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Arte di strada e circhi trattati come nel 1780

Eccoci arrivati alla quarta e ultima giornata, di sicuro la più numerosa in quanto a partecipazione di ospiti legati soprattutto al mondo delle scuole circensi e della messa in atto dell’arte. Capita al momento giusto questo spazio dedicato alla didattica circense perché aver preso parte ad un laboratorio di giocoleria per cinque giorni ha consentito ai partecipanti di sviluppare una sensibilità diversa, fin anche di crearne una nuova qualora non la si avesse nei confronti dell’apprendimento di queste discipline.
Ospiti provenienti dalle scuole circensi sono stati Camilla Peluso della milanese Piccola Scuola di Circo e Marco Bizzozzero, il primo in assoluto a Milano a creare la sua Scuola Nazionale di Teatro e Arte Circense. Sempre di Milano Maurizio Accattato e la sua scuola, ma più conosciuto per le sette edizioni del Milano Clown Festival che ad ogni carnevale invadono le strade del quartiere Isola ma non solo. Da Torino invece gli ospiti che hanno rappresentato la Scuola di Circo Vertigo e la Flic sono stati Paolo Stratta per la prima e Flavio d’Andrea.

Rullino i tamburi... entra il presidente Fnas (servizio fotografico di Stefania Ciocca)

