Braian Casartelli, classe 1977, è figlio di Elio, quindi nipote di Leonida Casartelli. Precisazioni anagrafiche che contano se parliamo di una dinastia che ha fatto della forza famigliare i mattoni su cui costruire il proprio cammino. E che cammino.
Gli animali sono la tua grande passione.
Non ancora, ma sono molto curiosi e cercano sempre di avvicinarsi. Bisogna tenerli a bada, perché co- munque un elefante anche solo per una brusca virata può essere pericoloso.
A proposito di bambini mi piace invece segnalare che spesso la mattina presentiamo delle prove aperte dello spettacolo alle scolaresche. Anche loro rimangono affascinati dagli animali e sono molto curiosi. Mi piace parlare con loro, rispondere alle loro domande, ascoltarli. E spesso le questioni che pongo- no, pur nella loro ingenuità, sono molto profonde. E capiscono al volo come stanno le cose. È facile inculcare un’idea in un bambino, come ad esempio fargli credere che al circo gli animali soffrono, poi basta aprire le porte e mostrare come funziona davvero e i bimbi in un attimo capiscono come stanno le cose.
Prima citavi l’importanza della famiglia: tuo nonno Leonida è una figura importante nella storia del Circo italiano, che influenza ha avuto su di te?
Purtroppo è mancato nel 1978 quando avevo appena un anno, per cui tutto ciò che conosco su di lui mi è stato raccontato. Ma la sua figura ed il suo esempio sono con noi quotidianamente. Non passa giorno che mio padre, le zie o altri della famiglia dicano: “Il non- no avrebbe fatto così…”. In particolare ho appreso dal suo lascito valoriale l’importanza della famiglia e il senso di responsabilità. La coesione è la prima cosa. Per esempio mia nonna, è anziana, ha oltre 90 anni, ma vuole stare con noi, deve essere al circo a vedere che tutto stia andando bene, che i suoi figli e i suoi nipoti lavorano, crescono e vivono insieme. La responsabilità, altro grande insegnamento di mio nonno, è sempre relativa alla famiglia: affinché possa dare del suo meglio ed essere unita il segreto risiede nel fatto che ognuno faccia bene il proprio lavoro.
Leonida Casartelli era anche un grande fautore della conquista di nuovi mercati.
È vero. Noi lavoriamo molto all’estero, siamo appena tornati da una tournée in Ungheria e Repubblica Slovacca che ci ha dato buone soddisfazioni. Ma anche Israele, Turchia, Francia, Romania, sono fra i paesi che abbiamo visitato. Devo dire che ultimamente è più facile lavorare all’estero. Ci sono meno problemi burocratici. In Italia in ogni città si devono affrontare vari aspetti negativi. Spesso le autorità concedono aree disagiate e quando si arriva su una piazza la prima cosa da fare è pensare di ripulire tutta l’aerea per evitare che gli animali possano ingerire qualcosa che non va. Poi il circo viene relegato in periferia o nascosto. Spesso si è costretti a fare lunghe percorrenze perché non si trovano piazze intermedie. Inoltre è complicato far sapere al pubblico che il circo è in città. Noi lavoriamo in questo senso anche per realizzare una pubblicità un po’ diversa. Per esempio cerchiamo di fare un’affissione forse meno capillare ma più attenta a toccare i punti cardine delle città. Anche per non risultare troppo invasivi. È importante lasciare sempre un buon ricordo.
E’ la famiglia che ha vinto, da soli si fa ben poco. Avevamo già vinto il Clown d’Oro nel 1966 e sapevamo che sarebbe stato difficile ripeterci. Abbiamo, come sempre, investito molte energie nel progetto realizzando numeri completamente nuovi o rinforzato gli esistenti. Abbiamo portato una fantasia araba con animali esotici ed elefanti, un quadro gitano, un carosello equestre in bianco rosso, i colori del principato, con acrobazie ai tessuti ed infine il passo a due equestre che ha ricevuto una standing ovation a scena aperta. Mi vengono i brividi solo a pensarci. Si tratta di un numero che avevamo realizzato appositamente e non eravamo certi dell’impatto che avrebbe potuto avere. Avevamo avuto la fortuna di un lungo ingaggio nel circo stabile di Budapest dove avevamo potuto provare a lungo. Durante l’ultimo spettacolo di selezione, poi, in un particolare passaggio nel quale mia sorella Ingrid rimane in equilibrio con un piede sulla mia testa, abbiamo rifiutato la longia (cintura di sicu- rezza, nda) riscuotendo l’apprezzamento di pubblico e giuria. Ma, ripeto, il trofeo è arrivato grazie al lavoro di tutta la famiglia.
Come sempre capita di dover fare un po’ di tutto. Io seguo in particolare lo spettacolo, sono incaricato delle luci (anche degli aspetti tecnici), scelgo le musiche dei numeri e preparo i testi delle introduzioni ai vari numeri, anche perché sono io stesso ringmaster e presentatore. Oltre a questo, ovviamente, durante gli spostamenti conduco uno degli autotreni del complesso, di solito quello dove si trasporta lo chapiteau, mentre mia moglie pensa a guidare il nostro caravan abitazione.
Un sogno nel cassetto?
Mi piacerebbe poter lavorare con degli elefanti giovanissimi, ovviamente già svezzati: quelli con cui mi esibisco ora sono adulti. Il mio sogno sarebbe poter ospitare una decina di cuccioli e crescerli lavorando con loro. Scriverò una letterina a Babbo Natale.
Stefania Ciocca
L’intervista a Braian Casartelli è pubblicata sul numero di dicembre del periodico Circo in distribuzione in abbonamento in questi giorni.