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Buccioni “carica” la Lazio in vista del derby

Il Corriere dello Sport ha pubblicato ieri la lettera che il presidente generale della Società Sportiva Lazio, Antonio Buccioni, ha inviato ai Calciatori Biancocelesti in vista del derby di domenica. I contenuti sono elettrizzanti, come merita la posta in gioco e come dimostrano i tanti commenti entusiastici dei sostenitori della Lazio al messaggio del loro presidente. Non si può certo dire che Buccioni non ami questi colori e tutta la grande famiglia della Lazio.
Buccioni è un condottiero che sa “caricare” molto bene il suo esercito, facendo leva sull’orgoglio, sulla appartenenza e sulla identità, come ha dimostrato più volte anche da quando è alla guida dell’Ente Nazionale Circhi. Ecco la lettera:

Il presidente Buccioni con Olimpia, l'aquila della Lazio
Il presidente Buccioni con Olimpia, l’aquila della Lazio
Cari ragazzi,
atleti prestigiosi e dal valore indiscutibile prescelti dal Destino nel privilegio e nell’onore di difendere, con lealtà e con coraggio, le sorti della Nostra diletta Sezione Calcio, acquisite, quali religiosamente Vostri, questi brevi contenuti.
Domenica 26 Maggio, in un’edizione eccezionale ed inconsueta, la Città Eterna, ‘cuor del mondo che palpiti, fonte di vivissima luce’, per citare Ettore Petrolini, Suo Sommo Cantore, rinnova il rito del Derby, ultimo e più grande mito, laico e sacro del Popolo dei Quiriti, che la Lazio ha creato, interpretandolo costantemente da insostituibile protagonista, intraprendendolo il 15 maggio 1904 contro la Virtus e coltivandolo nei decenni successivi, attraverso i cimenti agonistici, con l’Alba e la Fortitudo, il Roman e la Pro Roma, l’Audace e la Juventus e infine, dal 8 dicembre 1929, con l’Associazione Sportiva Roma.
La determinazione e lo spirito di sacrificio tali da spingersi, nella circostanza, ben oltre il limite dello stoicismo, al fine della conquista della meta agognata, sono stati dell’animo, prima ancora che del corpo, che reputerei sacrilego solo dubitare che possano non appartenerVi pienamente.
Quale immeritevole ed inadeguata guida di questa immensa Famiglia Biancoceleste, tuttavia, è mio irrinunciabile imperativo FarVi pervenire, attraverso questo scritto, la voce e l’affetto innanzitutto del Popolo dei Tifosi Biancocelesti, un Popolo che Vi ama e Vi rispetta e che negli anni, forse nei decenni, si è sottoposto ad ogni tipo di sacrifici per esserVi sempre vicino, in alcuni casi pagando durissimamente la propria prigionia di Fede.
Domenica saranno con Voi, a confortarVi dal Cielo, tra i tantissimi, i Ragazzi che non tornarono, oltre 40 dirigenti, tecnici, atleti biancocelesti immolatisi nel nome della Patria e di cui la Lazio custodisce riconoscente la luminosa memoria, fiera di aver contribuito con il proprio insegnamento a renderLi dei bravi cittadini, dei degni Italiani; gli eroi, Luigi Bigiarelli, l’ideatore, Giorgio Vaccaro, il salvatore, Renzo Nostini, il profeta, fra tutti; Vincenzo e Gabriele, i martiri in tempo di pace.
E ancora i Campioni di tutte le Discipline, e tra di essi, su tutti, i meravigliosi nove cinti dall’oro di Olympia, il sogno più grande che possa cullare un atleta, orgoglio del Nostro Palmares, pura aspirazione di quello di altri.
E gli Atleti delle Sezioni Sportive, 10.000 miliziani di un esercito di purezza e di inno alla vita che in Voi e nel Vostro esempio si specchia quotidianamente.
Domenica 26 maggio volate, cari Ragazzi, nel firmamento della Nostra Storia più bella con dignità e fierezza, con coraggio e con passione.

Antonio Buccioni
Presidente Generale della Società Sportiva Lazio