Il Papa al popolo dello spettacolo viaggiante: con i valori e il lavoro quotidiano partecipate alla missione divina.
DA ROMA SALVATORE MAZZA
Musica, giocolieri, acrobati e un turbinare di colori. Perfino due tigrotti, che il Papa non ha mancato di accarezzare, divertito. A ricordare che «l’allegria degli spettacoli, la gioia ricreativa del gioco, la grazia delle coreografie, il ritmo della musica costituiscono una via immediata di comunicazione per mettersi in dialogo con i piccoli e i grandi, suscitando sentimenti di serenità, di gioia, di concordia».
Un’Aula Paolo VI decisamente fuori ordinanza, quella che ieri mattina ha visto Benedetto XVI incontrare i circa ottomila partecipanti al pellegrinaggio della gente dello spettacolo viaggiante, circensi, artisti di strada, “madonnari”, bande musicali, saltimbanchi di ogni parte del mondo. Un’iniziativa voluta al Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, nell’ambito dell’Anno della fede, caduta nel 25° anniversario della fondazione Migrantes. «La Chiesa – ha detto il Papa ai suoi ospiti – si rallegra per l’impegno che dimostrate ed apprezza la fedeltà alle tradizioni, di cui a ragione andate fieri. Essa stessa che è pellegrina, come voi, in questo mondo, vi invita a partecipare alla sua missione divina attraverso il vostro lavoro quotidiano. La dignità di ogni uomo si esprime anche nell’esercizio onesto delle professionalità acquisite e nel praticare quella gratuità che permette di non lasciarsi determinare da tornaconti economici. Così anche voi, mentre ponete attenzione alla qualità delle vostre realizzazioni e degli spettacoli, non mancate di vigilare affinché, con i valori del Vangelo, possiate continuare ad offrire alle giovani generazioni la speranza e l’incoraggiamento di cui necessitano, soprattutto rispetto alle difficoltà della vita, alle tentazioni della sfiducia, della chiusura in se stessi e del pessimismo, che impediscono di cogliere la bellezza dell’esistenza». E, ha aggiunto, «benché la vita itinerante impedisca di far parte stabilmente di una comunità parrocchiale e non faciliti la regolare partecipazione alla catechesi e al culto divino, anche nel vostro mondo si rende necessaria una nuova evangelizzazione». Di qui l’auspicio di papa Ratzinger, affinché la gente dello spettacolo viaggiante possa sempre «trovare, presso le comunità in cui sostate, persone accoglienti e disponibili, capaci di venire incontro alle vostre necessità spirituali», accompagnato dall’invito a «non dimenticate però che è la famiglia la via primaria di trasmissione della fede» e «le vostre famiglie» devono essere sempre «scuole di fede e di carità, palestre di comunione e di fraternità».
A porgere a nome di tutti i partecipanti l’indirizzo di saluto a Benedetto XVI, al suo ingresso nell’aula delle udienze, era stato il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del dicastero pontificio per la pastorale dei migranti. Subito dopo è stato il momento delle testimonianze, portate da alcuni dei presenti, seguite da un breve, e vivacissimo, spettacolo.
«Ci ha fatto sentire accolti e parte della comunità»
DA ROMA RAFFAELE IARIA
Volti raggianti, sorrisi, felicità ed emozione negli occhi degli oltre 8000 partecipanti all’udienza di ieri con il Papa. «Molti si soffermano al momento dell’esibizione e del divertimento, dimenticando la fatica e gli sforzi che lo precedono e la mancanza di punti saldi che la nostra vita comporta» dice David Degli Innocenti salutando il Papa. È aggiunge: «questa occasione ci dà la possibilità di continuare a tessere profondi rapporti tra Chiesa e spettacolo viaggiante e di rafforzare il legame tra noi consentendoci di rinvigorire la fede». Il Papa «noi lo vediamo una volta sola nella vita perché sempre impegnati con le nostre giostre in giro con tutte le difficoltà che incontriamo», dice Amos, che gestisce un luna park: «per noi è stato un momento straordinario e siamo contenti di esserci stati pur avendo sacrificato ore e tempo al nostro lavoro». «Io non avevo mai incontrato il Papa: sono molto emozionata e molto felice per questa giornata – dice Tara Cristiani, giovane acrobata circense –. Da questo giorno mi auguro che si aprano tante porte e che il Papa possa aiutarci nel nostro percorso». Tara è una dei pochi giovani del Circo Praga «in quanto siamo una piccola famiglia: siamo arrivati qui, come circensi da varie parti del mondo, per questo evento molto importante soprattutto per far capire chi veramente siamo a tutte quelle persone che invece ci giudicano male e che ci marginalizzano». Giovane è anche Bianca Montico del Movimento giovanile del Circo che si dice «molto felice per questa giornata che ci ha visto tutti riuniti per la categoria che in questi anni è sempre più minacciata. Il Papa – aggiunge – ci ha dato modo di vivere un’esperienza unica e piena di speranza per il circo». «Io sono un prete che fa il mago ma non sono un mago – spiega don Silvio Mantelli, conosciuto come Mago Sales –. Il mago deve creare meraviglia negli spettatori, ma questa volta sono stato meravigliato io da queste persone che hanno partecipato a questo straordinario momento, dall’entusiasmo con cui è stata portata avanti questa iniziativa che sicuramente è l’inizio di un cammino di pace: c’è ne tanto bisogno. Io facendo il mago – spiega – consegno la bacchetta magica ai bambini ed in cambio chiedo loro di restituirmi le armi giocattolo». Mauro Casertelli si dice «positivamente impressionato dall’accoglienza ricevuta. Per un attimo ho dimenticato tutti i problemi che viviamo». Questo momento «mi ha fatto rendere conto – aggiunge Angelo Bacchiega – che la Chiesa e la Parola di Dio è vicina a noi».
«Dispiaciuto» per non essere stato presente Alan Lazzari rimasto a Massa a causa dell’alluvione. Alan ringrazia la Migrantes della sua diocesi per averlo invitato e per la vicinanza soprattutto attraverso un progetto di scolarizzazione per i bambini. «I bambini e i ragazzi – spiega don Mirko Dalla Torre, referente per la diocesi di Vittorio Veneto –, vengono seguiti nel catechismo con particolare attenzione alla preparazione ai Sacramenti che poi vengono amministrati dal vescovo, alcune volte anche sulla pista degli autoscontri o all’interno dello tendone del circo».
Pubblicati su Avvenire, 2 dicembre 2012