Cominciamo dalle notizie. La pagina milanese di Repubblica e un’agenzia di stampa animalista hanno anticipato che la giunta Pisapia sarebbe intenzionata ad imprimere una stretta sulla presenza degli animali nei circhi. All’origine di tutto, riferiscono sempre le cronache, una lettera della presidente dell’associazione animalista Tutor Animali, finalizzata (come da mission) a chiedere lo stop ai circhi con animali, davanti alla quale Palazzo Marino starebbe pensando al giro di vite.
L’Ente Nazionale Circhi, associazione di categoria dei circhi italiani, che deve essere consultata (lo prescrive la legge che regolamenta l’attività dei circhi e dello spettacolo viaggiante) prima di assumere simili decisioni, per il momento non è stata interpellata dall’amministrazione di Milano. Anzi, Circo.it a pochi giorni dall’insediamento del sindaco Pisapia, ha inviato una mail al suo ufficio stampa per chiedere un’intervista proprio su questi temi, e raccogliere quindi il punto di vista del primo cittadino. Ottenendo prima la risposta che “l’intervista di persona al sindaco non è possibile” ma con le domande via e-mail sarebbe stato possibile ottenere le risposte di Pisapia. Accadeva il 22 giugno, ma il 28 l’ufficio stampa faceva sapere che “al momento non possiamo rilasciare questa intervista”, ma avremmo potuto rivolgerci all’assessore Boeri. Il quale, prontamente interpellato attraverso la mail della sua segreteria, non ha nemmeno risposto. Non c’è problema, noi siamo sempre qua. Una delle domande che ponevamo era proprio attinente: “Oggi l’attività dei circhi con animali è consentita da una legge dello Stato, ma non manca un acceso dibattito fra favorevoli e contrari: qual è il punto di vista del sindaco di Milano? Pensa che possa esserci un punto d’incontro fra l’esigenza di salvaguardare un’arte, e dunque anche un indotto economico per migliaia di famiglie che basano il loro sostentamento sull’attività circense, e il rispetto delle specie esotiche (e non) impiegate negli spettacoli?”
Però adesso fonti animaliste assicurano che una decisione sarebbe imminente. “Come hanno fatto altre città come Bologna — spiega l’assessore al Benessere Chiara Bisconti — ci ispireremo alle linee guida emanate dal Cites, il Comitato interministeriale per la tutela degli animali esotici”. “Linee che vietano di utilizzare o esporre in attività di spettacolo e intrattenimento animali come elefanti, felini, orsi, lupi, primati, rinoceronti, ippopotami, giraffe, foche, otarie, leoni marini, cetacei, rapaci notturni e diurni. Deroghe possono essere concesse, ma solo rispettando alcuni precisi requisiti, per cammelli, zebre, bisonti, rettili”, scrive Repubblica.
Milano pensa di accodarsi a Bologna invece di tracciare una propria e innovativa posizione? Noi continuiamo a pensare che la capitale italiana della cultura, dell’innovazione, dello spirito imprenditoriale, debba semmai guardare alle grandi capitali europee (quantomeno) per trarre spunti interessanti. Parigi, Barcellona, Bruxelles, ad esempio, che puntano sull’arte circense (senza divieti) anche come indotto culturale, economico e turistico. Per non parlare della Russia, degli Stati Uniti e della Cina.
Se quanto trapela dalla stampa dovesse trovare conferma in atti amministrativi, a noi risulterebbe difficile capire cosa stia succedendo a Milano. Dove quella che è stata battezzata la “rivoluzione arancione” (dal colore scelto da Pisapia, oltre che da De Magistris a Napoli, per la campagna elettorale) alla testa della quale c’è il “sindaco gentile”, si è presentata con le caratteristiche della libertà, dell’apertura, del rispetto verso tutti. Un po’ all’insegna della filosofia, non nuova ma sempre bella, che un tempo recitava “escludere le esclusioni”.
Segnali in tal senso ne sono già arrivati. L’apertura alle comunità rom e sinti, con la costituzione di una consulta che il Comune tiene nella massima (e giusta) considerazione. Il dialogo e l’inclusione verso tutti tranne che nei confronti del circo? L’argomento secondo cui l’amministrazione non pensa di danneggiare i circhi ma solo impedire l’attività di quelli con animali, non regge. Semplicemente perché in Italia il 99% dei circhi hanno animali ed è così da sempre. Semplicemente perché nel mondo i circhi con animali lavorano e si muovono, compreso in Europa dove la libera circolazione è garantita dall’art. 49 del Trattato Europeo.
La città di Milano che si appresta a vivere l’Expo 2015, dovrebbe sapere che già nel 1881 l’Esposizione Nazionale Industriale e Artistica, inaugurata il 3 maggio e conclusa l’1 novembre, ospitò in pieno centro una magnifica struttura in legno, quella del circo Renz.
C’è poi un altro tema, che sviscereremo in questi giorni con servizi approfonditi. Lo si potrebbe intitolare “Milano et circenses”. Milano e il circo sono un binomio storico. Darix Togni dice niente? Soprattutto in alcuni periodi dell’anno, come durante le festività natalizie, lo spettacolo della pista di segatura è seguito da migliaia e migliaia di milanesi. Possibile che con un colpo di spugna si possa cancellare tutto questo? E possibile che la giunta che si è insediata a Palazzo all’insegna della libertà decida di mettere i ceppi ai circhi? Noi non ci crediamo.