Alessio Michelotti, presidente della FNAS (Federazione Nazionale Artisti di Strada) si è presentato non propriamente in veste ufficiale di presidente, o per lo meno non immediatamente: la sua presenza si è annunciata con il rullo di un improvvisato tamburo, dopodiché ha fatto il suo ingresso in aula vestendo i panni di un bizzarro messo reale. Ha letto un editto in lingua fiorentina, un testo del 1780 che vietava la presenza e l’esibizione in città di chiunque facesse spettacolo di sé e delle proprie arti. Duecentotrenta anni dopo la situazione italiana è cambiata poco, chi fa arte di strada viene multato per accattonaggio e gli vengono requisiti gli strumenti del mestiere. Michelotti fa l’esempio di un’artista che si esibiva a Venezia non molto tempo fa nei panni di Pinocchio e che dopo la multa da parte delle autorità locali si è vista requisire…il naso. Michelotti, tramite un breve inquadramento storico delle esibizioni di piazza, torna indietro sino al 1500 durante l’alluvione demografica che ha permesso la formazione della città così come la conosciamo oggi. E’ in questo scenario che si collocano quelle esibizioni itineranti che in realtà già durante il medioevo cercavano posto per le strade. A tutt’oggi la situazione cambia poco, l’arte di strada crea un impatto tale che non può passare inosservata ma per quanto apprezzata dal pubblico non lo è altrettanto da parte delle autorità. E in realtà a leggere le cronache, anche per i circhi itineranti la musica è la stessa, anzi peggio.
L’Italia è un po’ il fanalino di coda dell’Europa (sebbene anche all’estero ci siano città che considerano le esibizioni d’arte in strada come un problema di ordine pubblico) ma in questo panorama così piatto Milano ha scelto di fare finalmente un passo in avanti. Si presentano così al pubblico di ragazzi due consiglieri comunali della giunta milanese Filippo Barberis e Luca Gibillini. Michelotti passa il testimone all’uno e all’altro dando loro il proprio cappello e la propria fascia così a simboleggiare il salto temporale dal 1780 al 2012.
Il nuovo regolamento viene così presentato ai ragazzi: ha avuto come fonte di ispirazione gli artisti con le loro esperienze, la FNAS stessa ha dato il suo contributo in termini di influenze prima e di collaborazione diretta poi. Cinque sono stati i riconoscimenti preliminari operati: promozione di una cultura diffusa fuori dai luoghi tradizionali per intercettare così persone che normalmente non si recano in certe zone; semplificazione delle regole per aiutare il diritto all’espressione artistica; scelta di luoghi dove possono esprimersi i talenti per permettere così la coltivazione di un rapporto con il pubblico; visione dell’arte di strada come modo alternativo alla ricerca della sicurezza poiché questa si crea se ci sono occasioni di socialità; infine possibilità per la città di rendersi più attraente, a sua volta un’attrattiva.
Si passa forzatamente dalla difficoltà che una macchina burocratica come quella italiana sa creare, del resto semplificare nel nostro paese è complicato mentre complicare è molto semplice. Di nuovo i due consiglieri ci tengono a puntare sul numero cinque citando con sintesi le cinque parole d’ordine: definizione di arte di strada specificando così quali sono tutte le attività artistiche che si volgono in maniera individuale o di gruppo in presenza di un pubblico. Va fatto un distinguo tra espressioni di strada e mestieri artistici di strada: le prime non richiedono compenso economico se non a cappello mentre i mestieri richiedono un compenso predeterminato come ad esempio i ritrattisti. Tutte le attività espressive sono state così esentate dal pagamento dalla tassa di occupazione di suolo pubblico. Scelta degli spazi della città: per semplificare si passa dal meccanismo autorizzativo al meccanismo di prenotazione. Non ci sarà più la richiesta di concessione ma il Comune in tutte le nove zone di Milano eseguirà una mappatura di tutte le postazioni (più di 200) nelle quali gli artisti sanno che potranno esibirsi previa prenotazione. E’ prevista inoltre una speciale tipologia di aree dove non sarà necessaria la procedura burocratica, si chiameranno aree di “espressione estemporanea” e verranno gestite autonomamente dagli artisti. Semplificazione attraverso l’introduzione di uno sportello unico che garantirà la contestualità della risposta e l’istituzione di una piattaforma online con la quale gli artisti potranno prenotare le proprie postazioni. Infine la partecipazione: il percorso sin qui ideato vorrebbe auspicare ad una stabilità che preveda la presenza di rappresentanti delle istituzioni comunali e degli artisti così da monitorare l’operato e concepire un sistema di gestione che cresce attraverso le esperienze fatte. Obiettivo di fondamentale importanza è quello di veder moltiplicarsi gli artisti, il tutto in una città che negli ultimi venti anni è stata sempre più recintata, chiusa e non solo per l’arte di strada. I due consiglieri insistono che “la cultura va cambiata invertendo la marcia, cercando di restituirla ai milanesi. Una sfida che pensa che arte e cultura non debbano collocarsi solo nell’asse centrale milanese che va da San Babila a Cairoli: noi invitiamo a riempire le strade. Anziché chiudervi nei seminterrati provate in strada, magari anche nelle periferie”.
Molti i dibattiti che si accendono, i consensi non mancano ma dopo un lungo tempo di divieti (e davanti all’inasprimento delle regole per limitare i circhi) e entro un’ottica nazionale che lascia poco spazio all’arte esibita è difficile credere che tutto possa cambiare. Tuttavia così sembra. Le tempistiche previste, macchina burocratica permettendo, contano di rendere attivo il regolamento per gennaio 2013, mentre per il sistema informatico servirà un po’ più di tempo. In tutto ciò la FNAS collaborerà con il Comune di Milano per affiancare il progetto nazionale Strada Aperta perchè come Michelotti auspica “bisogna cercare di creare un’unica piattaforma informatica nazionale per uscire dal ‘700 dove ogni città aveva il suo unico e singolo regolamento di riferimento”.
Barberis e Gibillini ricevono moltissime domande e per ragioni di spazio non riescono a rispondere a tutti, ma ci tengono a far sapere che qualora ci fossero questioni importanti alle quali dare risposta si renderanno disponibili da subito a rispondere a tutte le mail del caso, e se i ragazzi che hanno domande fossero un cospicuo numero saranno altresì disponibili ad incontrarli. Insomma, quest’ultima giornata ha creato davvero interesse (molti i ragazzi che hanno iniziato a manifestare curiosità verso le scuole di circo) e partecipazione soprattutto nell’ottica cittadina per quanto riguarda la fruizione e l’esibizione dell’arte di strada.
Di nuovo, per la quarta volta, le giornate circensi si riconfermano una delle attività più coinvolgenti, particolari ed entusiasmanti offerte dal dipartimento di Beni culturali e ambientali ma anche di tutta la Statale. E ben dimostra soddisfazione il suo creatore, prof. Alessandro Serena, che dice “per me che sono nato nel circo è stato già un bellissimo traguardo poter insegnare la storia dell’arte circense in università”, con questo quarto successo ci si può augurare solo che le Giornate di Studio 2013 arrivino presto.
Stefania Ciocca

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