La macchina da guerra della lobby animalista si è messa in moto e dal 3 al 5 dicembre suona la grancassa nelle piazze italiane, con la claque di qualche personaggio dello spettacolo e il solito ministro Brambilla.
Fra gli obiettivi della Lav c’è anche questo: far conoscere come vengono “elargiti ai circhi finanziamenti pubblici immotivati”. La verità è che i denari che escono dal Fus e che arrivano ai circhi, sono pubblicati in bella vista e alla luce del sole sul sito internet del ministero per i Beni e le attività culturali. Alla portata di tutti. Ci sono quelli della musica, delle bande, della danza, del teatro e anche dei circhi. Nomi e cognomi, complesso per complesso, con la cifra relativa.
Mentre se un cittadino qualunque volesse sapere chi sono e quanto ricevono di finanziamenti pubblici le associazioni ambientaliste e animaliste, dove dovrebbe cercare? In nessun posto, perché il dato è top secret. Il senatore del Pdl, Valerio Carrara, ci prova da tempo ad ottenere questo tipo di informazione. Ha presentato sette atti di sindacato ispettivo, il primo dei quali datato 8 ottobre 2008, ma non ha avuto nessun riscontro. “Gran parte di essi sono volti ad accertare quali benefici di natura economica e fiscale, a quale titolo e di quale entità vengono erogati (fondi, contributi ed elargizioni di vario genere) alle associazioni animaliste e ambientaliste, che nel nostro Paese sono più di 45: un numero sproporzionato rispetto al resto dell’Europa. Alcune di esse hanno bilanci da capogiro e conti economici più simili a società per azioni che ad ONLUS e no profit”, ha detto in aula lo scorso luglio, aggiungendo di essere “rammaricato come parlamentare e come esponente della maggioranza nel vedere mortificato il mio impegno”.
Il senatore Carrara incontra un muro di gomma
Ma è stato ancora più chiaro il 29 settembre scorso. Ha preso spunto dalla vicenda giudiziaria che ha coinvolto il presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre, e queste sono state le sue parole: “Da mesi sto ponendo attenzione al tema attraverso la presentazione di interrogazioni a risposta scritta rivolte ai Ministri competenti in materia per conoscere l’entità di denaro pubblico che ruota intorno al settore animal-ambientalista, quindi anche nella gestione di parchi nazionali, di parchi regionali, di aree protette, oasi di rifugio, siti di importanza comunitaria e zone di protezione speciale. Purtroppo, a tutt’oggi, nonostante abbia chiesto ripetutamente anche al Senato di intervenire per ricevere delle risposte, non ho mai ricevuto una sola risposta alle mie interrogazioni, le quali non hanno altro scopo se non quello di fare chiarezza nella gestione e nella dotazione di denaro destinato alla costellazione di enti ed associazioni, pubbliche e private, che esistono nella galassia ambientalista e della biodiversità. Davanti a me ho trovato un vero e proprio muro di gomma, che non ha alcuna giustificazione”. Non solo. Carrara chiede, per ora senza ottenere la minima soddisfazione, che si possa, “una volta accertato l’appannaggio di risorse economiche attribuito alle varie associazioni, enti di gestione pubblici e privati”, sapere anche “se i fondi stanziati ed erogati siano andati a buon fine, se cioè non abbiano percorso altre strade o siano stati distratti dai motivi per cui erano stati concessi”. Ha così deciso che metterà nero su bianco un’altra interrogazione per chiedere che i “Ministri interessati si attivino affinché, attraverso le rispettive funzioni, avviino ispezioni con verifiche a tappeto della contabilità volte ad accertare la corretta gestione, nonché l’utilizzo dei fondi relativi, per accertare che non siano stati distratti rispetto alla motivazione per la quale sono stati erogati. Non mi risulta che un albero per crescere abbia bisogno di finanziamenti”.
Ma l’onorevole Tommaso Foti portò alla luce il tesoretto degli animalisti
Un altro parlamentare della Repubblica si è battuto a lungo per fare luce sul flusso di denaro che arriva ogni anno alla galassia ambientalista e animalista. E pure lui ha dovuto sudare sette camicie. Si tratta dell’onorevole Tommaso Foti, che ha iniziato a battere il chiodo quando ancora era deputato di An: venne a sapere che nel 2006 il contributo complessivamente erogato dalla Direzione Protezione Natura ammontava a 3.390.553 euro. Rientravano fra i “progetti funzionali ad attività programmate dal ministero”, ma la sostanza non cambia. Sempre “aiuti” di Stato sono. Se facciamo il confronto con i circhi il risultato è paradossale: nel 2010, sommando ogni tipo di voce (attività circense in Italia e all’estero e contributo attrezzature) tutti i complessi ammessi a finanziamento attraverso il Fus, non superano i 2 milioni di euro.
