Dino Gaio, nasce a Pesaro il 10 Aprile 1914. All’età di otto anni, in circostanze tragiche, perde entrambi i genitori e trascorre la sua infanzia in un orfanotrofio.
Gli piace la musica ed entra a far parte della banda dell’orfanotrofio.
In giovanissima età inizia a lavorare in una fabbrica di ceramica e di sera frequenta i corsi serali di disegno della scuola d’arte Mengaroni.
Raggiunta la maggiore età si presenta come privatista al Liceo Musicale Rossini e si diploma in clarinetto con un brillante 9,50.
Domani cade dunque il centenario della nascita di Dino Gaio, che si spense a
Montellabate il 5 aprile 1989 e decorre quindi anche il 25° anno della morte.
La città di Carpegna (aveva una casa nella cittadina) gli ha intitolato una via.
Dalla documentazione in mio possesso sembra che la prima mostra di Dino Gaio sia stata allestita alla Saletta del piano terreno del nuovo municipio di Pesaro (città che diede i natali nel 1872 anche ad Aristide Togni capostipite della dinastia Togni) nel lontano 1954, e dunque quest’anno sarebbe anche il 60° della prima esposizione.
La rivista Circo, organo ufficiale del settore, il cui archivio rappresenta ad oggi il maggior centro dati della disciplina esistente in Italia, gli dedicò la pubblicazione di un suo quadro in copertina nell’ottobre del 1976, e un articolo su di lui apparve il mese successivo.
Dino Gaio è ricordato come pittore dei clown. E’ difficile stabilire se fu più musicista o pittore, perché diresse, compose, formò un quartetto di musica da camera, “I Solisti di Pesaro”, con grande successo di pubblico e di critica al punto da essere definito da un critico musicale francese il miglior clarinettista vivente d’Europa. Annovera una splendida attività concertistica, svolta in Italia e all’estero, sia da solista, che in complessi di musica da camera. Ricevendo consensi ovunque.
Quando va in pensione dalla sua attività di docente al Conservatorio si dedica totalmente alla pittura. Le sue pitture sono poesie musicate dai colori.
I clown tristi di Gaio, erano ispirati a Canio, da “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo, Opera che amava ascoltare mentre dipingeva.
Questa sua attività mai documentata con diligenza, ebbe una ricca eco su molti giornali, quotidiani e settimanali.
Hanno parlato di lui critici, giornalisti e artisti riservandogli recensioni più che lusinghiere. Ad una sua mostra a Cortina, Giorgio De Chirico si complimentò vivamente per le opere esposte.
Nella sua lunga carriera ha vinto numerosi premi ed ha avuto prestigiosi riconoscimenti nazionali ed internazionali. E’ stato insignito di diverse onorificenze tra cui il 1° Premio Internazionale “Artisti per l’Europa” alla biennale d’arte della Spezia, il Premio Leonardo da Vinci al merito artistico. E poi Accademico d’Italia, New York Prize, Premio Vessillo Europeo delle Arti, International Kunstlerborse Frankfurt am Main, Premio Dante Alighieri al merito artistico, Premio Cultura, Accademico d’Europa, Premio Internazionale della Critica, Premio Dante Alighieri al merito artistico, Premio “Palma d’oro d’Europa”, Fiaccola d’oro delle Arti del Parlamento Mondiale (U.s.a.), e numerosi altri. La vasta documentazione riguardante premi ed esposizioni è in fase iniziale di catalogazione.
Partecipò attivamente alla vita artistica nazionale ed internazionale allestendo mostre personali in Italia, da Cortina d’Ampezzo, a Sanremo alla Sicilia.
All’estero dagli Stati Uniti al Canada, da Francoforte a Bruxelles a Parigi, distinguendosi sempre e ricevendo premi e riconoscimenti da parte del pubblico e della critica.
Le sue opere figurano in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.
Gaio non ha mai selezionato le sue opere, non ha mai dato loro un ordine cronologico, non ha mai distinto le tecniche di esecuzione.
In tutto quel concitato produrre, in quel disordinato e fantasioso creare, brillano momenti di grande sincerità emotiva, di raffinata vibrazione cromatica, di consolidata sapienza tecnica in una pulsione fantastica.
C’è da augurarsi che gli addetti ai lavori prendono atto delle qualità artistiche e che sorgano esposizioni, celebrazioni e quant’altro contribuisca a diffondere e far conoscere le opere di Dino Gaio. E’ quindi doveroso che il comune di Pesaro, sua città natale, celebri la ricorrenza, ospitando esposizioni delle sue opere nei musei civici, e magari anche con un bel concerto omaggio nel Conservatorio Rossini o al Teatro Rossini.
Da menzionare, infine, che ricorre anche il decennale della pubblicazione e il 50° della morte di Lino Liviabella, non solo contemporaneo di Dino Gaio ma anche amico e direttore del conservatorio Gioacchino Rossini dove Gaio insegnò.
Freida Suffar