Il Bundestag, cioè il parlamento della Germania, “ha respinto una mozione presentata dalla Spd che era finalizzata a vietare gran parte delle specie animali presenti nei circhi, tra cui elefanti, orsi, giraffe, ippopotami, scimmie e rinoceronti”. Chi parla è il direttore dell’Eca, European Circus Association, Arie Oudenes, che smentisce così anche le voci di segno opposto rimbalzate in Italia dalla agenzia di stampa animalista e riprese anche dall’Enpa. Per inciso, orsi e scimmie in Italia non vengono più utilizzati nei circhi da molti anni per esplicita decisione dell’Ente Nazionale Circhi.
“Ad opporsi lo scorso 15 dicembre alla richiesta di restrizioni avanzata dalla Spd, sono stati l’Unione Cristiano Democratica (Cdu) e l’Unione Cristiano Sociale (Csu) di Angela Merkel più il Free Democratic Party”, prosegue il rappresentante dell’Eca, il che la dice lunga sull’aria che tira in terra tedesca a proposito di filosofia animalista. Le grandi democrazie europee, insomma, nonostante le lobby animaliste continuino a martellare e a spendere tempo, energie e denaro per le loro campagna contro i circhi, si stanno muovendo nella direzione esattamente contraria, che si potrebbe sintetizzare con uno slogan di moda negli anni della contestazione in Italia: vietato vietare. Una mozione, quella rigettata dal Bundestag, che aveva già fatto capolino ad Amburgo ma ugualmente senza successo.
“Nel rispedire al mittente la proposta della Spd – aggiunge l’Eca – il Bundestag ha seguito una linea tracciata sin dal 2003 dal ministero federale per l’Agricoltura e la difesa dei consumatori, che già otto anni fa prese chiara posizione sulla questione. Il ministero disse che impedire l’attività ai circhi con animali avrebbe potuto comportare problemi di costituzionalità in quanto penalizzante lo svolgimento di una libera professione”. Il ministro Ilse Aigner (Csu) è stato più che convincente una settimana fa, quando ha sottolineato che la linea non è cambiata semplicemente perché non ci sono elementi nuovi che giustifichino una virata: quando saranno portate informazioni fondate e verificabili, è stato il suo ragionamento (gli slogan monocorde degli animalisti non bastano, insomma, aggiungiamo noi) che dimostrino l’impossibilità di una “custodia” rispettosa degli animali all’interno dei circhi, se ne potrà discutere, ma fino a quel momento si prosegue come sempre.
L’Eca definisce “razionale” la conclusione alla quale è giunto il parlamento tedesco e ovviamente la accoglie con favore. Non solo. “Gran parte dei Paesi, come Francia, Germania, Italia, Svizzera, continuano ad affrontare tali questioni facendo affidamento sulla regolamentazione e sulle normative e non sui divieti, e allo stesso modo si stanno comportando Inghilterra, Scozia e Paesi Bassi, che hanno respinto le restrizioni richieste dagli animalisti”. Anche l’Eca si batte affinché la materia sia adeguatamente normata ma dice un chiaro no ai divieti “ideologici” e parteciperà con impegno e precise proposte alla fase di elaborazione, già annunciata dal governo tedesco, per rivedere le linee guida sul mantenimento degli animali nei circhi e negli zoo.