Alcuni giornali marchigiani hanno pubblicato la presa di posizione di CasaPound (la foresta che avanza) contro il circo, come Cronache Maceratesi e Vivere Macerata. Più o meno identico il contenuto: “Gli animali non si divertono”, questo lo slogan dello striscione comparso ieri al centro fiere di Villa Potenza ad opera del gruppo ecologista di CasaPound Italia, La Foresta che Avanza, per contestare la presenza del circo con animali a Macerata. Numerosi i volantini lasciati sulle auto parcheggiate nella zona per spiegare la protesta.
“Crediamo – spiega il gruppo ecologista – che sia giunto il momento di porre fine a questi spettacoli medievali che, con l’unico scopo di fare profitto, vedono gli animali costretti in cattività, sfruttati e sottoposti ad addestramenti durissimi soltanto per stimolare la curiosità degli avventori. Vogliamo che i contributi statali che i circhi ricevono ogni anno grazie alla legge 163 del 1985 vengano concessi esclusivamente ai circhi che non sfruttano animali”.
“Auspichiamo anche – conclude La Foresta – che il sindaco Carancini prenda esempio da quanto fatto dai suoi colleghi Chiamparino di Torino e Adduce di Matera, e si adoperi per l’adozione di un regolamento comunale che vieti l’attendamento in città di circhi con animali”.
La replica del presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni, non si è fatta attendere sia sulle Cronache Maceratesi che su Vivere Macerata:
“Non saremo certo noi a tentare di far cambiare idea al gruppo CasaPound, che ovviamente è libero di pensarla come crede in merito alla questione degli spettacoli con animali. Quando però afferma che alcuni Comuni avrebbero assunto decisioni che in realtà non hanno assunto, ci corre l’obbligo di segnalarlo, visto che si tratta di dati di fatto oggettivi e verificabili alla luce del sole.
A chi travisa i fatti, forse sperando così di portare acqua al proprio mulino, affermando che le Amministrazioni comunali di Torino e Matera avrebbero adottato regolamenti che vietano l’attendamento dei circhi con animali, ricordiamo che: nel Comune di Torino vige un regolamento per l’attività di circhi e spettacolo viaggiante, che non pone alcun divieto ai circhi con animali; il Comune di Torino ha invece adottato, lo scorso marzo, un regolamento “per la tutela e il benessere degli animali in città” che esprime aspettative future più che divieti: afferma infatti che “A partire dalla data del 1 febbraio 2013, a condizione che la legislazione nazionale lo consenta, o, in subordine, nel momento in cui lo consenta l’entrata in vigore di successive norme legislative, è fatto assoluto divieto sul territorio comunale di utilizzare e/o di esporre in attività di spettacolo e/o di intrattenimento, pubblico o privato, animali appartenenti alle specie selvatiche ed esotiche, quali individuati nelle linee guida dell’Autorità scientifica CITES …”
A partire dal 2013 e a condizione che la legislazione nazionale lo consenta, è una formulazione più che chiara. L’amministrazione torinese auspica – e ne ha tutto il diritto, ovviamente – che il legislatore nazionale modifichi quella legge che ad oggi consente l’attività dei circhi con animali. Ammesso che ciò possa in futuro avvenire, fino a quel momento quella legge (337/68) fa testo e impedisce ai Comuni (chi ha studiato diritto sa che esiste la gerarchia delle fonti del diritto e non può un Comune vietare ciò che lo Stato consente) di introdurre divieti di sorta, tanto è vero che i Tar hanno fino ad oggi “cassato” tutte quelle ordinanze e regolamenti che avevano preteso di introdurre divieti. Ai pochi Comuni che ancora mantengono qualche forma di divieto, non resta che attendere i pronunciamenti di Tar ai quali l’Ente Circhi si è appellato o si appellerà.
Il Comune di Torino è un esempio di correttezza e legalità, due principi che qualcuno preferirebbe probabilmente non fossero di casa nelle pubbliche amministrazioni per poter così imporre la propria ideologia animalista.
Nel Comune di Matera, invece, il sindaco ha espresso la propria contrarietà ai circhi con animali e non ha messo a disposizione un’area pubblica (anche se la legge citata obbliga in tal senso il sindaco), ma non ha potuto impedire al circo Moira Orfei di posizionarsi a Matera, su un’area privata, ed esercitare alla luce del sole un’attività che quel primo cittadino non ha potuto impedire in nessun modo”.