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Addio Giuliano, re del trapezio e grande amico del circo

Giuliano Gemma, al circo Americano, inverno 72-73, viene invitato in pista da Eva Miller (foto archivio famiglia Enis Togni/Circo Americano)

Giuliano Gemma, al circo Americano, viene invitato in pista da Eva Miller (foto archivio famiglia Enis Togni/Circo Americano)

Un addio così non se lo aspettava nessuno. Da “Ringo” proprio no. Il pistolero buono, viso d’angelo, il cowboy che sapeva cavarsela in ogni situazione, tenace e roccioso, ci ha lasciati improvvisamente. Come hanno raccontato le cronache, ha perso la vita in un incidente stradale mentre stava tornando a casa, a Cerveteri, dopo aver partecipato alla consegna di un premio cinematografico e non mancano le polemiche sui soccorsi che sarebbero arrivati in ritardo.
Giuliano Gemma col porteur Oscar Papi si allena per la presa al porteur (foto archivio famiglia Enis Togni /Circo Americano)

Giuliano Gemma col porteur Oscar Papi si allena per la presa al porteur (foto archivio famiglia Enis Togni /Circo Americano)

Ai suoi funerali, lunedì (alle ore 10 nella chiesa di Santa Maria dei miracoli, in piazza del Popolo a Roma), ci sarà anche una corona di fiori che avrà questa scritta: “All’amico Giuliano, dalla famiglia Togni”. E’ un segno di profonda vicinanza che arriva da Enis, Flavio, Daniele e da tutta la famiglia Togni, profondamente toccata dalla scomparsa di Giuliano Gemma.
La partenza di Giuliano Gemma dalla panchina con Corina Triberti (foto Archivio famiglia Enis Togni/Circo Americano)

La partenza di Giuliano Gemma dalla panchina con Corina Triberti (foto Archivio famiglia Enis Togni/Circo Americano)

Sì, perché se è vero, come ha detto Pasquale Squitieri, che “Giuliano è un patrimonio del cinema italiano e anche un simbolo”, come ben sanno i tantissimi suoi estimatori in Italia e nel mondo, pochi sanno che Giuliano Gemma resterà per sempre nel cuore di molta gente del circo, a partire dalla famiglia Togni.
Uno dei pochi quotidiani ad averlo ricordato, è stato La Gazzetta dello Sport, che ieri – sintetizzando le tappe iniziali della carriera dell’attore, ha scritto che “da pompiere diventa stuntman e trapezista al circo Togni”. Detto così potrebbe sembrare una frequentazione occasionale con la pista di segatura. Una parentesi lontana e per sempre archiviata. Invece no. Per lui il circo è stato sempre il rifugio sicuro, il luogo delle amicizie che non si dimenticano, lo spazio in cui coltivare una grande passione e respirare un’aria familiare.
“Eravamo molto, molto amici”, ricorda Flavio Togni. “Il primo incontro nel 1968: lui era in Spagna per girare un film, e noi col circo ci trovavamo a Madrid. Giuliano veniva ogni giorno e stavamo insieme per ore”.
Sempre Giuliano Gemma in azione, in questa foto nel ritorno al trapezio (foto Archivio famiglia Enis Togni/Circo Americano)

Sempre Giuliano Gemma in azione, in questa foto nel ritorno al trapezio (foto Archivio famiglia Enis Togni/Circo Americano)

La calamita per l’interprete di tanti film western passati alla storia ma anche di pellicole impegnate, erano la gente del circo e ciò che sotto il tendone lo attirava con una forza irresistibile: “Si divertiva e dava il meglio di sé al trapezio – aggiunge Flavio Togni – e lo faceva a livelli professionali”. La tecnica, infatti, l’aveva appresa da due maestri “volanti” indiscussi come Enzo Cardona e Rony Jarz: “Provava con loro e si è anche esibito. Quando il nostro circo era a Roma, più volte ha partecipato allo spettacolo come trapezista”. Un legame, quello fra Giuliano Gemma e i Togni, che non si è mai interrotto, “non ci siamo mai persi di vista, fino agli ultimi anni, anche lo scorso Natale ci è venuto a trovare ed è rimasto a lungo con noi”. D’altra parte, non aveva bisogno di annunciarsi. Come uno di casa, trovava tutte le porte aperte, senza formalità.
Giuliano Gemma alla presa col porteur Oscar Papi (foto Archivio famiglia Enis Togni/Circo Americano)

Giuliano Gemma alla presa col porteur Oscar Papi (foto Archivio famiglia Enis Togni/Circo Americano)

