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Botta e risposta fra Enc e sindaco di Udine su circhi e animali

Lo spunto per la presa di posizione dell’Ente Nazionale Circhi sono state le dichiarazioni alla stampa del sindaco di Udine, Furio Honsell, ed anche una sua lettera indirizzata alla direzione del circo Medrano. Le prime sono note a tutti, o facilmente reperibili online, perché pubblicate dai media. La seconda la rendiamo pubblica noi, insieme alla risposta del presidente Enc, Antonio Buccioni.
In ordine, ecco la missiva del sindaco alla direzione del circo Medrano e la risposta di Buccioni.

Il sindaco di Udine

Il sindaco di Udine

Egregio Direttore,
il Comune di Udine ha più volte manifestato in passato l’intenzione di non ospitare più, sul proprio territorio, circhi che utilizzano animali.
Molti nostri concittadini ritengono infatti che lo “sfruttamento” di altri esseri viventi a fini di spettacolo sia qualcosa di eticamente riprovevole e, come Sindaco, mi sono fatto anche in passato promotore di questo sentimento collettivo.
Al di là del fatto che la normativa nazionale purtroppo non proibisce lo sfruttamento di animali a fini di spettacolo, credo che voi possiate consapevolmente e liberamente scegliere di fare spettacolo sul nostro territorio comunale in altro moodo; fra l’altro numerosissimi sono nel mondo gli esempi di circhi di grande successo che non sfruttano in alcun modo animali per procurare divertimento.
In questo senso, interpretando il sentimento di molti nostri cittadini, La invito pertanto a voler organizzare il vostro spettacolo in modo tale da evitare l’utilizzazione degli animali per puro divertimento.
La ringrazio anticipatamente per quanto Ella vorrà fare in questo senso.
Cordiali saluti

Il Sindaco
Furio Honsell

Il presidente Enc, Antonio Buccioni

Il presidente Enc, Antonio Buccioni

Preg.mo Sindaco,
ho letto le sue dichiarazioni alla stampa sulla presenza del circo Medrano nella Città di Udine ed anche la lettera da lei indirizzata alla direzione del complesso, che ovviamente me l’ha portata a conoscenza.
In relazione, non posso fare a meno di esprimere alcune considerazioni, anche per fornirle qualche elemento di conoscenza del nostro settore.
Lei afferma nella sua lettera che “molti nostri cittadini ritengono che lo ‘sfruttamento’ di altri esseri viventi a fine di spettacolo sia qualcosa di eticamente riprovevole” e addirittura ritiene che tale posizione esprima un “sentimento collettivo”.
Mi chiedo: da dove trae questa certezza? Ha bussato alla porta di ogni famiglia che risiede nel Comune di Udine per appurarlo? Ha svolto un referendum su questa materia? Se lo ha fatto la prego di volermene informare. In caso contrario, la invito a non parlare a nome di un fumoso e indefinito “sentimento collettivo” in quanto lei saprà meglio di me che in epoche buie della nostra storia, chi ha preteso rappresentare il sentimento collettivo si è sentito anche in dovere di forzare la mano ed imporre a tutti una determinata visione del mondo.
Lecito, ovviamente, far propria una posizione animalista, meno sbandierarla come maggioritaria. Vi è un dato sul quale la invito a riflettere: in Italia operano circa cento circhi, di piccole, medie e grandi dimensioni, e nonostante spesso vengano ostacolati dalle amministrazioni comunali, costretti a disporsi su aree di fortuna e periferiche, vessati da una burocrazia punitiva, continuano a lavorare da nord a sud del nostro Paese e a mantenersi grazie al pubblico pagante (non certo agli spiccioli che ricevono dallo Stato). Non diversamente è accaduto ad Udine. L’osservazione della realtà insegna dunque che sono moltissimi i cittadini che amano i circhi e in particolare il circo di tradizione, quello cioè che propone anche numeri con la presenza di animali.
Spero che non abbia a risentirsi, dunque, se affermo che le considerazioni che ha fatto sue parlando di circhi con animali descrivono il sentire di una minoranza elittaria, radical-chic, assai lontana dal dilagante sentimento popolare che accompagna l’arte, la storia e lo spettacolo della pista, storicamente rappresentanto da uomini e animali che vivono quasi in simbiosi fra loro. Penso che non a caso il card. Ravasi – presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura e personalità assai stimata anche dal mondo laico – abbia potuto affermare che “nel circo l’animale si adatta e diventa un altro soggetto di fianco all’uomo, in una perfetta sintonia e armonia. Il tema degli animali nel circo fa venire in mente Isaia, il quale, per descrivere l’escatologia, rappresenta l’armonia tra gli animali che in natura erano contrari e che poi si abituano a vivere insieme. Ecco, il circo rappresenta quasi questa armonia paradisiaca e quanto avviene nel circo non è frutto di imposizione ma di armonia”.
Lei parla poi di “sfruttamento” a proposito di spettacoli posti in essere dai circhi con animali. Mi chiedo se, quantomeno per coerenza, lei tratti allo stesso modo ogni altro aspetto legato alla convivenza degli animali con l’uomo nella nostra società: i milioni di cani, gatti, quando non anche animali esotici che vivono in appartamenti spesso piccolissimi, e che per espletare anche i loro più elementari bisogni dipendono in tutto e per tutto dall’uomo, che se ne attornia per compagnia, affetto e divertimento, non sono invece “sfruttati”? Gli animali presenti nei circhi in Italia non superano le 1500 unità circa, la stragrande maggioranza di essi sono cavalli, animali cioè utilizzati anche in maneggi, ippodromi e così via. Come potrà ben comprendere, anche solo in termini di proporzioni, la questione animali nei circhi è un falso problema, figlio di una ideologia che, forte di un grosso potere economico e lobbistico e di enormi coperture politiche, sta cercando di imporre il proprio punto di vista all’opinione pubblica.
Credo infine che compito di un sindaco non debba essere quello di chiedere ad un circo di effettuare i propri spettacoli senza animali – che il pubblico pagante chiede a gran voce e dunque non si capisce perché una imprese circense dovrebbe auto-danneggiarsi e scontentare il pubblico, quando invece la legge vigente autorizza i circhi con animali – ma di vigilare sul benessere degli animali che si esibiscono. Perché a questo si limita, nel quadro ordinamentale italiano, la funzione dei Comuni (oltre a quella, principale, di mettere a disposizione le aree pubbliche) attraverso il Servizio veterinario, in materia di circhi.
Da ultimo, abituato com’è da secoli alla tollerante convivenza fra fedi, lingue ed etnie diverse, il circo non si permetterebbe mai di gettare in pasto all’opinione pubblica giudizi definitivi e negativi su chi amministra la cosa pubblica. Fino a prova contraria riteniamo che lei sappia fare il suo mestiere e non ci saremmo mai permessi di sindacare, ad esempio, su come lei svolga la sua funzione, come spenda il denaro pubblico e così via, magari sollecitando qualche controllo in più da parte della Corte dei Conti. Da parte sua, invece, abbiamo letto una sollecitazione agli enti preposti ad effettuare “controlli capillari” sugli animali, forse nella speranza che potesse emergere qualche irregolarità e con essa l’appiglio per vietare il circo.
Ringraziando per l’attenzione e la cortese collaborazione, l’occasione è gradita per porgere

Distinti saluti

Il Presidente
Antonio Buccioni

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