Skip to content Skip to footer

Buccioni: “Vietare i cavalli nei circhi? Talebanesimo allo stato puro”

Roma, 5 mar. – (Adnkronos) – Vietare l’utilizzazione dei cavalli in spettacoli o manifestazioni pericolose o degradanti. E’ questo uno dei contenuti della proposta di legge che Michela Vittoria Brambilla, in rappresentanza della Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente, depositerà a sua firma all’insediamento del Parlamento. Un proposta che tira in ballo anche i circhi. “E’ evidente che l’onorevole Brambilla ha compreso quali sono le priorità del paese” ironizza all’Adnkronos, Antonio Buccioni, presidente Enc, l’Ente Nazionale Circhi.

Antonio Buccioni
Secondo Buccioni “un conto è parlare di regole, e noi siamo assertori delle regole rigorose, un conto sono le posizioni prettamente ideologiche”. In linea generale, spiega il presidente dell’Enc, “tutto il mondo civile affronta i problemi della presenza degli animali nella comunità e negli spettacoli in termini di regolamentazione rigorosa”. Per questo il 22 marzo “presenteremo un codice di autoregolamentazione in linea con il progresso”, dalle tecniche di allevamento ai luoghi di permanenza degli animali fino alle tecniche di macello.

Cristina Togni (foto Joe Oppedisano)
Per il resto, “rifiutiamo ogni tipo di talebanesimo” sottolinea Buccioni che aggiunge: “non ci piegheremo a questa logica per nessuna ragione al mondo forti di una serie di testimonianze che arrivano da tutte le aree geografiche del pianeta e anche da Benedetto XVI che ha ospitato un circo in piazza San Pietro”. La proposta della Brambilla, “mi sembra un modo di inaugurare una legislatura assolutamente coerente con quello che è la sua personale visione dei problemi di questo paese”.

Nel circo, “tutti gli animali, non solo il cavallo, vengono trattati bene non solo perché si tratta di un bene al servizio di un’azienda ma anche perché si creano dei rapporti che fanno riferimento agli affetti”. Purtroppo, però, per il presidente Buccioni, “in Italia siamo vittime di un indirizzo culturale da quinto mondo. Basta attraversare il confine italiano per passare da una considerazione del circo come fastidio per acquistare un valore culturale”.

Secondo Buccioni, “le considerazioni delle cosiddette élite culturali sono in difformità con quello che vediamo: il 99% delle persone che arrivano alla biglietteria dei circhi vuole accertarsi che negli spettacoli ci siano gli animali”. “Mi auguro, dunque, – conclude Buccioni – che questa sconvolgente iniziativa non venga considerata così importante come il conclave imminente o la necessità di trovare un nuovo governo per il nostro paese”.