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Caro Berlusconi, punti diritto al Circo della Libertà (e forse si libererà anche dei finiani a pelo corto)

Lettera aperta al presidente Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi

Caro presidente,

ci sarà un motivo se la sua ultima ed epocale lettera al popolo del centrodestra – quella che chiama alla santa difesa delle conquiste del suo Governo e alla mobilitazione verso forse non lontani tempi di battaglia elettorale – ha deciso di indirizzarla al Club delle Libertà e non al Circolo della libertà? Forse sì. Quest’ultimo è diventato la cuccia del ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla e il titolo che campeggia – oltre che le foto – non lascia dubbi: “Orgogliosa di essere un ministro animalista”.

Entrando nel sito portavoce di un movimento che un tempo s’impegnò anima e corpo per affrancare gli italiani dal comunismo de noantri, sembra oggi che per essere paladini della libertà si debba dimostrare di possedere dieci cani, qualche gatto, una dozzina di asini, diffondere il “progetto Eden” e firmare il manifesto sulla coscienza degli animali. La Brambilla ha trasformato le insegne dei Circoli della libertà in uno zoo.

Michela Vittoria Brambilla

Ieri la sua lettera animalista l’hanno potuta leggere tutti, e forse anche lei presidente, sul Corrierone nazionale. Per noi del Circo della Libertà è stata una conferma ma per molti altri ignari lettori – probabilmente anche tantissimi votanti Pdl – una agghiacciante sorpresa: al governo della Repubblica sono salite le idee di Peter Singer, autore del famoso libro Liberazione animale e del più recente La vita come si dovrebbe. Proprio oggi il Corsera dà ampio risalto alla figura di un animalista brasiliano, Pedro Ynterian, che si richiama a Singer e parla di una”proposta parlamentare per includere gli antropoidi non umani in una comunità di eguali, concedendo loro la protezione morale e legale di cui godono attualmente solo gli esseri umani”.

Lei, presidente, farebbe bene a leggerli quei due libri in questi giorni di riposo, in cui sta meditando il rilancio dei valori della libertà, e vedrà che, terminata la lettura, anche lei deciderà di inserire qualche punto fermo “antianimalista” nella mobilitazione autunnale a colpi di gazebo nelle piazze italiane.

Che la sinistra senza Dio Famiglia e Patria abbia sempre flirtato con certe idee borderline, non sapendo bene dove inizia la coscienza e dove finisce lo scodinzolamento di un affettuoso “quattrozampe”, lo si è sempre saputo. E infatti gli animalisti nostrani in passato erano una galassia della sinistra ambientalista. Ma adesso sta accadendo una rivoluzione culturale: si stanno accasando in una destra che ha smarrito i fondamentali. L’ultimo numero della rivista di FareFuturo – e non dovremo essere noi a dirle di chi sia la paternità politica – Charta minuta, a cosa è dedicato? Ai diritti degli animali (si segnala anche un articolo del Corriere della Sera: Dal Palio al no alla caccia, la destra degli animalisti). I destini del Pdl pare che non si giochino solo a Montecarlo ma anche in Italia, dove cresce l’animalismo anche fra i finiani a pelo corto.

Peter Singer

Quelli che un tempo si sarebbero chiamati i “quadri” del suo movimento, in molti casi respirano e parlano come Singer pur senza averlo mai letto perché ormai l’opinione pubblica è imbevuta di animalismo (quante coppie hanno rinunciato a fare figli ma curano con lo stesso amore la bestiola di famiglia) e i “professionisti dell’animalismo” fanno affari (ma di questo parleremo un’altra volta).

Per Singer non esiste sacralità della vita umana, tanto che ammette l’eutanasia, l’aborto, la soppressione dell’infante malformato o non voluto. Singer dice anche che il dolore, cioè qualsiasi forma di sofferenza, è negativo a prescindere da chi lo provi. “Non fa differenza se a sperimentarlo è un uomo o una gallina e gli esseri umani non sono gli unici capaci di provare dolore, poiché lo possono la maggior parte degli animali. Da questi e da altri assunti l’autore deduce che l’uccisione di un uomo non sia più importante o grave dell’uccisione di un animale, se non forse per il fatto che l’uomo in quanto cosciente desidera continuare a vivere. Secondo Singer, come è vero che non tutti gli esseri umani sono persone, vi possono essere animali-persone, come gli scimpanzè e forse perfino le mucche e i maiali”. Non escono dal circo queste parole ma da un filosofo a lei ben noto, presidente, Vittorio Possenti, che “l’animalismo dal volto disumano di Singer l’ha studiato in maniera approfondita. E non le bastano queste poche righe per avvertire una sintonia preoccupante fra il pensiero di Singer e pensieri e azioni che fuoriescono ormai quotidianamente da una schiera di parlamentari (la graziosa Giammanco in testa) del Pdl e dallo stesso ministro Brambilla?

A destra sono rimasti in pochi (ma buoni) a fare ancora qualche distinzione fra uomo e bestia. Uno di questi, Camillo Langone, sul Foglio (“Bisogna spulciarsi la Genesi per dare un senso alle parole della Brambilla“) ha svolto una interessante lettura del “Brambillapensiero” ed ha messo fitti paletti al deragliamento animalista a destra.

Flavio Togni con le sue tigri

Con questa nostra letterina estiva, leggera e speriamo anche un po’ fresca, caro presidente, le vorremmo suggerire il paradigma del Circo delle Libertà, dove l’ammaestramento e la convivenza fra uomo e animale sono il pungolo alla condizione perfettibile dell’uomo, sempre in bilico fra spettacolo e tragedia. E l’uomo aspira ad un destino più grande delle gabbie costruite dai moderni animalisti. A confronto delle quali, quelle del circo sono savane infinite.

10.08.2010