Nel 2001 le associazioni ambiental-animaliste riconosciute erano 35 e si spartivano 2 milioni e 200 mila euro, quelle non riconosciute portavano a casa 90 mila euro. Poi sono diventate una settantina. “A dispetto della logica della trasparenza – spiegò Foti – è chiaro che non si tratta di contributi, ma di erogazioni a fronte di servizi resi all’amministrazione statale. Assegnazioni che avvengono sulla base di criteri discrezionali perché prescindono dalla verifica della qualità dei servizi e dall’utilizzo delle somme erogate”.
Un disegno di legge “trasparente” affossato in parlamento
Per cercare di modificare questo meccanismo perverso, il parlamentare presentò un disegno di legge che prevedeva per le associazioni beneficiarie di contributi, fra l’altro anche l’obbligo del rendiconto di fronte alla Corte dei conti. Ma la lobby animal-ambientalista, molto forte in parlamento, ha affossato tutto. Il disegno di legge non è andato avanti. Ed oggi quante sono le associazioni riconosciute dal ministero dell’Ambiente? Ben 80 (l’elenco aggiornato delle associazioni ambientaliste e animaliste riconosciute si può leggere qui). Non appena le tante domande del senatore Carrara troveranno risposta, sapremo anche quanto hanno incassato dallo Stato fra il 2007 e il 2010 e per quale genere di servizio.
Solidarietà ai circhi: l’amore per gli animali è nel loro Dna
Il senatore Carrara si è distinto in questi giorni anche per la sua presa di posizione sui circhi, ai quali ha espresso solidarietà: “Vi sono delle categorie prese di mira dagli animalisti che arrivano al punto di organizzare manifestazioni per levar loro il sostentamento dello Stato. E’ il caso della LAV che lancia una campagna il 4 e il 5 dicembre contro i circhi. E’ quanto appreso dall’ascolto di un’emittente radiofonica privata che ne diffondeva la notizia attraverso uno spot pubblicitario. Tempo fa ne avevo sentito un altro contro la caccia a cura dell’ENPA. Oltre a chiedermi ove queste Associazioni ed Enti trovino i fondi per tali campagne, rimango colpito dal numero e dalla veemenza di questi attacchi contro categorie di cittadini onesti. Ho ancora in mente un servizio andato in onda su un tg della tv pubblica, ove gli animalisti presenti, circa una quindicina, alcuni dei quali stazionavano in terra, protestavano contro le pellicce e i pellicciai. Mi preoccupa e mi indigna questo modo di agire e di pensare che si va diffondendo nel nostro Paese, per cui c’è qualcuno che si arroga il diritto di dire che cosa vietare e cosa no, cosa va bene e cosa no. Oltre agli “animalisti” vi sono gli “ambientalisti” e gli “anticaccia”. Un nucleo di persone che sono per loro natura “contro” e rifiutano a priori il confronto ed il dialogo. Essi sono più vicini al pensiero integralista che al pensiero liberal democratico ove il rispetto è reciproco. Voglio pertanto esprimere la mia vicinanza alla gente del circo che duramente si guadagna il pane in tutte le piazza d’Italia. Soprattutto a quei piccoli circhi che girano nei paesi e nelle periferie intrattenendo grandi e piccini. Quella del circo è una vera e propria cultura che si basa sul rispetto degli animali. Come potrebbe essere altrimenti, l’amore per gli animali è nel DNA circense in quanto senza essi, non esisterebbero i circhi stessi. Esorto tutti a sostenere quest’attività che ha fatto, fa e farà felici i bambini di tutta Italia. A Egidio Palmiri, presidente dell’Ente Circhi, va la mia stima e riconoscenza nonché l’impegno personale a vigilare affinché certe proposte non abbiano un seguito. Il pensiero metropolitano animalista non deve avere il sopravvento, non dobbiamo infatti dimenticare che prima come adolescenti, poi come adulti, abbiamo potuto ammirare dal vivo la bellezza di certi animali solo andando al circo con la nostra famiglia e i nostri amici. Un divertimento sano, educativo, ed accessibile a tutti”.
Claudio Monti