So che c’è oggi una certa tensione, un atteggiamento un po’ ostile nei confronti dell’utilizzo degli animali all’interno dei circhi da parte di certi movimenti. Io invece ritengo che sia una componente significativa quella degli animali negli spettacoli circensi, anche perché è una presenza secolare.
Una delle caratteristiche dell’animale è l’adattamento all’ambiente. L’animale continuamente si adatta ai mutamenti, tanto è vero che in una stessa specie si verificano cambiamenti in base alle regioni in cui si trova a vivere. L’animale entra anche all’interno della vita delle famiglie e s’adatta ai suoi ritmi. Se non capisce il contesto reagisce, ma ha bisogno di quel contesto nel quale inserirsi. Così nel circo l’animale s’adatta e diventa un altro soggetto di fianco all’uomo, in una perfetta sintonia e armonia. Ci saranno anche delle forme di crudeltà, non si può escludere, ma a me il tema degli animali nel circo fa venire in mente Isaia il quale, per descrivere l’escatologia, rappresenta l’armonia tra gli animali che in natura erano contrari e che poi si abituano a vivere insieme: “Il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; la vacca e l’orsa pascoleranno insieme; il leone si ciberà di paglia, come il bue; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi“. Ecco, il circo rappresenta quasi questa armonia paradisiaca e quanto avviene nel circo non è frutto di imposizione ma di armonia.
Card. Gianfranco Ravasi