Due acrobati portoghesi hanno letteralmente sbancato i festival di mezzo mondo negli ultimi tre mesi. Si tratta dei fratelli Peres, portoghesi di nascita, spagnoli di adozione e italiani di formazione.
I due incredibili acrobati ed equilibristi presentano una performance di appena sette minuti, ma nella quale riescono a condensare eleganza, potenza, danza, posizioni del corpo a testa in giù, il tutto in una esibizione fluida e senza un attimo di pausa. Dei Nureyev della pista che hanno stupito il pubblico di tutto il mondo.
In realtà i due hanno cominciato anni orsono a portare a casa trofei. Nel 1996 a Parigi avevano vinto una medaglia d’Oro nel celebre Festival du Cirque de Demain, una manifestazione dedicata alle giovani promesse. E loro l’hanno ben mantenuta. Dopo cinque anni hanno agguantato il Clown d’Argento a Monte Carlo. E Adans ha conquistato anche il cuore della Principessa Stephanie, con la quale era convolato a nozze. Dopo qualche tempo la separazione consensuale e con grande e reciproco rispetto.
Ma la carriera di Adans non si è fermata certo lì. Dopo il trofeo del principato di Monaco sono fioccate le richieste dei maggiori complessi del mondo, uno fra tutti il Cirque du Soleil. E anche le più prestigiose riviste si sono contesi i due artisti che sono rimasti per lungo tempo al Moulin Rouge a Parigi.
Di solito gli artisti che salgono sul podio a Monte Carlo disdegnano poi gli altri Festival. Ma i Peres, di recente, hanno sentito il desiderio di rimettersi in gioco. Lo scorso ottobre il Festival di Latina (Argento). Poi, a novembre, quello di Wuhan in Cina (Argento). E portare via le medaglie in acrobatica ai cinesi è sempre una grande soddisfazione.
Infine, la scorsa settimana, il Festival di Massy (era ospite fuori concorso un altro importante artista italiano, David Larible), dove hanno portato a casa l’Oro!
Da dove viene la classe cristallina e la determinazione di questi due atleti, attori, danzatori? Adans e Ivan Peres sono nati in Portogallo ma sono cresciuti in Italia all’Accademia del Circo che ora sorge a Verona.
Lì lo schedule è severo. Sveglia alle sette, colazione e a scuola sino all’una. Pranzo, compiti e, alle quattro, lezione di salti mortali e di camminate a testa in giù. Fino alle sette di sera, poi la cena, ancora compiti, quattro risate con i compagni e a letto presto per affrontare, l’indomani, un’altra giornata con la stessa agenda. Così training per quattro anni più un altro paio di perfezionamento. Di sicuro una faticaccia, ma i risultato sono garantiti. Così come le medaglie da tutto il mondo.
Alessandro Serena