Oltre alla famiglia di Ferdinando Togni, Giuliano Gemma ha stretto solidi legami con quella di Cesare Togni, e con Elvio e Alex in modo particolare. E proprio Alex ha commentato per primo sulla sua pagina facebook la scomparsa dell’amico e attore, con parole cariche di emozione e con una fotografia che li ritrae insieme, in compagnia di Anthony Quinn: “Caro Giuliano, sono triste per la tua scomparsa, il paradiso poteva attendere, probabilmente aveva bisogno di un angelo in più. Sei e sarai sempre uno dei miei migliori amici, resterai nel mio cuore con i ricordi di momenti passati insieme e con tutti i tuoi film. Ciao amico mio, mancherai a noi tutti”.
Giuliano Gemma mentre parla col regista Duccio Tessari (di spalle), insieme ad Alex Togni e Anthony Quinn in una fotografia del 1976 quando il circo era in piazzale Clodio a Roma

Giuliano Gemma mentre parla col regista Duccio Tessari (di spalle), insieme ad Alex Togni e Anthony Quinn in una fotografia del 1976 quando il circo Cesare Togni era in piazzale Clodio a Roma

Ricorda Alex Togni: “Ci siamo praticamente incontrati sul trapezio, in Spagna nel 1967, io provavo i volanti con Rony Jarz. Un fisico davvero atletico il suo e un uomo che non indietreggiava di fronte a nulla, era stato nei pompieri e quella esperienza aveva cominciato a formarlo, si esercitava al trampolino, è stato un brillante acrobata”. Da quei lontani anni 60 si è annodata una amicizia che è andata avanti fino ad oggi. “Ci vedevamo spesso, sono stato varie volta a casa sua così come lui veniva da me, mi ha regalato un trampolino elastico che teneva in giardino ed anche una scultura”. Già, la scultura. Si è letto in questi giorni dell’interesse che Giuliano Gemma aveva maturato per la scultura, dimostrando fra l’altro doti da artista anche in questo campo. Alex Togni lo sa molto bene: “Avevamo un bisonte meraviglioso al circo Americano. Un giorno venne Giuliano e mi disse: Bisognerebbe farci una statua. Io gli risposi: E chi la fa? E lui: Io la faccio!. E così avvenne, la realizzò, molto bella, in bronzo, e me la regalò. Ce l’ho ovviamente ancora e la custodisco gelosamente”.
Alex Togni ha anche fatto qualche esperienza cinematografica e con Giuliano Gemma aveva un ambizioso progetto: “Siccome era un mio sogno fare un film con lui, Giuliano aveva messo a punto questo progetto, una pellicola non di genere western ma drammatico, la storia di due acrobati… Ma poi il progetto non si concretizzò”. Alex Togni lo descrive come “un grande amico del circo, una persona veramente eccezionale”.
Tommy Cardarelli

Tommy Cardarelli

Chissà quante storie si potrebbero raccontare che hanno incrociato i destini della gente del circo con quelli di Giuliano Gemma. Altri particolari interessanti e inediti escono dalla memoria di Tommy Cardarelli: “Ero un bambino e Giuliano Gemma esercitava già enorme fascino su di me per il personaggio cinematografico che interpretava, quello del famoso Ringo. Poi nel 1963 è venuto a Torino alla inaugurazione del circo Americano, io avevo 7 anni ed ero un suo fan, sono andato da lui e mi sono presentato. Da quel momento non ci siamo più persi di vista”. Tommy ha ben chiaro davanti agli occhi il grande attore che era una presenza costante nel circo Togni. Ma non solo. “Avevo 15 anni e grazie a lui ho cominciato a frequentare l’Acquacetosa e le Fiamme Oro di Roma, e ad esercitarmi nei tuffi dal trampolino, sport che piaceva molto anche a Giuliano, fra l’altro insieme ad altri due personaggi che condividevano quell’amicizia, Klaus Dibiasi e Giorgio Cagnotto.”
Giuliano Gemma passava a prendere Tommy Cardarelli al circo tutti i giorni (“col maggiolone o con la porsche”) e insieme andavano all’Acquacetosa.
Giuliano Gemma con Davio Togni Anceschi al circo Americano lo scorso gennaio (foto archivio Silvana Togni)

Giuliano Gemma con Davio Togni Anceschi scattata al circo Americano lo scorso gennaio (foto archivio Silvana Togni)

“Sono andato spesso a trovarlo anche sul set”, dice Cardarelli. E anche per lui la notizia dello schianto mortale è stata davvero dolorosa: “L’ho appresa da mio figlio, che era ben al corrente della nostra amicizia, ed è stato un colpo al cuore”.
Cosa pensava del circo Giuliano Gemma, cosa amava di più della pista? “Mi ha sempre detto che se non avesse fatto l’attore avrebbe voluto essere un artista del circo. E’ stato veramente il suo grande amore”, sottolinea Tommy Cardarelli. “Fra le tante volte che si è esibito al circo, ne ricordo una in particolare, perché indossava una tuta completamente nera. Girò il salto mortale e siccome era molto alto di statura, colpiva anche perché ruotava lentamente ma senza sbagliare mai la presa. Oltre al trapezio, era un grande appassionato di cavalli, abile al volteggio”.

Claudio Monti

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