Il fascino è quello antico, che pulsa da 200 anni di una storia legata all’evento più prestigioso ed esclusivo del Carnevale di Venezia. Stiamo ovviamente parlando del Gran Ballo della Cavalchina, che stregò anche Lord Byron e che viene riproposto con la formula di sempre: il gran ballo in maschera con spettacoli à l’ancienne.
Dal 2007 l’evento è tornato alla grande nella città di Venezia, grazie ad un esperto del genere, oltreché appassionato cultore, che risponde al nome di Antonio Giarola, il quale ha portato il top dell’arte equestre e acrobatica al Teatro La Fenice. Non solo, ovviamente, essendo uno dei maggiori registi di spettacoli equestri su scala internazionale, presidente dell’Unione italiana spettacolo equestre e dell’Associazione nazionale sviluppo arti circensi. Quest’anno sul palcoscenico dello splendido teatro è salita un’icona, una donna che sprigiona intesa e gran classe nei numeri equestri, un mix di acrobazia, alta scuola e libertà nel pieno rispetto del partner a quattro zampe, e per la prima volta a Venezia ha montato all’amazzone. Si tratta di Audrey Hasta Luego, che insieme al marito Robin (sue sono le foto che pubblichiamo), anch’esso in passato grande artista equestre, ha dato vita ad una proposta artistica fra le più alte in assoluto, partecipando ad incontri equestri in varie parti del mondo.
Ma, spettacolo nello spettacolo, a stupire i veneziani e i tantissimi ospiti del Carnevale, anche l’arrivo degli artisti, cavalli compresi, che hanno attraversato a piedi ponti e calli per arrivare al Teatro.
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Fra i protagonisti dell’ultima edizione anche la “Diva en travesti”, LaLa McCallan, nota al pubblico televisivo per il successo ottenuto a Italia’s Got Talent e che al Gran Ballo della Cavalchina ha presentato un divertissement ispirato a Così fan tutte, ma soprattutto i partecipanti alla cerimonia di consegna dei Cavalchina Awards 2012: il soprano Katia Ricciarelli, il tenore José Carreras, Patty Pravo, il cantautore James Blunt, Giorgio Pasotti e due artisti dell’alta cucina come il padovano Massimiliano Alajmo e il collega francese Alain Passard.