L’Ente Nazionale Circhi ha segnalato – già dal 13 agosto – alla ministra dell’Istruzione, On. Lucia Azzolina, e il 26 settembre oltre che alla stessa ministra anche alla viceministra On. Anna Ascani e al sottosegretario Giuseppe De Cristofaro, alcuni casi di “rifiuto” ad iscrivere alunni di famiglie circensi alle scuole primarie.
Con la prima nota di agosto, il presidente Enc, Antonio Buccioni, esprimeva “non pochi timori” circa l’impatto che l’emergenza legata al Covid 19 avrebbe avuto sugli alunni (e sulle loro famiglie) provenienti dal mondo del circo, ed auspicava che nulla dovesse cambiare “per le ragazze e i ragazzi del circo per quanto riguarda la loro accoglienza nelle scuole che si troveranno a frequentare in ogni angolo del Paese”, e “ciò non solo alla luce di un elementare principio di uguaglianza, ma proprio per le peculiarità che il settore riveste”, considerato che “i giovani del circo italiano meritano una sempre più attenta considerazione da parte della Istituzione scolastica, e da parte loro sapranno di certo ricambiare apportando nel contesto educativo quello specifico bagaglio di esperienza che amano condividere”. A quella data, infatti, l’Ente Nazionale Circhi disponeva solo di alcuni “campanelli d’allarme” ma niente di più. A settembre, invece, ecco arrivare le prime comunicazioni ufficiali: sostanzialmente alcune direzioni scolastiche informavano i genitori degli alunni provenienti dai circhi della impossibilità di accogliere i loro figli per mancanza di posti “anche alla luce dell’emergenza Covid-19”.
Ecco perché la lettera del presidente Buccioni è andata diretta al problema senza fare sconti: “La situazione si è già fatta grave e preoccupante, ma rischia di diventare insostenibile e ad assumere sempre di più i contorni della discriminazione. I ragazzi che vivono all’interno delle famiglie del circo e in quanto tali hanno connaturata una condizione di itineranza (non a caso si parla di “gente del viaggio” e di “spettacolo viaggiante”), non possono essere considerati un peso e un intralcio per le istituzioni scolastiche, e trovare accoglienza eventualmente solo una volta appagate tutte le altre esigenze.
Non abbiamo mai accettato, non accettiamo e non accetteremo mai che i nostri ragazzi vengano valutati come “scarti” e non vorremmo essere costretti a plateali denunce anche in sede Europea.
Alla luce di quanto Le ho espresso, desidererei ottenere chiarimenti circa la mancata accoglienza degli alunni provenienti dalle famiglie del circo negli istituti scolastici segnalati e, soprattutto, conoscere quali azioni il Ministero abbia in animo di attivare al fine di garantirne la frequenza, al pari di tutti gli altri alunni”.
Ora c’è una novità importante. Il ministero dell’Istruzione, Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, ha preso posizione con una nota indirizzata ai direttori generali degli uffici scolastici regionali e a tutti i dirigenti a vario titolo interessati.
“Sono giunti al Dipartimento diversi quesiti o segnalazioni concernenti il diniego di iscrizione cosiddetta “tardiva” ad alunni in diritto/dovere o addirittura in obbligo di istruzione”, scrive il Capo del Dipartimento. “Sono certo che gli Uffici e le Istituzioni scolastiche hanno ben chiaro che l’emergenza epidemiologica da Covid-19 non muta il quadro normativo che riguarda le iscrizioni. In particolare, rimane prioritaria l’esigenza di assicurare a tutti il diritto costituzionale all’istruzione”. E prosegue: “Le istituzioni scolastiche accettano le iscrizioni anche tardive, in tutti i casi nei quali un rifiuto comporterebbe la negazione del diritto all’istruzione, ad esempio nel caso in cui la famiglia si sia trasferita o nel caso di passaggi dalle scuole paritarie alle istituzioni scolastiche statali, motivati per lo più da difficoltà economiche. Nel caso di impossibilità ad accogliere le iscrizioni tardive per incapienza delle classi, si invitano le istituzioni scolastiche a farsi parte attiva nell’aiutare la famiglia a trovare un’altra sistemazione consona anche attraverso il supporto degli Ambiti Territoriali degli Uffici Scolastici Regionali, come peraltro esplicitato nella nota AOODGOSV 13 novembre 2019 n. 22994, concernente le iscrizioni per l’anno scolastico 2020/2021. Resta in ogni caso fermo il dovere di assicurare il diritto all’istruzione”. E così conclude: “Sono certo che, pur nelle difficoltà oggettive di avvio del nuovo anno scolastico, la comunità educante saprà, come ha dimostrato in questi mesi, superarle anche in questi casi, non venendo meno alla missione che il Paese le ha affidato”.
L’Ente Nazionale Circhi ringrazia la ministra, il capo Dipartimento e il ministero tutto per il tempestivo intervento.
Ci si augura che il “richiamo” possa essere utile, ad anzi risolutivo, rispetto ad un problema di vitale importanza.
L’Enc invita le famiglie che dovessero incontrare ostacoli da parte di singole scuole, ad informare la presidenza, che continuerà a monitorare la situazione con il massimo impegno e attenzione.
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