizi 10, che ha visto una massiccia partecipazione. “Abbiamo deciso di dotare tutti i circhi associati all’Enc di un certificato di appartenenza e l’elenco completo verrà inviato all’Anci. L’associazione nazionale dei Comuni ogni tre mesi aggiornerà le oltre 8 mila amministrazioni sparse nello Stivale sui complessi che fanno parte dell’Enc”, ha spiegato Buccioni. Si tratta di una sorta di marchio di qualità che i circhi dovranno anche esporre in maniera visibile al pubblico e che potranno utilizzare per i loro strumenti promozionali. Nel corso dell’assemblea il presidente ha distribuito i certificati ai circhi associati, mentre ai nuovi soci che hanno aderito all’Enc in occasione degli stati generali della categoria, verrà consegnato nei prossimi giorni. E’ una delle sottolineature che rende maggiormente ragione del nuovo corso imboccato dall’Ente Nazionale Circhi: “Oggi si chiude il periodo ponte, iniziato col mio insediamento un anno fa”, ha sottolineato Buccioni. “In questa fase ci siamo messi a disposizione di tutti coloro che si sono rivolti a noi, associati e non. Adesso tiriamo le fila, da questo momento in poi l’Ente si occuperà dei propri associati, a favore dei quali incrementerà servizi e impegno. E’ questa la linea convintamente uscita dal consiglio direttivo che indica anche un desiderio: che tutti i circhi italiani entrino a far parte dell’Ente Nazionale Circhi”. Occorre fare unità, lavorare tutti nella stessa direzione, creando una “squadra” coesa e capace di incidere.
Fra le altre novità, un codice di comportamento per i circhi e uno di autoregolamentazione sugli animali: “Nelle prossime settimane – ha detto Buccioni – convocheremo una commissione di lavoro, formata da esperti (veterinari, etologi, competenze in tema di benessere degli animali), ammaestratori e operatori, che avrà il compito di redigere e rendere operativo entro l’anno, un codice di autoregolamentazione che avrà da subito valore vincolante per tutti gli associati, ma che sarà inviato anche alle autorità competenti affinché divenga un regolamento ministeriale”. E’ questa anche la risposta della categoria a quelle aree dell’animalismo che ogni giorno dipingono i circhi come luoghi nei quali gli animali subirebbero ogni sorta di crudeltà. Il benessere degli animali, insomma, è perfettamente compatibile con il loro impiego – nel rispetto delle regole – sotto ai tendoni. Il codice di autoregolamentazione – ha aggiunto Buccioni – muove da una esperienza datata 1988, cioè il protocollo d’intesa fra Ente Nazionale Circhi ed Ente Nazionale Protezione Animali, che fu promosso dal presidente Palmiri e sottoscritto alla presenza dell’allora ministro Carraro, e che portò ad ottimi risultati. La sfida riguarda dunque anche il mondo animalista, e i circensi intendono togliere ad alcuni di loro ogni tipo di alibi, chiamando a raccolta chi è disponibile a mettere in campo un lavoro concreto a tutto vantaggio delle migliori condizioni di vita degli animali. “Da parte nostra – ha chiarito Buccioni – non siamo disposti a cancellare l’aggettivo equestre, questa è anche una battaglia di libertà e di difesa della nostra storia, cultura e identità”.
Non è mancato l’affondo verso alcuni episodi e personaggi legati al governo Berlusconi. Prima di Natale nella settima commissione cultura della Camera, all’interno di un disegno di legge che faceva capo all’onorevole Aprea (Pdl), c’è stato il rischio che fosse eliminato l’aggettivo equestre dalla legge che disciplina l’attività dei circhi, la n. 337 del 1968. “Abbiamo intercettato questo pericolo e siamo riusciti a fare in modo che non andasse in porto”, sono le parole pronunciate da Buccioni. “E voi sapete quanto quell’aggettivo sia importante per la nostra identità e attività, ed anche per uscire vincitori nei ricorsi davanti ai Tar”. Qualcuno tentò il blitz, par di capire, per “creare il cavallo di Troia”. Stoccata fulminante anche all’ex ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla: “La legislatura ha imboccato l’ultimo anno di vita e non abbiamo più al governo splendidi esempi di ignoranza portata a sistema in fatto di circhi e animali, cioè il ministro Brambilla”. Della quale Buccioni ha ricordato la mania di grandezza: “Ad un certo punto ha fatto affiggere fuori dall’antica sede del ministero, in via della Ferratella, un’insegna in stile hollywoodiano: “Ministro del Turismo”. Mi sono informato ed ho saputo che l’iniziativa era legata al fatto che per meriti scientifici indiscutibili – ha ironizzato Buccioni – la Brambilla era diventata ministro del Turismo e per prima cosa si era preoccupata di mettere l’insegna…. nemmeno ministero, poi ma ministro. Ho visto che è stata rimossa, probabilmente non ce n’era gran bisogno, ma mi piacerebbe sapere quanto è costata agli italiani”.
Presente all’assemblea anche il presidente onorario Egidio Palmiri, che a sua volta ha sottolineato il tema degli animali come decisivo per l’immediato futuro, e non solo per l’Italia, come ha ricordato nel suo intervento il rappresentante Enc in seno all’Eca, Francesco Mocellin, che ha parlato del caso Regno Unito, dove la Defra ha rinviato al mittente le richieste di vietare gli spettacoli con animali, scegliendo invece la strada della regolamentazione e del dialogo. Fra i saluti ai partecipanti, quello del presidente dell’Agis, Paolo Protti, di Maurizio Crisanti, Anesv, dell’avvocato Raffaella Valletti, del rappresentante della Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana, Raffaele Iaria, a nome di mons. Perego, impossibilitato ad essere presente. In sala anche Liana Orfei e il marito Paolo Pristipino. Dulcis in fundo, Buccioni ha anticipato all’assemblea una data storica: probabilmente l’1 dicembre 2012 si terrà l’udienza particolare per tutte le famiglie del circo italiano da Papa Benedetto XVI. Molta carne al fuoco, dunque, e il circo italiano ha tutte le intenzioni di giocare da protagonista. (c.m.)